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Lega Pro, la conferenza di Marani: “Serie C riparta dalla sostenibilità. Digitalizzazione, seconde squadre e modelli esteri: vi spiego tutto”

“Se l’Italia è ai primi posti del calcio mondiale, uno dei principali meriti è stato ed è la Serie C”. Esordisce così Matteo Marani nella sua conferenza di presentazione della candidatura da presidente della Lega Pro. L’ufficialità è arrivata nei giorni scorsi, oggi la prima conferenza stampa all’Hotel Sheraton di Milano per introdurre il progetto “Facciamo Rete”. Di seguito le parole del giornalista: “Facciamo rete è un pensiero ampio: bisogna mettere insieme le energie in un progetto per rilanciare la Serie C. Bisogna prendere quello di nuovo che è stato fatto, ma aggiungere idee nuove e portare le esperienze di tutti. Facciamo rete perché la prima parte di questo viaggio devono essere i club, che devono essere alla guida di questa esperienza. Ci saranno i tavoli permanenti, che non sono qualcosa di teorico, ma all’interno dei club ci sono persone che possono dare un contributo con le loro esperienze di campo”.

Lega Pro, le parole di Marani

Marani ha proseguito, parlando delle esperienze collezionate negli scorsi mesi e delle idee elaborate per innovare la Serie C: “Per ciò che ho fatto in queste settimane, incontrando tanti presidenti che ringrazio, ho deciso di intraprendere un viaggio camminando insieme. I club si devono sentire investiti di quello che è il processo decisionale del progetto”.

Il giornalista bolognese ha proseguito, delineando i temi più importanti del suo programma: “Nella mia idea di Serie C ci sono alcuni punti fondamentali. Il primo è quello della sostenibilità, il più urgente e immediato. Alcune società in questi anni hanno fatto alcuni errori, ma sono stati in grado di far fronte alla difficoltà. È stato un punto importante, bisogna riconoscere alle società lo sforzo fatto per dare continuità alla Serie C. Ho visitato tanti campi e centri sportivi in questi mesi: ci sono migliaia di ragazzi e decine di migliaia di famiglie che sono legate al mondo della Lega Pro. C’è una funzione sociale, di carattere pubblico e sanitario. Ho visto centinaia di ragazzini che si allenavano nei centri sportivi. Il concetto principale è la sostenibilità dei club: la fetta è troppo grossa, non può ricadere il peso sui singoli presidenti. C’è bisogno di risolvere la questione, altrimenti la Serie C sarà sempre una categoria in cui i ricavi non valgono i costi”.

Tra sostenibilità e defiscalizzazione

Marani ha spiegato le tappe fondamentali del suo progetto per il raggiungimento della sostenibilità: “Servono due leve: la prima è l’aumento dei ricavi. Bisogna fare leva sul branding, capendo come far affacciare la Serie C al mondo del mercato. Bisogna rivedere il vestito e capire come presentarlo. Oggi viviamo di comunicazione, io sono parte di questo mondo e oggi è fondamentale capire come presentarsi. Dobbiamo lavorare su migliorare il prodotto. Ci sono grandi margini, ma bisogna rendersi moderni, capendo il nostro aspetto e capire dove farlo crescere. Ora parlo su un piano di proposta, ma bisogna prenderlo subito. La sostenibilità è la prima richiesta fatta da tutti i club, dal nord al sud. Tutti hanno bisogno di sistemare la situazione economica e finanziaria. Vanno aumentati anche i ricavi del sistema. Bisogna rendere permanente il credito d’imposta, che ha un valore fondamentale: permettere alle aziende di investire sul territorio”.

Il gap tra ricavi e guadagni resta ampio nell’ecosistema della Lega Pro. Tra le idee di Marani, c’è quella di guardare all’estero per combattere questo problema: Un altro tema fondamentale è la defiscalizzazione. Non può esserci un rapporto di un mondo che ha i costi da professionismo e non ha i ricavi da professionismo. In Francia la terza serie non è professionistica, ma i club che scendono mantengono lo status di professionisti. Ho studiato questi casi. La Serie C ora mi sembra l’anello più debole del sistema”.

Lega Pro, l’aiuto di Zola e la visione globale di Marani

La candidatura presentata come presidente della Lega Pro da Marani include anche l’aiuto di Zola da vice-presidente. Il giornalista ne ha parlato così: Gianfranco è una persona con visione, non è solo di grande cuore. Io vorrei che in questo progetto si allargasse, prendendo anche parti tecniche. Nessuno fa nulla da soli, è questo il concetto di ‘FacciamoRete’. Il lavoro che farà Gianfranco Zola, insieme a un responsabile dei settori giovanili, un altro punto messo nel programma, sarà importantissimo. Mi piacerebbe che le figure d’eccellenza del calcio entrino nel progetto insieme a me e Gianfranco. Voglio che il progetto sia in grado di guardare anche all’estero, per prendere ispirazione e puntare al futuro. Possiamo sfruttare l’esperienza di Gianfranco all’estero. Lui si presta a essere vicino ai giovani per sviluppare la categoria che adesso ne ha più bisogno. Credo che l’identità sia la cosa più importante che la Serie C deve avere. Deve rivendicare un’identità ed essere orgogliosa di far parte del calcio, avendo retto in questi anni tutte le difficoltà. Credo che si vinca con il dialogo, non si vince mai con le spaccature e mettendosi contro”.

