Settembre 2010. Al Signal Iduna Park il Borussia Dortmund di Lewandoskwi, Hummels e Gotze si preparava ad accogliere dalla Spagna il Siviglia. La cornice era quella dell’Europa League e le due squadre dovevano tenere il passo dell’altra grande rivale nel girone: il Paris Saint Germain. Luca Cigarini, allora al Siviglia, stava per entrare allo stadio. Naturalmente, non sapeva ancora che sarebbe stato proprio lui a decidere quella partita sotto gli occhi di 40mila tifosi. Oggi, quello stesso giocatore, ha rinnovato con la Reggiana, in Serie C.
Il professore. Era questo il soprannome di Luca Cigarini nelle giovanili del Parma. Lui quella maglia in realtà la vestiva da quando aveva undici anni. Cigarini dette i primi calci al pallone nel Bismantova. Tuttavia, le sue qualità erano sopra le righe ed il Parma non ci pensò troppo per tesserarlo. Così, Luca costruì il suo percorso fino alla Primavera. Passaggi in verticale e tecnica. Quel soprannome fu un’idea dell’allenatore della prima squadra Cesare Prandelli. Sì, perché anche Prandelli aveva intuito la visione e la capacità di avere le chiavi del centrocampo sempre in tasca del ragazzino. Insomma, doveva solo farsi le ossa. E Luca, appena diciottenne, le ossa se le fece eccome. Con la Sambenedettese si ritagliò uno spazio tutto suo in Serie C, giocando 33 partite condite da 4 reti. Un passo tra i grandi che non lo spaventò, anzi, lo proiettò definitivamente in Serie A. Le sue prestazioni da Sambenedetto del Tronto risuonarono fino a Parma. Era impossibile lasciar scappare il ragazzo. L’esordio nella massima serie arrivò a 19 anni. Parma-Empoli. Un respiro, il cuore che aumenta la frequenza e la corsa in campo. Benvenuto in Serie A, professore.
L’anno successivo, sulla panchina del Parma arrivò prima Stefano Pioli, poi Claudio Ranieri. Fu proprio con il secondo che Luca Cigarini si consolidò come un pilastro definitivo per il cuore del centrocampo. Tutto sembrava muoversi intorno a lui seguendo le sue mosse. Controllo ed anticipo. Le doti ci sono sempre state e Cigarini a Parma mostrò a tutti di essere un giocatore di Serie A. Lo confermò poi a Bergamo, con l’Atalanta, e in azzurro, a Napoli. Nel golfo Luca restò soltanto un anno ma riuscì comunque a lasciare la sua impronta, prima con Mazzari e successivamente con Donadoni. Allo Stadio Maradona il centrocampista segnò il primo gol con la maglia del Napoli contro il Milan, al novantesimo, nella sua centesima presenza in Serie A. Niente male per festeggiare le tre cifre, anche se quel match finì poi in parità. Numeri e prestazioni che costruirono l’opportunità di prendere un aereo. Direzione: Siviglia. La prima esperienza all’estero ed il suo nome che riuscì ad arrivare fino alla Spagna. Orgoglio ed emozioni che Cigarini provò anche all’esordio. Supercoppa di Spagna, in campo c’era il Barcellona di Guardiola, Puyol e Messi. Ma la più grande sensazione europea Luca la provò in quella sera di fine settembre. Il Signal Iduna Park, lo stesso dove Del Piero qualche anno prima mandava l’Italia a giocarsi la finale a Berlino battendo la Germania. Un altro italiano, sempre contro una squadra tedesca. Non era il Mondiale, ma se nel 2006 qualcuno avesse detto a Cigarini di quel gol davanti al muro giallonero, forse non ci avrebbe creduto. E invece, il Borussia di Klopp si arrese davanti al Siviglia guidato da Luca Cigarini. Definizione di “camminare tra le stelle”.
Insomma, Cigarini in quella parentesi in Spagna ebbe l’opportunità di vivere episodi che ogni bambino con un pallone tra i piedi sogna. Dal cortile di casa al campo della squadra giovanile. Luca aveva vissuto da protagonista campioni e partite di altissimo livello. Ma aveva bisogno di giocare. Sei presenze in campionato erano poche. E così, tornò a casa. L’Italia accolse Cigarini che riuscì a vestire nuovamente la maglia dell’Atalanta. Ritorno al futuro. Proprio a Bergamo il centrocampista inserirà nella sua bacheca il maggior numero di presenze sul campo con una squadra. Sul rettangolo verde con l’Atalanta scese ben 175 volte. Da quell’avventura, Cigarini lascerà Bergamo definitivamente per passare prima da Genova, per giocare con la Sampdoria, poi da Cagliari e Crotone. Dopo esser ritornato in Serie C, lo stesso campionato che lo aveva accolto a 18 anni, Luca Cigarini è pronto per scrivere nuove pagine della sua storia con la Reggiana. Rinnovo fino al 2024 e la solita voglia di lasciare il segno. Quel ragazzo che gelò il Borussia Dortmund di Klopp vuole prendere le chiavi del centrocampo. Di nuovo. Avanti ancora, insieme. Parola del Professore.
A cura di Jacopo Morelli
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