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Maistrello e il Renate si salutano. Immagini, sfumature ed emozioni di una storia d’amore

Un ultimo sguardo. Un ultimo e infinito istante. La mente viaggia tra quello che era e quello che sarà. Si ripercorre quella strada. Tra la natura e i paesi della Brianza. Le montagne sullo sfondo. E poi ecco, il campo di allenamento. Lo spogliatoio, luogo magico e sacro. Lì, dove sono nate stagioni, squadre, amicizie. Lì, dove sei nato un po’ anche tu. Ed ecco che in quell’istante si racchiude tanto, si racchiude tutto. Un sorriso nasce sul volto. Sincero, puro. La malinconia di un addio.  La gioia e l’entusiasmo di una nuova avventura.

È il sorriso di Tommy Maistrello. Il suo è il saluto a quella che per due anni e mezzo è stata la sua casa, Renate. Una casa dove è cresciuto. Una realtà che ha amato e dove è stato amato. Un rapporto intimo in cui entrambi si sono dati tanto. Senza chiedere nulla in cambio. Rispetto e amore. Questa è la sua storia. L’arrivo l’ultimo giorno di mercato. La coppia da sogno con Galuppini e la classifica marcatori vinta. Le amicizie con Anghileri, Silva e Possenti. La chiamata dalla Serie B del Cittadella a 30 anni. Un sogno che si avvera. “Ciao Renate, ti saluto. È ora di andare”.

L’esultanza di Maistrello e Galuppini dedicata alla Casa di C

Maistrello e la spensierata maturità di Renate

Questione di minuti. 20, per la precisione, quelli che mancavano alla chiusura del mercato. Era l’estate del 2020: “Ho firmato quando il mercato era ormai finito. Non sapevo cosa aspettarmi”. Trattativa chiusa che sa di incognita, sia per il giocatore che per il club. Incognita che si trasforma in certezza. Non solo per i gol, ma per le prestazioni. Il ruolo del centravanti interpretato in modo quasi anomalo. Una atipicità fatta di sacrificio, corse per i compagni, lotta e sudore. Avevo capito che dovevo cambiare. È scattato qualcosa in me. Approccio e mentalità diverse, Tommy è diventato grande. Senza mai tradire le sue particolarità. Un 5 e un 8 sulla maglia, perché a lui la normalità e la convenzionalità non sono mai piaciuti. L’essere conformista gli è sempre andato un po’ stretto. Gli schemi fatti per essere superati, con la sua sana pazzia e il suo animo estroverso. 

L’esultanza del fulmine di Silva e Maistrello

Il primo anno per crescere, il secondo per affermarsi. La scorsa stagione è, infatti, quella della sua consacrazione. Nei primi mesi con il compagno e amico Galu forma la coppia d’attacco più prolifica del campionato, e non solo. In Europa solo Gnabry e Lewandowski tengono il passo, ma ci torneremo. Un rapporto speciale quello con Francesco, l’anima gemella in quel campo di calcio. Perfettamente complementari. Dentro e fuori. Nel calcio, nella vita, nella nostra video intervista. Complici esuberanti. Dal video al campo.

Maistrello e Galuppini

Esultanze speciali, come quella dedicata alla Casa di C. Due cuffiette e un microfono. Ricordi indelebili. Dopo l’addio di Galuppini, Maistrello diventa ancor di più la guida e il riferimento del Renate. Prestazioni e… gol. 16 quelle segnati. Numeri che valgono il titolo di capocannoniere nel girone A di Serie C. Tommy è nella storia. Sacrificio, dedizione, concretezza. Determinante. Una definitiva crescita mentale, fisica e tattica.

