La Liguria, Pogba e il Lecco. Il giovane pragmatismo di Masini: “Io ci provo”
“Per la Serie A devo migliorare ancora tanto, sia tecnicamente che fisicamente. È uno step che cercherò di fare. Io ci provo”. Maturità e consapevolezza, nonostante la giovane età, in ciò che si è e in ciò che si vuole essere. A parlare ai microfoni de lacasadic.com è Patrizio Masini, centrocampista classe 2001 del Lecco che, con l’arrivo di De Paola, ha raggiunto il quinto posto del girone A. La Serie A con “Marassi” all’orizzonte, un intimo rapporto con il mare e il calcio. Il presente è la maglia bluceleste. Quantità e qualità per la sua squadra. Negli occhi la voglia di prendersi e scriversi il futuro. Occhi la cui luce trasmette spensieratezza e voglia di brillare. Gli occhi di Patrizio Masini.
Il Genoa, Pogba e Marassi
La Spezia dove parte il viaggio. A 10 anni la scelta di andare al Genoa: “Fin da subito mi sono sentito a casa”. Anni in cui vede da vicino i campioni della Serie A: “Mi capitava di fare il raccattapalle”. Uno il ricordo speciale. Genoa-Juventus la partita: “Durante il riscaldamento Pogba si avvicinò per salutarmi e chiedermi come stessi”. Emozioni. Da centrocampista a centrocampista. Anni di partite. Anni di derby: “La mia prima partita fu proprio contro la Sampdoria. Vincemmo 2-0, gol mio e di Pellegri”. E Marassi: “Magico. Ricordo che da piccolo prima di un derby giocammo noi ragazzi. Feci un tiro e la curva lo accompagnò con un boato”. Dal boato agli applausi: “Dopo la finale del Viareggio facemmo il giro di campo per salutare i tifosi. Bellissimo”.
Nelle stagioni con la Primavera si trasferisce a Genova in convitto: “In quel periodo ho legato molto con i miei compagni, come Rovella, Moro e Raggio. Eravamo un gruppo fantastico. Era la nostra forza, come a Lecco”. Poi gli allenamenti con il Genoa di Andreazzoli o Thiago Motta. “Altro livello. Mi impressionarono la fisicità di Soumaoro e la tecnica di Sanabria”. E i consigli di Pandev: “Una persona eccezionale, sempre pronto ad aiutare”. Dal Genoa al salto nel professionismo, prima alla Sambenedettese e poi al Lecco. Due i riferimenti da cui imparare: “Vidal ai tempi della Juventus e Barella”. E a vederlo giocare un po’ lo ricorda il numero 23 dell’Inter.
Masini, il Lecco e il futuro
“Per la mia crescita il Lecco è stato fondamentale. La forte volontà del ds Fracchiolla nel chiamarmi, la fiducia di tutto l’ambiente: la piazza ideale”. Un amore a prima vista. L’arrivo l’ultimo giorno del mercato invernale della scorsa stagione dalla Sambenedettese. La buona partenza con Zironelli, le difficoltà e la svolta. “Eravamo partiti bene, poi non so cosa sia successo. De Paola ci ha trasmesso una grande fame”. Una la cosa da fare: “Ragionare partita per partita. Dobbiamo essere sempre concentrati e aggressivi. Il gruppo è la nostra forza”. E poi il futuro: “Ho ancora due anni di contratto con il Genoa, a quella maglia sono legato. L’obiettivo è di crescere sempre. Io voglio continuare a fare bene in questa ultima parte della stagione”. La voglia di arrivarci nel momento giusto, senza accelerare i tempi. Un sogno davanti a sé, un campo da calcio per conquistarselo. Un passo alla volta. Una corsa alla volta.
La Liguria di Masini
Il profumo del mare di sottofondo. Il suono delle onde ad accompagnare il suo viaggio. Radici indissolubili con la sua terra, la Liguria. Un legame intimo e profondo: “Ne sono innamorato”. Da La Spezia a Genova. Nel mezzo le crêuze de mä. Le chiacchierate in piazza con gli amici di sempre. Le passeggiate in via Prione a La Spezia o a Lerici. Le cene con la sua ragazza a Genova. Le uscite in barca. “Mi piace andare a pescare. In estate vado con mio padre e mio fratello”. Immagini che sanno di casa. Tranquillità, serenità e l’amore per la famiglia e la ragazza. “Appena posso torno”. Dalle onde del mare a quelle del lago, quello di Lecco: “Un po’ mi ricorda la mia Liguria. E qui ho stretto belle amicizie, come con Buso, Kraja e Tordini. Abbiamo anche una nostra esultanza”.
L’università, la musica e uno sguardo verso l’orizzonte
“Guardo molte partite della Serie A”. Un giocatore che gli piace? “Frattesi, davvero fortissimo. Ho sempre voluto rubargli qualcosa”. Oltre al calcio ci sono gli studi: “Sono iscritto alla facoltà di Economia aziendale dell’Università di Genova. Mi è sempre piaciuto studiare, anche se con il calcio non è semplice”. E poi la passione per la musica: “La ascolto sempre anche prima delle partite”. La passione per Ligabue: “‘Non è tempo per noi’ la mia canzone preferita”.
Intensità, sobrietà, una passionale freddezza. Nel vederlo giocare la sensazione di chi sul campo ci lascia anima e cuore. Nel parlarci l’idea di un ragazzo che ha la consapevolezza di ciò che vuole essere e di ciò che serve per ottenerlo. Un percorso. “Continuare a dare il meglio ogni partita. Solo dando il massimo si può ottenere qualcosa di grande. Io ci voglio provare”. Quello che Patrizio Masini augura a se stesso. “Volere è potere“. Uno sguardo alle onde del mare. All’orizzonte il suo futuro. Lui è pronto per scrivere le pagine più importanti della sua storia. Con la passione. Con la testa. Il giovane pragmatismo di Patrizio Masini.
A cura di Nicolò Franceschin