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Maistrello, dal titolo di capocannoniere del girone A alla prima doppietta in B contro il Palermo

Avevo capito che dovevo cambiare. E’ scattato qualcosa in me“. Una frase chiara e semplice quella con cui Tommy Maistrello nell’intervista a La Casa di C ci spiegò il suo cambiamento. Un cambiamento che coincise con il suo arrivo a Renate. Un percorso di crescita che ha portato l’attaccante a chiudere la scorsa annata con 16 reti, per quella che è stata la sua miglior stagione a livello realizzativo. Numeri importanti che l’hanno portato a vincere poi la classifica marcatori del girone A. Una spensierata maturità di un eterno giovane che non vuole smettere di sognare e di segnare. Dopo 3 anni, la sua esperienza in nerazzurro si è però conclusa con l’approdo a Cittadella nel mercato invernale. E in occasione della sua decima presenza con la maglia dei veneti, Maistrello ha siglato la sua prima doppietta in Serie B contro il Palermo, permettendo ai suoi di trovare un 3-3 preziossisimo contro i rosanero.

Una responsabile serenità: Maistrello immagine del Renate

Ci sono momenti nel corso di una carriera che segnano uno spartiacque. Istanti che segnano un prima e un dopo. E il mese di gennaio dello scorso anno con la cessione di Galuppini, per Maistrelllo, è stato questo. Un addio che ha significato un cambiamento. Un cambiamento che ha implicato una scelta di responsabilità. L’attaccante, nella scorsa stagione, è divenuto una delle guide dei nerazzurre, raggiungendo una ancora più completa e piena maturità.

Sacrificio, capacità di incidere, una fredda concretezza. Determinante. Una definitiva crescita mentale, fisica e tattica. Maistrello sta continuando a crescere. Record di gol personale e vetta della classifica capocannonieri raggiunta con la doppietta di domenica. La freddezza dal dischetto per sbloccare la partita. L’istinto da attaccante per chiuderla. Dopo alcune difficoltà, il Renate è ripartito. Maistrello a guidarlo.

Lo striscione, il fulmine e l’esultanza per La Casa di C: a tutto Maistrello

Maistrello si è fatto da solo. La strada se l’è disegnata con la sua determinazione e con la sua volontà. Una carriera vissuta in tutta la sua pienezza. All’Olimpico uno dei ricordi più belli. È il 24 agosto 2014, si gioca Lazio-Bassano Virtus, Coppa Italia. Uno striscione sugli spalti: “Maistrello meglio di Klose”. “Il mio migliore amico era lì e aveva portato questo striscione (ride ndr)”, ci raccontò Tommy.  Poi Ravenna, Vicenza, Monopoli e Fermana. Nell’estate del 2020 l’arrivo a Renate. Un vero e proprio colpo last minute: “Ho firmato a venti minuti dalla fine del mercato. Non sapevo cosa aspettarmi”. Ed ecco il cambiamento. Tommy a Renate “diventa grande”. Imprescindibile, in campo e nello spogliatoio. “Faccio di tutto per far star bene i compagni”. Prestazioni fatte di sostanza, gol ed esultanze.

Già, le esultanze. Due, in particolari. La prima nata proprio in spogliatoio: “ Da giorni Anghileri e Silva mi prendono in giro, chiamandomi fulmine, per via del mio nuovo orecchino. Con loro è un’amicizia che va anche fuori dal campo”. Un orecchino e risate che sono diventate un’esultanza. La seconda con una dedica speciale. Una dedica a La Casa di C. Un’esultanza pensata e promessa durante l’intervista doppia di Maistrello con Galuppini. Airpods e microfono. Un’idea che diventa realtà.

Una vita da Tommy

Eccentrico, generoso, imprescindibile. Un’allegria contagiosa. Una sana pazzia. Un attaccante che veste il numero 8, come Ibrahimovic ai tempi dell’Inter. La passione per Iverson e per i tatuaggi. Un nome, Tommy, dovuto a una canzone: “Era il nome di un disco degli Who, gruppo che ascoltavano i miei genitori. Ho anche tatuata una loro canzone. E Tommy continua a riempire di nuove note la sua carriera. Si è preso più responsabilità. Alla base la consapevolezza di chi è diventato e di chi vuole essere. L’attaccante del Cittadella. Sempre con il suo contagioso sorriso.

A cura di Nicolò Franceschin

Nicolò Franceschin

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