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Scapuzzi, un tiro dal dischetto per la Pro Sesto

Un unico istante. Un momento in cui la partita sembra fermarsi. Gli occhi di tutti proiettati verso lo stesso punto. Undici metri separano il pallone dalla porta. A sfidarsi loro due, il portiere e il rigorista. Le responsabilità di una squadra condensate in un solo giocatore. Segnare quasi un obbligo. Un destino, quello dei calci di rigore, che quest’anno non ha sempre sorriso alla Pro Sesto.  Diversi gli errori dal dischetto. Ora, nelle ultime due occasioni, a presentarsi è stato il capitano, Luca Scapuzzi. Fascia al braccio, numero 10 sulle spalle. Il pallone posizionato, uno sguardo alla porta, gol. Entrambe le volte. Prima nella vittoria contro il Piacenza. Il secondo nel pareggio contro il Seregno. Il capitano si è sbloccato. Il capitano guida la Pro Sesto.

Gli 11 metri di Scapuzzi

Il gol a Scapuzzi mancava. Mancava dallo scorso campionato. Un girone di andata senza segnare. Il ritorno per la rinascita. La sua e quella della Pro Sesto. Un riscatto firmato, anche, Luca Scapuzzi. Una storia d’amore, quella del classe ‘91 con la società lombarda, che è giunta ormai alla sesta stagione. Tutto era iniziato in Serie D. Luca era senza squadra, la Pro Sesto lo ha accolto. E da quel momento non si sono più lasciati. “Qui ho ritrovato la voglia e la gioia nel giocare a calcio”.  Un viaggio in cui ha riportato i biancocelesti tra i professionisti. Una storia fatta di amore, responsabilità e orgoglio. Una storia che l’ha portato a essere una bandiera della Pro Sesto. E le bandiere sono abituate a prendersi le responsabilità. Essere guide per i compagni. Battere un calcio di rigore e segnarlo. Esperienza e personalità, la salvezza della Pro Sesto passa anche dai suoi piedi. 

Il Milan, il City di Mancini e il ritorno in Italia

Nato a Milano, cresciuto nel Milan, la squadra del cuore. Il settore giovanile fino agli allenamenti con la prima squadra di AncelottiKakà, Ronaldinho, Pirlo, Shevchenko, Seedorf, alcuni dei campioni. Kakà era l’idolo, l’olandese quello che più l’aveva sorpreso: “A vederlo in campo rimanevi a bocca aperta, con il pallone tra i piedi inventava giocate incredibili. E fisicamente era enorme, ma non l’ho mai visto entrare in palestra”, ci raccontò nell’intervista a lacasadic.com.

Dopo i rossoneri il viaggio oltre la Manica. “Perché non vieni a provare al Manchester City?”, la proposta di Roberto Mancini. Anche qui, i campioni non mancano. Aguero, Tevez, Dzeko, Balotelli, David Silva. È l’anno dello scudetto vinto all’ultimo minuto con il gol del Kun. L’inizio della nuova storia del Manchester City. E Scapuzzi può dire di averlo vissuto, quel magico inizio. Una stagione in cui gioca due partite in Carabao Cup. Dzeko e Nastri i compagni offensivi. 

Poi il ritorno in Italia. Stagioni difficili, dovute anche ai problemi fisici. A Sesto ha ritrovato la gioia di giocare a calcio. Ora lo stadio “Ernesto Breda” è la sua casa. La Pro Sesto la sua missione. Con un 10 sulle spalle e una fascia al braccio. 

A cura di Nicolò Franceschin

Redazione

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