Per chi vive a Savigliano, Torino è la prima città. Quella grande, delle occasioni. Delle opportunità. Cuneo è più vicina, certo, ma il polo è lì. E chi gioca in quelle zone ha quel sogno: un provino per Juventus o Torino. Chiedetelo a Luca Gemello, per esempio. Chi è? Al momento, risulta essere il terzo portiere del Toro: oggi contro la Fiorentina la prima presenza in Serie A. Il coronamento di un sogno.
Difficile capire cosa può aver provato Gemello al momento dell’ingresso in campo. Possiamo, però, immaginarlo. L’emozione di indossare la maglia granata è tanta, lui che al Torino c’è arrivato ed è cresciuto. Chissà quante volte ha sognato il giorno del suo esordio in Serie A. Ora è realtà. Davanti un attacco formidabile, quello della Fiorentina, potrebbe far paura a chiunque. Vlahovic, Nico Gonzalez, Callejon non tre giocatori qualunque. L’emozione raddoppia, ma la voglia di dimostrare tutto il suo valore è tantissima. Fischio d’inizio, la testa va subito al campo, niente paure. Si rompe il ghiaccio. Gemello si destreggia bene, inizia a prendere confidenza con uscite e giro palla con i suoi difensori. Poi arrivano gli affari complicati. Palla a Vlahovic, tiro… Gemello dice no. La squadra lo incoraggia, Juric lo applaude. Tutte iniezioni di fiducia per il classe 2000. Il secondo tempo seguirà la falsa riga del primo, ma Luca dovrà compiere un altro paio di parate a dire di no alla Fiorentina. La più importante quella su Nico Gonzalez. Un segnale forte e chiaro. Non si passa.
Stavolta è Gemello a vincere la sfida personale contro Vlahovic. Sì, perché nel 2019 i due si erano già affrontati. Finale Coppa Italia Primavera, e, quella volta, fu il serbo ad avere la meglio. Doppietta all’andata e cucchiaio su rigore al ritorno. Gemello si è preso la sua rivincita personale e non è roba da poco fermare il capocannoniere della Serie A.
Felicità indescrivibile per il portiere dopo il suo esordio in A. Una prima da sogno. Zero gol subiti e vittoria netta contro la Fiorentina. Emozioni ben percepibili nelle parole scritte da Gemello nel suo ultimo post: “Un’emozione esordire in Serie A davanti ai miei tifosi, che mi hanno sostenuto dal primo istante in cui sono sceso in campo. Un grazie ai miei compagni che hanno reso speciale questa partita con una prestazione impeccabile. Un grazie al mister e alla società per la fiducia”.
Continua: Un grazie a tutti coloro che mi hanno fatto sentire il loro affetto. Un grande passo nella mia carriera ma nulla è ancora scritto. Con più fame di prima. Grazie e forza Torino! ❤️”.
Dati anagrafici già scritti: è nato a Savigliano il 3 luglio 2000. E in granata gioca dal 2016. Già lì, fu una trattativa particolare. Perché per portarlo via dalla Fossanese (Fossano non è così lontana da Savigliano) l’allora responsabile del settore giovanile Massimo Bava dovette lavorarci molto. Non è una cosa che ci si aspetta, ma così è. Se vi pare. Il club non voleva lasciarlo partire, perché ne intravedeva un potenziale importante e avrebbe voluto aspettare di più. Ma quando la Serie A chiama, chiama. Non c’è niente da fare. Il giocatore voleva venire e Bava era stato più rapido di tutti: prima l’Under 16, quindi l’Under 17, dove gioca con Millico, Rauti e Lucca (non proprio nomi sconosciuti). Una crescita continua che lo porta, nella stagione 2018/2019 a essere scelto da Coppitelli (allenatore della Primavera) come numero uno della squadra. L’anno prima, davanti a lui, giocava Domenico Coppola: lui aveva aspettato, con pazienza.
Torniamo alla stagione della crescita e delle occasioni. 18 anni: per Gemello le presenze sono 29 con 8 partite senza subire reti. Non male, per un giocatore che ha dalla sua una struttura importante (è alto 190 centimetri) e che tra i pali si era subito dimostrato molto attento. Pulito e preciso, lo descrivono molti addetti ai lavori. In allenamento si è sempre comportato con grande attenzione, e con la voglia di migliorare quello che ancora può essere considerato il suo punto debole: le uscite. Determinazione e costanza, sempre. E quando un giocatore ha qualità, lo si aspetta. Non a caso, finito il periodo di arruolamento in Primavera, lo stesso Bava non aveva voluto lasciarlo partire a titolo definitivo, spingendo per un prestito in Serie C, mettendoci la faccia.
Gemello non era ancora pronto per una prima squadra di Serie A e il rischio di perderlo a zero c’era. Ma la convinzione era una: avere pazienza. E così, prima un prestito alla Fermana (12 presenze in totale); poi quello, la scorsa stagione, al Renate. In Lombardia diventa titolare: 42 presenze tra campionato, Coppa Italia e playoff; pochissimi errori, due rigori parati, e un rendimento costante. Così costante da fargli meritare il posto di terzo portiere nel Toro di Juric e il prolungamento fino al 2023 firmato sotto l’albero di Natale del 2021. Davanti a lui ci sono Milinkovic-Savic e Berisha, che per un motivo o per l’altro erano già delle scommesse. Lui è la terza, e con la Fiorentina, a causa delle defezioni per covid, troverà il suo spazio. La costanza è stata premiata. La pazienza (sua, di tutti), pure.
I nerazzurri, poco dopo l’inizio di Torino-Fiorentina, hanno deciso di omaggiare Luca Gemello sui social, dimostrando il forte attaccamento che c’è stato, non solo sul lato tecnico ma anche su quello umano, tra la società lombarda e il classe 2000.
A cura di Valentino Della Casa
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