Nel celebre film di Zack Snyder e Frank Miller, 300 spartani scendevano sul territorio di guerra per darsi battaglia con i persiani. A distanza di 25 secoli, in quel di Modena, è andata in scena un’altra sfida accesa. Ovviamente la posta in palio è stata diversa, così come la foga portata dai soldati protagonisti, ma nella sfida tra la squadra di Tesser e il Bari, l’agonismo ha comunque toccato alte vette, con la partita che è terminata sul 3-3 (QUI gli highlights). Sul campo di battaglia, al Braglia, questa volta erano assenti Artemis e Delios, eppure i combattenti non sono mancati. Uno su tutti: Mattia Maita.
Negli ultimi due anni e mezzo, il centrocampista biancorosso è stato il guerriero per eccellenza del Bari, capace di trascinare il suo esercito in Serie B con la stessa leadership con cui Leonida guidò gli spartani. E come quel numero fu d’ispirazione per uno dei film più famosi della storia del cinema, sabato è diventato un simbolo anche per Maita, che ha tagliato il traguardo delle 300 presenze tra i pro.
L’ultima sfida del Bari in un anno di battaglie è stata quella col Modena. I biancorossi non potranno portare avanti il sogno Supercoppa, ma terminano la stagione con la soddisfazione di essere riusciti a raggiungere l’ambito traguardo. Una meta ricercata da tutti all’interno del club pugliese, specialmente da Maita, che dopo tanti anni di combattimenti in Serie C ha potuto finalmente inserire nella sua bacheca personale la vittoria della Lega Pro.
E se il Bari ha fatto piazza pulita di ogni altro esercito del girone C anche grazie a giocatori fuori categoria tipo Terranova o Maiello, c’è chi, come il numero 4 biancorosso, ha portato invece tanta esperienza guadagnata sui campi di Serie C. La tecnica non basta, ci vuole la fame. E Maita l’ha avuta in ogni momento, fin da quel gennaio 2020 in cui Vivarini lo fece approdare in Puglia. Dopo due stagioni, è diventato sempre più un faro nel centrocampo del Bari, riuscendo a essere imprescindibile sia da playmaker che da mezz’ala. Corsa, grinta e voglia di vincere: le stesse qualità che Leonida e i suoi uomini potevano vantare nella battaglia delle Termopili. A differenza del re greco, però, dopo essere caduto con i compagni lo scorso anno, Maita si è rialzato con ancora più forzaed è riuscito finalmente a raggiungere la Serie B.
Come dimostrato anche dai 300 spartani, i numeri contano fino a un certo punto. Per il resto viene il cuore, qualità che a Maita non è mancata di certo. In quest’annata speciale, però, alle prestazioni impeccabili il centrocampista del Bari ha abbinato anche discrete soddisfazioni personali. In 34 presenze stagionali ha collezionato 5 assist e 2 gol, entrambi capaci di scatenare il tripudio di più di 20.000 tifosi del San Nicola, prima contro il Foggia e verso fine anno con la perla realizzata contro l’Avellino.
Dulcis in fundo, è arrivata una delle statistiche più belle mai archiviate da Maita in carriera. Trecento presenze con i professionisti, quasi tutte in Serie C. Per Maita segna la chiusura di un cerchio e l’inizio di un nuovo percorso. Con ogni probabilità, sarà ancora una volta col Bari, ma per un viaggio diverso, che li porterà ad altre battaglie e, forse, a conquiste ancora più grandi.
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