Lucchese, le dimissioni di Morgia: “Non si può lavorare con lamentele continue”
Massimo Morgia si dimette dalla Lucchese. Il dirigente ha annunciato le sue dimissioni dopo sette mesi dal ritorno in rossonero.
Una notizia che scuote l’ambiente Lucchese, dopo il successo in campionato ottenuto contro l’Ascoli fuori casa, i rossoneri si trovano ad un clamoroso addio.
Dopo sette mesi il dirigente nel corso di una conferenza stampa in uno spazio cittadino ha spiegato di come sia arrivato alle dimissioni. Un Morgia che ha esordito così: “Sono molto teso e amareggiato ma mi piace, come sempre, senza fare polemiche, raccontare i fatti e le dinamiche dal mio ingresso a oggi. Il rapporto che mi lega alla maglia e alla città non mi avrebbe permesso di fare le cose in una certa maniera né rovinare i rapporti con la città, la tifoseria e la maglia. Mi sono sbagliato: il rapporto con la maglia è uguale. Ho intrapreso questa cosa come se avessi allenato la prima squadra come trasporto, emozioni, responsabilità e rapporto con la tifoseria che mi ha sempre voluto bene”.
L’aneddoto sul suo ruolo nel settore giovanile della Lucchese: “È iniziato tutto a dicembre scorso con qualche incontro con il presidente Bulgarella, di cui ho, e non avevo, enorme stima. Gli diedi disponibilità per aiutare nel settore giovanile, poi per Natale lo rese pubblico con un’intervista e mi sentii obbligato a entrare nella Lucchese. La presentazione avvenne a febbraio con Lo Faso e Russo, e sono entrato come direttore tecnico. Nei primi giorni ho cercato di fare qualcosa, ma ci sono stati dei problemi e mi sono fatto da parte, anche se non ho lasciato l’incarico. A giugno, Bulgarella mi ha chiesto di assumere la responsabilità del settore giovanile e non potevo tirarmi indietro, nonostante non avessi le competenze giuste, essendo più un uomo da campo che da scrivania”.
Un Massimo Morgia che si è dato al 100% alla causa Lucchese dicendo:“ A tutti ho chiesto di dare una mano, io per primo l’ho fatto caricando i ragazzi e palloni, lo scorso anno che andavo al campo sentivo solo lamentele di allenatori e accompagnatori: credo che non si possa lavorare con i giovani sentendo lamentele continue”.
Il perché delle dimissioni
Alla domanda del perché il dirigente si fosse dimesso ha risposto così: “ Il 13 settembre sono stato convocato in sede perché mi era stato detto che c’era il presidente, ma era già andato via e la segreteria mi ha spiegato che era uno degli ultimi giorni disponibili per firmare un contratto e il tesseramento. L’anno prima non ho voluto tesserarmi, il mio rapporto è cominciato quest’anno e il 13 ho firmato, e il 17 ho dato le dimissioni”.
“Il sabato prima del triangolare, ho chiamato il presidente per segnalare dei problemi, in particolare la mancanza di giocatori del 2010, e lui mi ha risposto di aver firmato tutto ciò che gli avevano proposto. Al campo, il segretario Barale mi ha informato che, per ordine del presidente, tutte le trasferte della Primavera, tranne Catania e Catanzaro, dovevano essere fatte in giornata. Questo mi ha ricordato i problemi dello scorso anno. Inoltre, l’allenatore del 2010, Alessandro Tempesti, mi ha detto di avere solo 11 giocatori senza portiere di riserva per la prima gara di campionato, e un premio di valorizzazione non era stato pagato. Per me, che sento fortemente le responsabilità, questa situazione è inconcepibile. Mi sono vergognato. Sono entrato negli spogliatoi e ho rassicurato i ragazzi, dicendo loro che le responsabilità erano solo mie”.
Il futuro del settore giovanile della Lucchese e l’attuale andamento in Serie C
Parole forti quelle dell’ormai ex dirigente della Lucchese, società che sarà alla ricerca di una figura da cui poter mettere per poter sostituire Massimo Morgia.
La squadra sta disputando un buon inizio campionato, come detto è riuscita nell’impresa fuori casa contro l’Ascoli nella scorsa giornata ma anche nel battere sempre fuori casa la Spal. Attualmente la Lucchese si trova all’ottavo posto con 8 punti in 5 giornate con 7 gol fatti e 6 subiti.