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Da Klose ad Iverson, Maistrello si racconta: “A Renate sto bene e mi diverto”

Maistrello meglio di Klose”. Sì, sulla tribuna dell’Olimpico si legge proprio questo. È il 24 agosto 2014, si gioca Lazio-Bassano Virtus, Coppa Italia. “Il mio migliore amico era lì e aveva portato questo striscione (ride ndr)”, ricorda Tommy Maistrello durante l’intervista rilasciata a La Casa di C. Una piacevole chiacchierata in cui – tra risate, battute e aneddoti – l’attaccante del Renate classe 1993, con la sua allegria contagiosa, ha raccontato la propria storia.

I contrasti con De Vrij: “Sembrava di sbattere contro un muro”

Da settori giovanili importanti non ci è passato: Mi sono fatto da solo. Vengo dai campetti dietro casa”. E la casa è vicino Padova. Cresce nell’Abano Terme, con cui a 17 anni esordisce in Eccellenza, segnando 9 gol in un anno. Poi l’approdo nella Primavera del Parma:Non approfittai di quella opportunità, soprattutto per errori miei”. Il treno passa e l’altra metà di stagione è alla Beretti del Bassano, guidata da Zironelli, l’attuale allenatore del Lecco. L’anno dopo sale in prima squadra e parte la sua carriera tra i grandi. A Bassano ci sta per cinque anni. Anni speciali e importanti. Spicca quella partita di Coppa Italia all’Olimpico contro la Lazio di Pioli: “Emozione indescrivibile. Trovarmi lì è stato un sogno. Mi marcò De Vrij: in ogni contrasto mi sembrava di andare contro un muro”. E poi c’era il tedesco, quello dello striscione: “Davanti giocava Klose, fresco vincitore del Mondiale”.

Poi c’è l’anno di Ravenna: “Abbiamo ancora un gruppo WhatsApp su cui ci sentiamo. Quante prese per il c**o (ride ndr)”. Da lì si va a Vicenza. Un’annata negativa, con una nota lieta: “Alla cena di Natale conobbi Roberto Baggio e Paolo Rossi.” Nell’estate 2019, dopo un mese a Monopoli, l’ultimo giorno di mercato ecco il passaggio alla Fermana dove resta una stagione.

Maistrello: “A Renate ci sono arrivato per venti minuti”

Estate 2020, la storia di Maistrello a Renate nasce un po’ per caso: Ho firmato a venti minuti dalla fine del mercato. Non sapevo cosa aspettarmi”. Una trattativa quasi a scatola chiusa, sia per il giocatore sia per la società, che cercava una prima punta fisica da regalare a Diana. Da incognita diventa un giocatore centrale e il club questa estate lo riscatta: “Una bella soddisfazione personale”. Come per Galuppini, anche per Maistrello Renate è diventata un’oasi felice: “Un ambiente composto da persone serie e vere. Il clima che c’è ti dona una tranquillità che ti permette di fare bene”. Alle prestazioni, che spesso nella sua carriera aveva messo in campo, a Renate iniziano ad aggiungersi anche i gol. In questo avvio di campionato sono già quattro. L’ultimo, decisivo, nella vittoria di domenica contro la Triestina

Maistrello e la spensierata maturità raggiunta a Renate

Metà del secondo tempo della partita contro la Triestina. Maistrello fa una corsa di 50 metri per rincorrere un avversario: “E me ne sono anche pentito (ride ndr)”. Episodio emblematico della sua generosità. A Renate ha raggiunto la maturità definitiva: “Avevo capito che dovevo cambiare. È scattato qualcosa in me”. Lo dicono le prestazioni e i numeri. E lo dicono le persone che vivono Tommy Maistrello. Un elemento imprescindibile, e pazzo, per lo spogliatoio: Faccio di tutto per far star bene i compagni. Se in spogliatoio stai bene, in campo poi ti aiuti. E in C è essenziale”. Tra sfottò e prese in giro: “Fin dalla scuola mi è sempre piaciuto fare scherzi e battute. Qui soprattutto con Silva, Anghileri e Galuppini. Ora loro da giorni mi prendono in giro, chiamandomi fulmine, per via del mio nuovo orecchino. Con loro è un’amicizia che va anche fuori dal campo”. Un rapporto di amore e odio quello con Galuppini: “In campo vuole sempre la palla, se non gliela dai ti fa una testa tanta”. Ultima curiosità: i particolari numeri indossati a Renate. Il 5 “perché volevo un numero particolare” e l’8: “Come Ibra ai tempi dell’Inter”. E la maglia nerazzurra c’è.

Il rapporto di amore e odio tra Maistrello e Galuppini

L’università, il fantacalcio e Iverson. Come sfondo, l’amore

Quest’anno anche l’iscrizione all’università: “Faccio Sport and Football Management. Anche se i miei compagni dicono che sono un ignorante. Intanto mi prendo la laurea”. Una passione per il basket: “Il mio idolo è Iverson.  Poi c’è il fantacalcio di squadra: “Ho puntato su Osimhen e Ibra. E quest’anno mi piace Beto. Per ora sta vincendo Anghileri, ma solo perché ha c**o. Questo scrivilo, almeno rosica. E poi c’è Alessia, compagna di vita: “L’ho conosciuta ai tempi di Bassano. Dopo esserci lasciati, ci siamo ritrovati lo scorso Natale. Ora conviviamo e siamo felicissimi. Eh sì, Renate porta proprio bene. Nel gioco e nell’amore.

E allora, buon divertimento Tommy. Ah no, un’ultima domanda. Perché ‘Tommy’? “Era il nome di un disco degli Who, gruppo che ascoltavano i miei genitori. Ho anche tatuata una loro canzone.

A cura di Nicolò Franceschin

Nicolò Franceschin

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