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Lucarelli e il lato ignoto di Buffon: “Alla Carrarese non badava a spese, era tifoso sfegatato”

Sembrava non arrivare mai. Poi, l’1 agosto, Buffon ha deciso di lasciare il calcio giocato. Inutile ricordare la sua grandezza dal punto di vista sportivo. Semplicemente uno dei migliori portieri di tutti i tempi. Ci ha pensato Cristiano Lucarelli, invece, a raccontarci la parte del suo carattere più imprenditoriale. Quella che non tutti conoscono. Il comune denominatore? La Serie C, sponda Carrarese. Insieme: L’ex attaccante di Livorno e Napoli, e il numero uno della nazionale ai mondiali del 2006. Era il 2010; cosa successe ce lo ha raccontato direttamente Cristiano in esclusiva a La Casa di C: “Eravamo 4 soci: Maurizio Mian, Alexis Tomazos, il 25% Gigi Buffon e 25% io. Il tutto nacque dal fatto che con Gigi ci conosciamo dal 1995”. Così parte una storia di rapporti personali, di cuore. E anche di investimenti. Una chiacchierata, più trasparente che mai.

Lucarelli e Buffon, insieme per la Carrarese: “La squadra rischiava di non iscriversi, la salvammo”

Stanze d’albergo condivise, un’amicizia che dura da oltre 20 anni. E un piccolo punto di contatto. Nel 2010, insieme per risollevare le sorti della Carrarese. Mettetevi comodi, parla Cristiano Lucarelli: “Essendo lui carrrarino e tifoso della Carrarese, un giorno mi chiamò Nelson Ricci che era il direttore sportivo di quella squadra e mi disse che il club era in difficoltà e che avrebbe rischiato di non iscriversi. La squadra era retrocessa in Serie D perdendo gli spareggi di C2 con il Bellaria; mi chiamò per dirmi che c’era la possibilità di rilevare quelle quote, e poi io avevo interessi anche per il porto di Marina di Carrara. Alla fine rilevammo la società sfruttando questo appiglio. Ci fu la possibilità di essere ripescati pagando un contributo a fondo perduto e ci ripescarro immediatamente in C2″.

Da soli non è male ma in due è meglio. E infatti la coppia inedita raggiunse traguardi importanti e portò a Carrara giocatori di grande spessore, fino alla separazione: “Nelson Ricci fece un mercato di valore perché furono ingaggiati Zampagna e altri giocatori che poi fecero una discreta carriera, come Piccini. Vincemmo il campionato poi ai playoff in finale contro il Prato. L’anno dopo al primo anno di C1 sfiorammo i playoff, facemmo un altro bel campionato ma non si concretizzò l’opportunità di lavorare in porto e regalai le mie quote a Gigi Buffon, tutte quante. Decidemmo di regalarle tutte a lui perchè non ci fu più la possibilità di lavorare al porto”.

“Quando metteva mani al portafoglio nessuno poteva fermarlo”

Difficile lavorare quando di mezzo c’è il proprio cuore. Ciò che Gigi Buffon non ha mai rivelato. “Nella veste di manager non l’ho potuto valutare, ma solo da tifoso della Carrarese. Era veramente sfegatato. Quando sei tifoso di una squadra diventa difficile fare l’imprenditore, non si limitava al discorso del minutaggio o a spendere per quanto entrava. Ogni anno metteva le mani in tasca per pareggiare i conti, non aveva freni”, ha raccontato Lucarelli a La Casa di C. 

Non solo Buffon, con l’allenatore della Ternana si è parlato di altro. Di Serie C, ad esempio. Una categoria che conosce molto bene per averci prima giocato e poi allenato. In Lega Pro, una delle sue esperienze più importanti fu quella sulla panchina del Catania. Nella stagione 2017-2018 e poi dal 2019 al 2020. Un secondo posto nel girone C e un’eliminazione nella semifinale dei playoff contro il Siena. 

Tra Catania e neopromosse in B: “Rossoazzurri società modello”

In fondo, la città ai piedi dell’Etna gli è rimasta nel cuore e l’allenatore ha detto la sua sul ritorno del club tra i professionisti: Il Catania ha una società modello, di livello. Economicamente forte e sarà protagonista di questo campionato. Ha preso un allenatore che a Fiorenzuola ha fatto degli ottimi risultati nonostante un budget ridotto. Se ne parla un gran bene di lui e sono sicuro che, nonostante il girone sia tosto, il club dirà la sua”.

Tra gli argomenti trattati, anche una considerazione sulle squadre promosse dalla Serie C alla B: “Penso possano far bene: quest’anno il campionato non è come quello dello scorso anno, è meno competitivo rispetto a un anno fa, meno squadre che puntano a vincere e più club coinvolti nella lotta per non retrocedere”.

A cura di Manuele Nasca

 

Manuele Nasca

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