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Magnanelli, una vita a Sassuolo. Dalla Serie C all’Europa League da capitano: il ritiro dopo 17 anni

Un’altra bandiera che se ne va. Francesco Magnanelli ha dato tutto per il Sassuolo, vivendo da protagonista l’ascesa del club emiliano. L’annuncio del suo addio al calcio giocato è arrivato tramite i canali ufficiali dei neroverdi, un post di ringraziamento al calciatore, capitano e uomo cresciuto insieme alla squadra. Quella squadra e quella fede che ha abbracciato a partire dalla Serie C2, nel 2005. Dopo 17 stagioni e 520 presenze, Magnanelli giocherà contro il Milan la sua ultima partita. Una storia di passione e amore per la maglia neroverde, che ha deciso di indossare in terza serie per poi non lasciarla più, fino a raggiungere a 29 anni la Serie A e a esordire in Europa League.

Sassuolo-Magnanelli, l’inizio di una storia d’amore

La sua carriera calcistica inizia in Umbria, sua terra nativa. L’esordio tra i professionisti non si fa attendere: a soli 16 anni, il Gubbio (militante ai tempi in Serie C2) lo lancia tra i grandi. In centrocampo si destreggia, smista palloni e propone verticalizzazioni. Ha testa, cuore e polmoni per ambire al grande salto. Le premesse sono tra le più rosee, eppure la gavetta tra Chievo, Fiorentina e Sangiovannese non sembra regalargli una prospettiva. Le prime due non lo fanno esordire, l’ultima gli concede solo poche presenze in C1. Francesco inizia a dubitare di un futuro con il pallone, ma come nelle più belle favole arriva l’occasione chiamata Sassuolo. È il ds Nereo Bonato che nel 2005 lo porta in neroverde, scrivendo la parola “inizio” a una storia d’amore lunga 17 anni.

Dalla Serie C, a Serie A ed Europa League: il percorso di Magnanelli

Magnanelli decide di ripartire dalla Serie C2 con il Sassuolo, forte di un progetto che ha poi conosciuto una rapida espansione. Il centrocampista entra a far parte delle gerarchie in punta di piedi, lasciando sempre e solo che il campo parli per lui. Si prende la titolarità e la promozione in C1 alla sua prima stagione. Magnanelli vive i suoi anni di massima crescita, diventa il faro del Sassuolo sotto la guida di Massimiliano Allegri, che al termine della stagione 2007-2008 regala al club la sua prima storica promozione in Serie B. “Era l’allenatore perfetto con noi“, ha raccontato di recente alla Gazzetta dello Sport. “Lasciava grande libertà ai suoi giocatori, gli dava fiducia. Gli piaceva giocare bene, ma ha sempre badato soprattutto al pratico”.

Andrea Mandorlini, Stefano Pioli, Daniele Arrigoni, Eusebio Di Francesco, Roberto De Zerbi… sono solo alcuni degli allenatori che hanno goduto del suo talento. Non sono tanto i 9 gol, i 24 assist o le 520 presenze (record di presenze nel Sassuolo), quanto più la leadership, la mentalità e il forte spirito di abnegazione che lo hanno contraddistinto. Dalla Serie C alla Serie A, dalla terza serie all’Europa League nel 2016 contro l’Athletic Bilbao di Laporte. Un libro pieno di ricordi e imprese che Francesco Magnanelli chiuderà nella 38^ giornata di Serie A contro il Milan, di fronte alla sua gente, nel suo Mapei Stadium. Per l’ultima volta con quella fascia al braccio, per l’ultima volta con gli scarpini addosso a gestire il gioco in mediana. Un’altra bandiera che se va.

A cura di Lucia Arduini

Redazione

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