Moda, musica e ostentazione: la storia del ‘Barba Bomber’ Nocciolini
“L’importante non è essere, ma ostentare” una delle frasi che si trovano sul profilo di Manuel Nocciolini. Un giocatore eccentrico dentro e fuori dal campo. Dalla passione per la moda alla musica, fino ad arrivare alla sua barba, che ormai lo caratterizza per le sue esultanze. “Barba Bomber” lo hanno iniziato a chiamare a Parma. In estate arriva la chiamata del Giugliano, neopromosso in Serie C. Offerta che Manuel non poteva rifiutare. Una piazza calda dove poter esaltarsi. E così è stato, con il primo gol arrivato nel derby contro la Turris, a cui è seguito il secondo contro la Virtus Francavilla (QUI per vederlo).
L’arrivo a Giugliano: la staffetta con Piovaccari e il primo gol
Nocciolini, a Giugliano, si trova a far parte di un reparto offensivo caratterizzato da grande esperienza, guidato da Federico Piovaccari e completato da Francesco Salvemini e Giovanni Kyeremateng. E sabato 24 settembre 2022, Nocciolini ha trovato il primo gol con la maglia gialloblù. Un gol non banale. Entra al minuto 74 al posto di Piovaccari. Due minuti dopo ha già trovato la rete, un gol capolavoro.
Da fuori area, da fermo, si gira su se stesso e scarica un sinistro arcuato sotto la traversa. Il suo primo gol in stagione, quello che chiude il derby con la Turris sul 4-1, lanciando così i campani verso le zone alte della classifica. La grinta, la forza di volontà di Nocciolini è una costante nella sua carriera. Per superare le sfortune.
Dagli otto mesi senza squadra alla rinascita: Nocciolini, storia di forza di volontà
Manuel Nocciolini parte, come tanti calciatori dalla Serie C per muovere i primi passi tra i professioni. Cresciuto nel settore giovanile della Fiorentina, ha avuto le sue occasioni con la Cuoiopelli Cappiano e poi Gavoranno. Stagioni positive per lui sotto l’aspetto realizzativo, ma al termine della sua avventura con la squadra toscana arriva l’incubo. Lo svincolo e la ricerca di una nuova squadra. Mesi infiniti e interminabili per chi vive con il fuoco dentro di dimostrare il suo valore.
Otto lunghi mesi prima di passare al Montichiari in D. Una ripartenza che lo rilancia e fa vedere la sua forza di volontà. Dopo metà stagione passa alla Ribelle, dove segna otto gol. Arriva il Forlì, squadra dove l’attaccante riesce ad esprimersi al meglio. Giornata dopo giornata, sfogliando i tabellini delle varie partite il nome appare sempre puntuale nei marcatori. 25 reti in 36 gare un bottino niente male. Gol a raffica che non passano inosservati visto che in quel girone c’è il Parma, nobile decaduta della Serie A. I gialloblù in estate andranno all’assalto dell’attaccante e lo portano a Collecchio.
Dall’incredulità della chiamata al gol promozione in Serie B: Nocciolini diventa il ‘Barba Bomber’
“Quando mi chiamarono ho avuto la stessa reazione di Di Canio quando lo chiamò Ferguson per trasferirsi al Manchester United. Pensavo fosse uno scherzo, stavo per mettere giù”, questo dice Nocciolini in una recente intervista a Gianlucadimarzio.com. Una chiamata inaspettata, quella del Parma, ma che per l’attaccante suona come una rivincita. La rabbia di dimostrare tanto la riversa sul campo. I tifosi lo apprezzano per la grinta e la voglia di lottare per la maglia. Un ragazzo eccentrico dal cuore gentile e anche per questo fuori dal campo i tifosi lo inneggiano.
I gol sono frutto della fiducia che si sente addosso da parte di tutti. Una spinta da quel dodicesimo uomo sugli spalti e che gli regala anche un soprannome simpatico: ‘Barba Bomber’. Non serve spiegare, basta vedere le foto per capire. L’esultanza a lisciarsi la barba una conseguenza divenuta iconica nel suo percorso in Emilia. In coppia con Calaiò risulta determinante in diverse occasioni. Il gol più importante? Quello decisivo in finale playoff per la promozione in B contro l’Alessandria. L’emozione, il pianto negli spogliatoi e quella rivalsa presa dopo il periodo da incubo passato.
La B il punto più alto, il girovagare in C fino all’occasione Grosseto e al Giugliano
In Serie B tocca il punto più alto in carriera. Non riuscirà a trovare il gol, ma è anche vero che il Parma lo mette ai margini forse troppo presto. Appena otto partite e poi la cessione in C a Pordenone. Da lì inizia il suo girovagare. In Romagna ritrova l’arriva da bomber e con il Ravenna riesce a trovare per 21 volte la via del gol.
Poi la retrocessione e i tanti cambi maglia. Sambenedettese, Renate, dove ritrova il compagno Galuppini con cui ha giocato a Ravenna, e infine Monopoli. L’ultima esperienza al sud poco positiva e incisiva per lui con qualche problema fisico. Ora da gennaio al Grosseto. Tre partite e il gol nel turno infrasettimanale contro la Pistoiese. Una rete che può sbloccarlo e aiutare la squadra a raggiungere la salvezza. Dopo il Grosseto arriva il Monopoli, con il quale gioca nella stagione 2021/2022 prima della nuova avventura in Campania con il Giugliano.
Moda, musica, la passione per il Milan e l’idolo Shevchenko
Il calcio è nella vita di Manuel sin da piccolo. Tutto grazie al nonno che lo porta spesso agli allenamenti della squadra che allena, il Suvereto. “Lui mi ha trasmesso tanta passione per questo sport , è stato anche il primo a portarmi allo stadio e poi mi ha fatto diventare milanista. Tutto quello che ho è anche grazie a lui”, ricorda Nocciolini. La passione per il Milan dove in quei tempi gioca Shevchenko, suo idolo sin da quei tempi. Manuel riesce ad avere anche la sua maglia autografata che custodisce gelosamente e si porta dietro come un cimelio portafortuna.
Dal campo all’extra campo, a Nocciolini piace mettersi in mostra. La moda è qualcosa che gli scorre nelle vene, così come le cose vintage e particolari (comprese le macchine). Amante della musica e con una particolare vocazione per fare il Dj e per la ‘deep house’. Una passione che vorrebbe farne diventare un lavoro in futuro. Si in futuro perché ora l’attaccante vuole continuare a rilanciarsi a suon di gol. La nuova esperienza a Giugliano è iniziata nel migliore dei modi, con un gol lampo che non vuole essere l’unica sinfonia della sua stagione in gialloblù.
A cura di Simone Brianti