Sorriso

Eccentrico, generoso, imprescindibile. Non solo come giocatore, ma anche come persona e amico. Faccio di tutto per far star bene i compagni. Maistrello è la perfetta incarnazione del concetto di “uomo spogliatoio”. Lo racconta chiunque lo abbia incontrato. Tommy è un sorriso pronto a essere regalato, una battuta e una risata genuina, un urlo di gioia liberatorio. Un eterno positivo per il bene del gruppo. Già, il gruppo prima di tutto. Generosità e altruismo come coordinate. Portatore naturale di entusiasmo e serenità. Con un po’ di pazzia. Un fulmine come orecchino, tatuaggi disegnati sulla pelle, cappello lungo, il nome Tommy in onore di un disco degli Who. Sana follia. Sfumature di Maistrello. All’alba dei 30 anni il salto di categoria. La Serie B vicino a dove è cresciuto. Buon divertimento.

Caro amico, ti scrivo

Percorsi che si incontrano. Vite che si conoscono. Legami che nascono e restano. Il calcio, nella sua profondità, è un racconto fatto di storie, ricordi, emozioni. Qualcosa d’altro. Qualcosa che va oltre. A Renate, forse, un po’ di più. Lo dicono le carriere di chi ci è passato. Lo testimoniano le voci, le parole, i sorrisi di chi ne parla. Ne sono esempio le amicizie che si creano. Amicizie come quella che lega Maistrello, Galuppini, Anghileri, Silva e Possenti.

La firma del capitano

Amici, oltre che compagni, che hanno voluto salutare Tommy. Da chi iniziare? Partiamo dal capitano, Anghi. “Un ragazzo eccezionale che ci ha dato tantissimo. Si è meritato questa opportunità. Qualche aneddoto? È un credulone. Le macchinate con lui e Apo (Silva ndr) erano uno spettacolo. Ricordo quando gli facemmo credere che il direttore e l’allenatore si erano picchiati. Arrivò al campo e non c’era nessuno. Quante risate. O il suo urlo “Iiiuuuh”, segnale di positività. Ha dato tutto per noi. Questo è Tommy”.

Il saluto di Silva e Possenti a Maistrello

Restiamo sulla linea difensiva, con Silva: “Perdo un amico importante. Un rapporto che è andato oltre il campo. Mi lascia anche il mio socio di passaggi nel riscaldamento. Con lui l’ultimo abbraccio prima della di entrare in campo. Una figura a cui mi legano tanti ricordi ed emozioni, come l’esultanza con il fulmine o i momenti condivisi extra calcio. Portava sempre entusiasmo e allegria. Si è meritato questa occasione, gli auguro il meglio”.

E Possenti: “Per il giocatore bastano già i numeri e le prestazioni. Parlo della persona che è Tommy. Un ragazzo capace di mantenere positività e schiettezza, anche nelle situazioni più complicate. È la sua indole ed è ciò che lo rende unico. È una persona come se ne trovano poche nel mondo del calcio. In campo il contributo che proferisce va ad esaltare i principi morali del suo carattere. Un ragazzo generoso che non antepone mai i suoi obiettivi a quelli della squadra. La forza del Renate in questi anni è anche stata questa, riuscire a raggruppare dei ragazzi complementari sia dal punto di vista tecnico che caratteriale perché, com’è successo, nei momenti in cui le capacità tecniche della squadra non bastano bisogna metterci le qualità morali e caratteriali ed in questo Tommy è stata una pedina fondamentale”.

“Sarai per sempre il mio Lewa. Buona fortuna amico mio…”

E, infine, chi Renate l’ha già salutato, esattamente un anno fa. Il suo compagno d’attacco, Francesco Galuppini: “Mi legano a lui tanti ricordi. Lo scorso anno è stato qualcosa di incredibile. C’è stato un momento in cui avevamo più gol di Gnabry e  Lewandowski. Da allora lui è il mio Lewa, io il suo Serge. Ci siamo vissuti tanto, anche fuori dal campo. È nata un’amicizia importante. Il giorno dopo che ho vinto il campionato con il Sudtirol ci siamo trovati a Bassano. È un giocatore fortissimo che si merita questa opportunità. Sono contentissimo per il mio amico, gli auguro il meglio.

Un addio speciale. Immagini indelebili, sfumate di nerazzurro. Ora c’è un sogno da vivere. “Arrivederci Renate, e grazie”.

A cura di Nicolò Franceschin

Nicolò Franceschin

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