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Cambio in vetta nel girone A: il Mantova si prende la testa della classifica

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Credit Mantova 1911

Basta il gol di Muroni al Padova per battere la Pro Vercelli nel big match del Danilo Martelli. La frenata del Padova regala il primo posto in classifica alla squadra di Possanzini. Eppure, sembrava una notte stregata: prima il rigore sbagliato di Burrai e l’esultanza rimandata di 5 minuti, poi il gol di Muroni e il miracolo di Festa. Il derby è del Mantova e pure il primato. Cronistoria di un sorpasso.

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Credit: Mantova – Leonardo Perteghella

Mantova, nel segno di Davide Possanzini

C’è tanto di Davide Possanzini in questo Mantova. Arrivato in Lombardia quest’estate con la squadra appena retrocessa in Serie D. Poi la riammissione e il primato in classifica che sembrava qualcosa di impensabile. Eppure il Mantova è davanti a tutti. E il merito è anche del suo allenatore. L’ex bandiera del Brescia è riuscito a creare un forte senso di appartenenza a livello umano, prima ancora che di campo. E poi ovviamente c’è anche quello. Perché il Mantova con il suo 4-3-3 è squadra quadrata e solida. Provinciale, ma al tempo stesso nobile, da spada, ma anche da fioretto. Una squadra camaleontica in grado di fare la partita ma anche di adattarsi alle difficoltà del momento. La vittoria di ieri sera è manifesto di questa filosofia. Possanzini, squalificato, ha seguito la sua squadra dalla tribuna. E quello che ha visto dalla sua postazione del Martelli dovrebbe essergli piaciuto. L’allenatore ha visto una squadra lottare e provare a giocare, sbagliare e correggersi, andare all’angolo ed uscirne con personalità. I 5 minuti che intercorrono tra il jolly sciupato da Burrai e l’apoteosi causata da Muroni sono un manifesto alla resilienza. Un manifesto che vede in Possanzini la prima firma. Arrivato per guidare la squadra in Serie D si ritrova davanti a tutti. E se non è resilienza questa…

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Credit: Mantova – Leonardo Perteghella

La lunga strada per la vetta

Arrivare sulla vetta di qualcosa è da sempre stimolo per l’uomo. Che si tratti di cime da scalare oppure di classifiche da governare cambia poco. Il percorso del Mantova in questo campionato va in questa direzione ed anzi è più vicina al primo esempio. Perché il girone A di Serie C è una vera montagna. Tante squadre attrezzate, tanti stadi e climi da girone C. Il campionato del Mantova è iniziato subito con un test da scalatori esperti: il Padova di Torrente. Un punto strappato e la sensazione di poter dire qualcosa in questo cammino. Poi i tre punti contro l’Arzignano e le quattro vittorie consecutive. La sensazione che non è più tale, ma diventa tangibile. Poi il burrone. 4 gol presi dalla Triestina di Tesser con la tonante tripletta di Lescano e il contraccolpo che si manifesta anche in Coppa Italia contro la Pro Patria. 5 gol presi in due gare quando nelle precedenti 5 partite erano state due le volte in cui Festa ha dovuto raccogliere il pallone alle sue spalle. Ma il Mantova si è aggrappato alla corda e ha arrestato la caduta. La vittoria contro l’Alessandria è ossigeno ad alta quota. Ma è il gol di Giacomelli al 90′ contro il Novara è la vera svolta narrativa nella scalata della cordata di Possanzini. La vittoria di ieri sera è figlia di quella rimonta, è figlia di una caduta.

A cura di Gabriele Cascella