Uno dei tanti figli d’arte che portano con sé un cognome “pesante” è sicuramente Mattia Lombardo. Suo papà Attilio è stato grande protagonista nella magica Sampdoria dello scudetto del 1990-91. Il centrocampista oggi veste la maglia del Teramo nel Girone B di Serie C. 16 presenze e 2 assist per il ragazzo classe ’95 nato a Genova, città dove gioca la squadra del cuore di papà e figlio: la Samp. Lombardo ha parlato ai microfoni del canale ufficiale del club abruzzese toccando temi legati al suo passato e alle aspettative sul futuro con la maglia biancorossa.
“Siamo tutti legatissimi ai colori blucerchiati, unici peraltro nel loro genere: mia madre e mia sorella non si perdono una partita, l’ambiente è speciale, i tifosi ti trasportano con entusiasmo e con quei cori un po’ sudamericani.” Parla così Mattia Lombardo ai microfoni del canale ufficiale del Teramo. Il figlio di Attilio Lombardo, campione d’Italia nel 1991 con Vujadin Boskov in panchina, non può non essere tifoso blucerchiato. Oltre al legame con la Sampdoria, l’amore per Genova è molto forte. “Sono molto legato alla città, crescendo tra scuola, amicizie e calcio sin dai Pulcini della Samp. La carriera di papà, tuttavia, mi ha portato ad avere un’anima da perenne viaggiatore, tra Roma, Torino e Londra solo nella mia infanzia.” Ed è proprio con la Sampdoria che Lombardo fa il suo esordio in Serie A. Il 13 aprile 2014 Sinisa Mihajlovic lo inserisce in Sampdoria – Inter 0-4 al posto di Angelo Palombo.
Di padre in figlio, con un cognome importante e una tradizione familiare da portare avanti. Attilio Lombardo negli anni ’90 incanta i tifosi di Sampdoria, Juventus e Lazio. Il figlio Mattia Lombardo gioca in Serie C e conta esperienze importanti con Reggiana, Siena, Lucchese e oggi a Teramo. “Mio padre non ha mai voluto interferire mie scelte. – dice il ragazzo – Da un certo punto di vista è stato positivo, crescendo sia come persona che come giocatore, ma d’altro canto un maggior sostegno mi avrebbe forse facilitato. Rimango contentissimo del mio iter e di quello che sto conquistando da solo.”
Ma nonostante gli impegni lavorativi del padre con la Nazionale nello staff di Roberto Mancini, Attilio Lombardo resta il fan numero uno del giovane che quando può lo va a vedere: “Negli ultimi anni ci confrontiamo spesso sugli aspetti tecnico-tattici: quando non guarda le partite della Serie A per la Nazionale, essendo collaboratore tecnico di Mancini, vede le nostre, per esempio contro il Pescara mi ha fatto i complimenti, dandomi ulteriori input per migliorare.”
La determinazione e l’ambizione sono caratteristiche che non mancano a Mattia Lombardo, che vuole arrivare a giocare nelle categorie dove ha militato il padre. “Non riesco tuttora a trovare una spiegazione valida” – racconta il centrocampista sulle mancate chiamate importanti in categorie superiori – C’erano situazioni ben avviate con Venezia, Chievo, Trapani, Ascoli, ma alcuni pezzi non s’incastrarono a dovere. E siccome in Lega Pro tanti club puntavano sugli under, sono rimasto addirittura a casa fino ad ottobre, un periodo devastante per me”. Nonostante tutto il ragazzo ha sempre mostrato ottime qualità soprattutto a Lucca, città nel cuore del centrocampista genovese: “Amo Lucca per una serie di ragioni: la vicinanza a Genova, quella fantastica annata con una salvezza insperata tra mille difficoltà e perché lì ho conosciuto la mia attuale compagna, Eleonora, che lavora a Firenze in una multinazionale farmaceutica.”
Mattia Lombardo in campo è un esterno destro. Ruolo cardine a supporto sia in fase offensiva che difensiva. Infatti non nega di ispirarsi a giocatori come Theo Hernandez o a Giovanni Di Lorenzo. “Mi piacciono quelli multi-tasking: nel ruolo di esterno Hernandez è unico nel saper giocare dentro al campo per creare superiorità numerica, uno di quelli che lo interpreta meglio. Mi piace citare anche Di Lorenzo per l’incredibile percorso che lo ha portato dal Matera a divenire un perno della Nazionale.” Lombardo non nasconde anche i suoi passatempi preferiti. Da Netflix al trekking fino alla raccolta dei funghi. “Il calcio resta la prima passione, poi alleno tanti hobbies, quali il trekking, la passione per i funghi tramandata da mio nonno, il golf e, solo guardandola, la Formula 1, di cui ammiro sia Leclerc che Hamilton. Consiglio su Netflix una serie apposita, “Drive to Survive”.
A cura di Federico Rosa
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