‘Amami ancora, fallo dolcemente’: è una Lucchese infinita

L'abbraccio a fine gara / Credit: Gazzetta Lucchese / www.lacasadic.com
I rossoneri battono la Ternana e conquistano tre punti importanti.
“Amarti mi consola, mi dà allegria”. Al triplice fischio di Lucchese-Ternana risuona forte la versione di “Amandoti” fatta da Gianna Nannini, la intona tutto lo stadio mentre la squadra rossonera si stringe a cerchio per celebrare una vittoria importante.
Sorpresa? Mica tanto. Perché la squadra di Gorgone ha sempre dimostrato di saper andare oltre ogni difficoltà, facendo gruppo, sostenendosi a vicenda. “Questa squadra si deve salvare”, il messaggio lanciato qualche settimana fa dall’allenatore rossonero e diventato poi un motto da seguire.
Per 90 minuti il pensiero è soltanto uno, regalare (e regalarsi) un altro sorriso. Sullo sfondo, timido all’orizzonte, c’è un obiettivo da provare a conquistare. E lo si percepisce già dal riscaldamento, quando gli sguardi si incrociano e negli occhi di tutti si legge solo una grande voglia di scendere in campo e lasciarsi alle spalle ogni possibile problema.
E poi ci sono i simboli di una giornata indimenticabile, memorie di un gruppo che ha saputo soffrire ed esaltarsi nello stesso momento. Provando a trasformare la rabbia in qualcosa di più.
Nel segno del nove
“A fine allenamento mi fermo spesso con lui per provare i tiri da fuori, cerco di rubargli qualcosa perché è uno dei suoi punti di forza”, aveva detto Alessandro Selvini qualche giorno fa. Il protagonista? Simone Magnaghi. E anche contro la Ternana lo ha dimostrato. Doppietta, ma è il secondo gol a prendersi la scena. Finito dritto sotto la traversa. Esultano in tanti mentre lui va a prendersi l’abbraccio dei tifosi, con quei colori addosso in realtà non si è così soli.
Al 25′ è già 3-0, e dopo la magia di Cicerelli è Badje a chiudere tutto e a far partire la festa. Arriva anche il fischio finale, e la tensione sparisce. Oltre ogni problematica societaria, oltre ogni difficoltà. Lo stesso spirito portato avanti da Giorgio Gorgone, dal suo staff, dal direttore Ferrarese, ma soprattutto da un gruppo di ragazzi che, comunque vadano le cose, non mollerà mai. Orgoglio, amicizia, famiglia. A qualunque costo.