Pupi Avati ne trae una sceneggiatura, Sir Alex Ferguson la spiega nella sua biografia e oggi, Lorenzo Di Stefano ne sta scrivendo in Serie C con la maglia del Gubbio. E’ “l’epica dell’ultimo minuto”. Il racconto dei minuti di recupero. Negli istanti finali di un match il calcio riesce ad esprimere tutta la sua imperfezione, imprevedibilità e magia. L’allenatore inglese lo prova in finale di Champions con il suo Manchester. Per noi, niente Beckham o Coppa Campioni. Il cantore del poema è il giovane attaccante degli umbri. Isolano di nascita, come epica richiede. Tra sogni, incertezze ed una sana spregiudicatezza salpa dalla sua Sicilia alla volta del calcio che conta.
In casa Di Stefano in calcio è una questione di famiglia. Il padre è da sempre un tifoso del Catania, il fratello di Lorenzo è anche lui calciatore di professione e la mamma è la prima tifosa dei suoi figli. Il connubio pallone-Lorenzo è merito di Davide. Il fratello maggiore che ancora oggi è il suo primo idolo. Consigli, segreti, spunti e supporto sono gli elementi cardine di un rapporto di fratellanza che trova nel calcio il suo anello di congiunzione. Prima Davide poi Lorenzo, entrambi partono dalla Meridiana, squadra del loro quartiere. Poca differenza di età tra i due. Classe 1999 Davide, 2002 Lorenzo. Entrambi passati dal Catania Calcio senza, però, mai incontrarsi.
Lorenzo ha preso strade diverse. Ad undici viene prelevato dal Parma. Rimane in Emilia una stagione al termine della quale fa ritorno in Sicilia a causa del fallimento della società. Tornare a casa, in fondo, non gli dispiace. Troppo giovane per stare lontano dai suoi cari, troppo presto per fare del calcio la sua vita. Non per il Ds del Catania Lo Monaco che, senza esitazione, aggrega Lorenzo all’Under 15 dei rossoazzurri. In panchina siede un certo Giuseppe Mascara. Grande qualità da calciatore ottimo intuito da allenatore. E’ sua la scelta che ha dato la svolta alla carriera del calciatore. Agli inizi Lorenzo gioca da mezz’ala. Mascara però nota del potenziale. Lorenzo può segnare. Molto. E lo trasforma in un attaccante centrale. Accantonate le perplessità iniziali del diretto interessato, il ragazzo al termine di quella stagione gonfia la rete 37 volte. Cifra che gli vale il primato nella classifica marcatori.
Trovato il ruolo congeniale la narrazione prosegue sempre sul mare. In Liguria. Nel 2019 il quadro della famiglia Di Stefano si tinge di blucerchiato. Vento in poppa e Lorenzo naviga alla volta di Genova sponda doriana. Mamma e papà si riempiono di orgoglio e Davide rimane nell’Olimpo dei riferimenti di Lorenzo. Anche a oltre 1200 chilometri.
Con la Sampdoria inizia un percorso che culminerà ai bordi del prato dello stadio “Luigi Ferraris”. Sì, perché Di Stefano svolge tutta la trafila delle giovanili nel vivaio dei liguri. Under 17, Under 18, Primavera ed infine prima squadra con Giampaolo. Perché? Semplice: fa gol. E’ nell’ultimo anno di Primavera che Lorenzo trova la consacrazione. 17 gol, 6 assist e uno Scudetto di categoria sfuggito proprio all’ultimo respiro. “L’epica dell’ultimo minuto”. Quella di Lorenzo è una crescita visibile nel quotidiano. Lo nota anche Roberto D’Aversa, allenatore della prima squadra che, nell’estate 2021 decide di portarlo con sé nel ritiro estivo precampionato. Non sta nella pelle. Poter giocare con Candreva, Caputo, Giovinco, Gabbiadini e Sensi è il coronamento di un sogno. Un’esperienza quasi “epica”. Da raccontare.
Ogni viaggio ha la sua guida. Lorenzo trova il suo “Mentore” in Fabio Quagliarella. “Lui per me è un vero esempio da seguire sia per la capacità di trasformare ogni minima occasione in un potenziale pericolo per gli avversari che per il carisma che trasmette ai compagni”. Il capitano doriano impartisce consigli, svela i segreti del mestiere dell’attaccante di razza. Opportunismo, cinismo, rapidità scaltrezza, dinamismo e atletismo. E poi ancora, istinto, riflessi e soprattutto timing. Farsi trovare al posto giusto nel momento giusto. Tutto ciò è oggi scolpito nelle caratteristiche tecniche di Lorenzo.
Nell’agosto 2022, Di Stefano viene ceduto in prestito al Gubbio. Inizia così il suo cammino tra i professionisti. I primi gol messi a segno in questa stagione con la maglia degli umbri rispecchiano gli insegnamenti di Quagliarella. Si veda Gubbio-Cesena. I ragazzi di Braglia rimangono in svantaggio per tutto il tempo regolamentare. Corner al 96’ minuto. Palla in mezzo all’area di rigore e…Quagl…ops…Di Stefano salta più in alto di tutti. Il Gubbio pareggia. L’”epica dell’ultimo minuto”. Ad Ancona, nel girone di andata, stessa situazione.
Se a raccontare questa storia fosse un autore della Grecia antica parlerebbe di “peripeteia”. Il colpo di scena che ribalta la narrazione avviene nel match contro la Recanatese. Fischio d’inizio, palla al Gubbio, Di Stefano servito in area ed è gol. 16 secondi per scrivere un’altra importante pagina della sua carriera.
Il racconto di Lorenzo, per ora si ferma all’82’ minuto del match con la Lucchese. Quarta rete consecutiva. Ma, come Ulisse promise di tornare ad Itaca dalla sua Penelope da vincitore, Lorenzo ha promesso ai suoi cari che sarebbe tornato i Sicilia da giocatore di Serie A. Il viaggio è iniziato, le insidie non mancheranno, ma se poema epico dev’essere, il finale, forse, è già scritto.
A cura di Alvise Gualtieri
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