Sangue argentino, l’amore per l’Italia: Triestina, ecco Lescano
7 gol in 6 partite, sangue argentino, l’influenza di Zeman, l’esordio in A e un 10 sulle spalle. Il ritratto di Facundo Lescano è (anche) questo. Immagini diverse e utili per descrivere la sua storia. Alcune appartengono al passato, altre sono la descrizione del suo presente. Un presente che parla chiaro: l’arrivo in estate a Trieste, due doppiette e una tripletta con il Mantova (la prima tra i professionisti), un inizio di campionato da assoluto protagonista. La magica serata contro la squadra di Possanzini, con il 4-1 della sua Triestina e la vetta della classifica che si avvicina, ne è l’ultima rappresentazione. “Stasera è stato bellissimo sentire il calore del pubblico, per uno come me che ha sempre giocato al Sud oggi sembrava un clima da stadio del Sud, è stato bellissimo ed emozionante“, il suo commento al termine della partita. Combinare l’eleganza di Trieste con il calore argentino per ambire a grandi palcoscenici: la strada di Lescano.
Tra l’Argentina e l’Italia
“Avevo 9 anni quando arrivai in Italia, ma sono molto legato alle mie origini, le porto sempre nel cuore”. Un legame che resta indissolubile con la sua terra. Il nonno, Silvio Marzolini, fu una vera e propria bandiera argentina. “Partecipò a due Mondiali con la maglia della Nazionale e collezionò oltre 450 presenze con il Boca Juniors, con il quale vinse 5 scudetti. Nella Bombonera, tra le 10 statue con i più grandi calciatori di tutti i tempi, c’è anche la sua”. Silvio Marzolini che è stato anche allenatore di Maradona: “Questo mi rende molto fiero, il più grande di tutti i tempi”. Poi l’arrivo in Italia, a Lecce per la precisione. Anche se a Lecce non giocherà mai: “Non ho mai fatto un vero e proprio provino, loro mi dissero che non ero pronto. Il motivo? Non sapevo fare 50 palleggi”. Le giovanili nel Genoa e nel Torino. In Liguria ha l’opportunità di vedere da vicino il suo idolo Milito: “Ho una sua figurina attaccata sul mio termos dove bevo il mate”.
Dalla Serie A alla Triestina: la storia di Lescano
Con il Torino, invece, arriva l’esordio in A con Ventura: “Una sensazione bellissima“. Dall’Inghilterra arriva l’interesse del Reading, in Championship: “Qualcosa andò storto. Peccato, avrei fatto l’U-23 contro Arsenal, Chelsea, Manchester. Fu difficile tornare in Lega Pro, per un ragazzo di quell’età fu un impatto davvero duro“. Le prime volte in C, lo svincolo con il Torino: quello di Lescano è un inizio tra i professionisti con diverse difficoltà. Riparte dalla Serie D e vive un’esperienza in Olanda con il Telstar. Poi il ritorno in Italia, fino al Pescara di Zeman. In estate l’arrivo a Trieste e una partenza staordinaria: 7 gol in 6 partite. La prima tripletta contro il Mantova certifica le ambizioni del numero 10 e della sua Triestina. Il viaggio è solo all’inizio.