Dalle “tempeste” alla “speranza”, dal campo alla panchina: Paci riparte da Lumezzane

Massimo Paci, screen, www.lacasadic.com
Il classe 1978 non allenava dal febbraio dello scorso anno, quando dopo sei partite fu sollevato dall’incarico dalla Pro Sesto.
“Mai perdere la speranza. Le tempeste rendono le persone più forti e non durano mai per sempre“. In questa frase di Roy Bennett c’è il riassunto della storia di Massimo Paci. Dal campo alla panchina, un sogno che avuto degli intoppi ma il classe 1979 non ha mai mollato.
Infortuni, delusioni e retrocessioni. C’è stato un po’ di tutto nella carriera del nativo di Fermo ma anche tante gioie: le oltre 180 partite in Serie A e la partecipazione alla Coppa Uefa 2006/07.
In campo è stato un continuo turbinio di emozioni ma le gioie, inframezzate dalle delusioni, non hanno intaccato la personalità e la volontà di Massimo Paci, che è sempre rimasto sul pezzo.
E dal campo alla panchina la mentalità non è cambiata. Non sono mancate le “tempeste“, l’ultima lo scorso anno alla Pro Sesto, quando fu esonerato dopo appena sei partite dal suo arrivo ma ancora una volta è pronto a ritornare per vivere una nuova esperienza: lo attende il Lumezzane, la sua quinta squadra tra i pro.
Da Fermo ad Ancona alla Juventus di Lippi: gli inizi di Paci da calciatore
Ma facciamo un passo indietro. Agli inizi. Tutto parte vicino casa per Massimo. Da Fermo ad Ancona. Poco meno di 68 km di distanza. Lì inizia il suo legame con il calcio ed è con i biancorossi che il giovane Paci fa il suo esordio tra i pro, nella stagione di Serie B nel 1997/98.
Ad Ancona stupisce per capacità di essere un leader difensivo nonostante la giovane età. Una qualità che balza all’occhio alla Juventus allora allenata da Marcello Lippi. Il contatto è immediato e nell’estate del 1998 Massimo corona il suo sogno: diventare un giocatore bianconero. Cosa può esserci di meglio che giocare al fianco di calciatori del calibro di Del Piero, Ferrara, Deschamps a soli 19 anni? Nulla ma ecco che la prima “tempesta” bussa alla porta di Massimo e lo priva della parentesi in bianconero.
L’infortunio, il ritorno ad Ancona, la A con il Lecce di Zeman: il riscatto di Paci
Si aggrega al ritiro bianconero ma dopo pochi giorni scopre di avere un’infezione alla vescica. Ciò lo costringe a due mesi di ospedale. Il cammino con la Juventus resta solo un sogno inespresso ed è in quel momento che Massimo viene messo a dura prova.
A soli 20 anni non ha la possibilità di godersi una tappa così importante. Per molti sarebbe stato l‘inizio della fine. Ma non è lo stesso per Paci. Tenta di trasformare il grigio della tempesta in luce sin da subito. La chance con la Juve è immediatamente un lontano, seppur rimpianto, ricordo. Torna a casa sua ad Ancona e vince il campionato di Serie C. Una ripartenza lodevole che gli vale immediatamente l’approdo in B con le maglie di Viterbese e Ternana. Due chances che sfrutta appieno per ritrovare la tanto ambita massima serie. Da quella chiamata della Juventus passano 5 anni, è il Lecce di Zeman ad affidargli le chiavi della difesa ma questa volta nulla si pone tra Paci e la prima volta in Serie A. L’allenatore boemo lo fa esordire e Massimo dimostra di avere assolutamente le capacità per vivere tanti anni nell’elite del calcio italiano ed è ciò che succede. Dopo Lecce ci saranno Genoa e Ascoli, in cui metterà a segno la sua prima doppietta in carriera fino alla tappa in cui finalmente attesta il proprio status: il Parma.
I sei anni a Parma, la Coppa Uefa e le ultime tappe della carriera in campo
Nei sei anni in gialloblù diventerà un elemento imprescindibile e riuscirà a togliersi la più grande soddisfazione della propria carriera: la Coppa Uefa nel 2006/07 con il Parma. Al contrario di qualche anno prima la fortuna sembra propendere per Massimo, che ha sempre dimostrato di non sbagliarsi.
Non abbattersi e non perdere mai la speranza, ecco che il concetto viene fuori alla perfezione. Quel cammino in Coppa Uefa terminerà ai sedicesimi di finale contro il Braga ma i sei anni a Parma restano indimenticabili per lui. Diviene il pilastro della squadra e riesce a togliersi svariate soddisfazioni. La parentesi in Serie A, tuttavia, non si concluderà in gialloblù. Prima Novara e poi Siena saranno le ultime avventure in massima serie fino al ritorno in B col Brescia e quello in C col Pisa, in cui Massimo deciderà di dire basta.
Le avventure in panchina e l’approdo al Lumezzane: una nuova chance per Paci
Per un innamorato del calcio come Paci, però, l’avventura non poteva finire dopo aver appeso le scarpette al chiodo. E così il passo da giocatore ad allenatore è stato immediatamente realtà. Nel segno di Gasperini e Ranieri ha iniziato ad allenare alla Civitanovese in Eccellenza nel 2016.
Da quel momento parte la sua scalata ma senza nessun aiuto. Esattamente come ha fatto in campo, Paci si prende tutto grazie solamente a sè stesso. Approda in D a Forlì e poi fa il salto nel professionismo alla guida del Teramo. Ma non finisce certo qui. Prima la Serie B – appena 3 partite – con il Pordenone, poi il ritorno in Piemonte a 24 anni di distanza dalla “tempesta bianconera” con la Pro Vercelli, la penultima tappa prima di quella con la Pro Sesto. Un connubio mai realmente nato e durato poco meno di due mesi. Fino ad oggi, all’approdo al Lumezzane, una nuova chance per Massimo, con un dogma preciso: “Ricordarsi delle tempeste vissute in passato e farne tesoro“.