Marilungo, dalla Sampdoria di Cassano alla Pro Sesto
“Quest’anno tocca a lui”. È questa la frase che accompagna la carriera di Guido Marilungo. Una grande promessa mai mantenuta fino in fondo. Un ragazzo tanto talentuoso quanto sfortunato. Un potenziale top player mai esploso totalmente. Al netto di una carriera di tutto rispetto, quello che l’attaccante marchigiano sarebbe potuto essere va ben oltre quello che in realtà è stato. Gli inizi di carriera sembravano garantire un grande futuro per l’attaccante. Un sogno mai diventato realtà. Un percorso segnato da diverse difficoltà. Ora la voglia di rilanciarsi con la Pro Sesto.
Marilungo, la grande promessa
“Dubbi non ce ne sono. Questo è proprio forte.” Devono aver pensato più o meno questo in casa Sampdoria di fronte alla esponenziale crescita di Marilungo. Prima la Coppa Italia e due mesi dopo anche il campionato. Due vittorie con la Primavera, prima contro l’Atalanta e poi contro l’Inter. Due colori e due squadre che torneranno. Nel frattempo, viene aggregato in prima squadra e nel giro di un mese esordisce prima in Serie A e poi in Coppa Uefa. Nel febbraio 2009 torna in Primavera. Nessuna bocciatura, la squadra ha bisogno del suo aiuto nel Torneo di Viareggio. Finale persa contro la Juventus di Giovinco e Immobile, ma prestazioni strepitose che gli valgono il premio di Golden Boy. Torna di nuovo con i grandi ed esordisce alla prima da titolare contro il Cagliari. Doppietta, tanto per cambiare. La Sampdoria che lo blinda con un contratto di 5 anni. Arriva poi il prestito in B a Lecce dove incontra Gigi De Canio che scommette su di lui. E’ amore a prima vista. E in campo si vede. Campionato in bacheca e 13 gol in campionato. Scommessa vinta.
A fine stagione torna a Genova e ha il privilegio di osservare da vicino Antonio Cassano e di studiare nel dettaglio Giampaolo Pazzini, da lui stesso definito un amico. Nel corso dell’anno poi viene anche inserito da Don Balon tra i 100 calciatori più forti al mondo nati dopo il 1989. Una soddisfazione niente male, ma il giovane Guido non vuole saperne. Bisogna stare con i piedi per terra. Il giocatore a cui si ispira è Tevez. Sacrificio e forza.
L’Atalanta e l’inizio delle difficoltà
Nel Gennaio 2011, durante il mercato invernale, la famiglia Percassi lo sceglie per riportare l’Atalanta in A. Detto, fatto. Altro campionato di Serie B vinto e nuova stagione alle porte. Condivide lo spogliatoio con giocatori del calibro di German Denis, Manolo Gabbiadini, Simone Padoin. Arriva anche la prima doppietta in Serie A, contro il Cesena. Tutto perfetto, direte voi. Invece, arriva la delusione che non ti aspetti. Il suo ginocchio fa crack a San Siro in un Inter-Atalanta, le due squadre contro cui vinse campionato e Coppa Italia nella Primavera della Sampdoria. Iniziano le difficoltà. Il ginocchio si rompe nuovamente nella stagione successiva dopo poco più di un mese dal rientro in campo.
Il viaggio di Marilungo. Prossima tappa la Pro Sesto
Da lì in poi si susseguono stagioni deludenti (a Cesena, Lanciano ed Empoli) e due parentesi positive con lo Spezia e la Ternana. Come colonna sonora BoomDaBash. A Terni ritrova De Canio, ma non riesce a portare la squadra alla vittoria del campionato di Serie C. Ora, dopo i prestiti a Monopoli, Carrara e l’esperienza negativa a Pescara di questa prima parte di stagione, è tornato in Umbria in attesa di una nuova avventura. Nuova avventura che si chiama Pro Sesto. Uno l’obiettivo: rilanciarsi. Il tempo passa per tutti e l’attaccante marchigiano non è più un ragazzino, ma il talento e l’istinto del gol, si sa, non invecchiano mai. E con una buona dose di fortuna Guido Marilungo potrebbe raccogliere le soddisfazioni che meriterebbe e vivere la sua seconda giovinezza, tornando a far gonfiare le reti come un tempo.