Proseguendo, Marani ha spiegato come il sistema Lega Pro debba diventare un network pieno di connessioni, un concetto alla base dell’idea di “Facciamo Rete“: “Credo che la Lega Pro debba avere le proprie posizioni e gli interessi da far valere. Bisogna dialogare con gli altri però. Non si può pensare di avere solo un pensiero egoista. Bisogna andare al tavolo e capire come costruire una cosa. Non c’è dubbio che ogni tipo di innovazione e disegno sul futuro debba mettere insieme tanti elementi. Le riforme sono necessarie per i giovani di oggi, non sono necessarie per l’immediato nostro. Servono per il calcio dei prossimi anni. Penso che dovremo parlare con le altre leghe e capire esattamente cosa arriva sul tavolo, facendo capire che la Lega Pro c’è. Qualunque discorso non può essere fatto senza di noi; noi non ci escludiamo, ma le altre leghe devono capirlo”.

C come “Comuni”

Territorialità e localizzazione. Sono questi alcuni dei punti di forza della Serie C: “C come comuni. La Lega Pro è il territorio. Ma anche lì dobbiamo fare rete e fare in modo che le società siano tra di loro connesse. Non lasciamo da soli i singoli comuni. Dato che abbiamo una rappresentanza di 60 città, bisogna far valere le cose belle delle singole città anche con le altre. È un patrimonio. Cerchiamo di dialogare e aprirci alle altre componenti, parlo anche di quelle tecniche”. 

Marani ha spiegato quali siano state le mosse dei club di Lega Pro per trovare una soluzione comune: Oggi voglio rivedere unita la Lega Pro. È la cosa più importante. Ho visto i club muoversi per cercare loro di trovare qualcuno a cui affidare questo progetto. I club si sono chiamati tra di loro per interfacciarsi con me. C’è la volontà e la speranza di trovare una via d’uscita. La speranza è di utilizzare al meglio tutto quello che abbiamo. In Lega Pro è stato fatto un lavoro importante, c’è una struttura su cui dovremo accentuare e costruire una sorta di servizio per i club. Credo che la Lega Pro debba essere vicina alla società nel percorso e cercare di aiutarla”.

Lega Pro, Marani: il modello seconde squadre e la riforma

Marani ha anche affrontato il tema della riforma, parlando di un’eventuale nuova rivoluzione del sistema e di quella tentata dalla precedente gestione: “Ghirelli è un mio amico e una persona per cui ho grande stima. Credo che la riforma della Lega Pro non dipenda da me; ci sono i club che votano e decidono loro. Faremo dei processi e cercheremo di capire cosa può convenire. Bisogna trovare la soluzione più sostenibile per tutti; non quella perfetta, perché non esiste, ma quella che scontenta di meno. Le esigenze sono molto diverse, non si può pensare solo a una parte e non a un’altra. Ci sono diversi gruppi, bisognerà passare dal Consiglio Direttivo e poi dall’Assemblea. Anche le TV che si occupano del territorio dovranno fare rete tra di loro, mettendo in contatto il network tra emittenti”.

Proseguendo sull’argomento riforma, Marani ha parlato così: Il tema delle riforme è sul tavolo della Federazione. Abbiamo seguito tutti i processi e si andrà incontro al processo della riforma. Penso che la Serie C debba avere una fortissima vocazione di formazione dei giocatori. Perché la Serie C fa questo: in proprio e per i grandi club. Quel tipo di formazione deve essere riconosciuta. In questo processo di formazione deve essere chiaro che quella è una zona di avviamento al professionismo. Bisogna avere in questa fascia il riconoscimento di un’identità. Anche per gli arbitri, che qui crescono”.

Il candidato alla presidenza della Lega Pro ha anche parlato della Juventus Next Gen e delle seconde squadre: “Il modello l’ho studiato. Nel caso della Juventus ha avuto grandi risultati, ma parlare di questo è prematuro. Non sappiamo quante ne arriveranno e se ne arriveranno. All’inizio sembrava dovessero arrivarne tantissime, invece c’è stata solo la Juventus. Ci vogliono strutture e altri componenti. Il tema andrà valutato, in questo momento rischia di essere un po’ astratto”.

Digitalizzazione

L’ultimo tema affrontato da Marani è quello della rivoluzione sul piano digitale: “Dobbiamo fare una grande base integrata. Intanto dobbiamo digitalizzarci, facendo sì che sia molto fruibile sia per i potenziali appassionati di calcio che per le società. Se loro hanno bisogno di interagire con la Lega, servirà il massimo sviluppo possibile. Raccoglierò le idee e cercherò di metterci del mio, sperando siano cose buone. Nel programma ho inserito l’innovazione e vogliamo sfruttare una piattaforma integrale. Andrà curata anche l’immagine: la forma, il layout, la produzione televisiva, la grafica. Diventerà anche importante il discorso sull’Europa, perché possiamo trovare modelli molto interessanti. Vedo tante difficoltà, ma anche numerose potenzialità”.