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La Romagna nel cuore, la tenacia di Nadal e la Juve: Mantova e Fiori, il meglio deve ancora venire

“Il meglio deve ancora venire”. Un mantra motivazionale valido per tutte le generazioni, ma che a vent’anni assume quel “che” di incontrovertibile e doveroso. Una sorta di legge non scritta del personale manuale dei sogni di Antonio Fiori. Il giovane esterno del Mantova è l’esatta rappresentazione del credere in maniera ferma e decisa nel desiderio di andarsi a prendere ciò che si ritiene importante. Raggiungere obiettivi è solo questione di costanza, determinazione e sterminata fiducia. Luoghi, incontri e legami. Fattori che uniti e miscelati tra loro portano a un ragazzo nato nel 2003 a debuttare e segnare già 6 gol nel calcio professionistico di Lega Pro con la semplicità e la spontaneità di chi ama quello che fa. Vivere all’insegna della necessità di andare sempre oltre. Serietà e sfrenata voglia di compiersi: Antonio Fiori e il Mantova.

Credit: Mantova 1911

Dal ping-pong al beach tennis: Cesena, casa e “maestra” verso Mantova

Osare. L’unico imperativo di Antonio Fiori, esterno offensivo classe 2003 del Mantova. Cercare sempre qualcosa in più. Non accontentarsi. Vivere dando il massimo: Antonio e il calcio. Una mentalità capace di condurlo a realizzare una speranza che, oggi, si tramuta in obiettivo. Passione e determinazione. Il connubio del Fiori che alla sua prima stagione fra i professionisti in Serie C diventa uno dei cardini del reparto di attacco del Mantova capolista. Una combinazione che regala 6 gol e 4 assist innalzandoli a bandiera di un viaggio del quale non si conosce la destinazione. Un percorso che racconta di un calciatore che vive lo sport come lo scopre. Con la gioia e le sensazioni di un bambino. Quel “burdel” che dalle sue parti è sinonimo di purezza. Lui, romagnolo di Ravenna cresciuto nel settore giovanile del Cesena, ma passato dal Forlì. Opposti che si attraggono e producono il massimo risultato.

L’intera trafila giovanile col bianconero in riva al Savio è la conferma che quel pallone scorrerà davanti a lui scandendo ogni singolo istante del suo indecifrabile futuro. Cesena è inizio, ma soprattutto maestra. I campi di Martorano e gli spalti del Manuzzi uniti nella sua infanzia dalla forza dei legami. Il pallone come trait d’union. Samuel Giovane, Cesare Casadei e Matteo Prati. La “nidiata” bianconera all’ombra della Rocca. Storie di condivisione, di rapporti duraturi che stringono le redini del viaggio: indispensabili. Il campo come teatro della loro rappresentazione. “Il bagno” – perché in Romagna non esiste lo stabilimento balneare – e il suo tavolo da pingpong o il campo da beach tennis come essenza dei reali sentimenti. Vivere il calcio nella sua massima espressione: condivisione e amicizia. Il Cesena di Antonio Fiori.

Credit: Mantova 1911

Dalla terra rossa al campo, la Spal e la Serie D: osare!

Osare è lasciarsi andare. È coltivare i sogni e avere il coraggio di andare oltre sé stessi. Allontanarsi dalle certezze e vivere nella costante possibilità di sbagliare. Senza rivangare il passato. Osare è non avere nulla da recriminare, ma trovare sempre nuovi stimoli. Per Antonio salutare la comfort zone della Romagna e la dolcezza del passato che scorre tra l’affetto della sua Ravenna e la riconoscenza verso Cesena. Partire alla volta di qualcosa di nuovo. Il coraggio di affrontare un cambiamento per trovare la propria collocazione. Come passare da una racchetta al pallone. Dalla terra rossa al prato degli stadi. Questo è essere Antonio Fiori. Concepire l’importanza di coltivare i sogni e guardare sempre in alto.

Un Rafa Nadal come simbolo del valore della tenacia e del non temere. La benzina per affrontare la tappa successiva di un sentiero fatto di emozioni e dubbi: Spal. La Primavera ferrarese per accompagnarlo verso il suo presente. Un campionato Under 18 da vincitore come conferma del suo “credo”. Un anno in Serie D al Vastogirardi con uno sprint di 32 presenze, 4 gol e 3 assist verso il suo primo traguardo. Uno slancio a perdifiato verso i campi della Serie C. L’esperienza e la passione come unico motore irrefrenabile. Una bicicletta da corsa e la fondamentale compagnia per comprendere l’essenza della bellezza che avvolge la libertà di poter continuare a sognare.

Credit: Mantova 1911

Le figure del padre e dello zio in copertina e un Mandžukić tra le righe: Fiori racconta

A Mantova Fiori sta trovando la sua dimensione. Quella di un ragazzo che vive per giocare a calcio. Perché ci crede. Persevera nel miglioramento e non smette di coltivare le sue ambizioni. C’è una Juventus che batte forte nel suo cuore e accende la fiamma della sua rincorsa. Mario Mandžukić come punto di arrivo e un connubio tra qualità e sostanza nelle sue caratteristiche che crescono giorno dopo giorno. Un dribbling secco, un tiro dalla distanza o un assist per donare al papà e allo zio la gioia di un sorriso e la riconoscenza che spetta a chi rende realtà quella che per Fiori è già copertina di un racconto. Di cui il primo capitolo porta il titolo “Mantova”: lo sta scrivendo Antonio. Consapevole che: “Il meglio deve ancora venire”.  Mantova, è tempo di osare!

Alvise Gualtieri

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