Ricordi, sentimenti e sensazioni contrastanti. Affrontare il proprio passato è sempre un’emozione particolare, che Massimo Brambilla avrà il piacere di assaporare nella giornata di domenica 2 ottobre. L’allenatore della Juventus Next Gen sfiderà il suo passato. Non una squadra qualunque, bensì la Pergolettese, squadra con la quale il classe 1973 ha concluso la carriera da calciatore e ha iniziato quella da allenatore, nei giovanissimi nazionali. Nella testa mille immagini di partite vissute dentro e fuori dal campo. 50 kilometri separano Vimercate, città nella quale è nato e cresciuto Brambilla e Crema. I primi passi nel mondo del calcio l’attuale allenatore bianconero li ha fatti a circa un’ora di macchina da lì, nel Monza e ne è valsa la pena. Infatti ha conquistato la prima promozione della sua carriera dalla Serie C alla B con la maglia biancorossa. È l’inizio di un lungo viaggio.
Una carriera da giocatore iniziata a Monza e terminata a Crema, una storia da allenatore iniziata proprio in Brianza e che adesso lo ha portato a sedere sulla panchina della Juventus. In campo, Brambilla è un centrocampista lottatore e ordinato, nonostante il fisico non imponente. Reggiana, Parma, Bologna, Torino, Siena, Cagliari, Mantova e Pergocrema le tappe della sua carriera. Due campionati di Serie B conquistati e tanti campioni conosciuti nel corso della sua avventura. Chiedere a Roberto Baggio per conferma, che nel 1997 arrivò al Bologna soffiando il posto da titolare proprio al classe 1973. Anche Gianfranco Zola ne sa qualcosa, visto che è stato compagno dell’allenatore ai tempi del Cagliari e con il quale ha condiviso gli ultimi minuti nel mondo del calcio in un Juventus-Cagliari nel 2005. Una carriera terminata proprio nel Pergocrema. Un viaggio con un lieto fine.
La prima panchina della sua carriera è proprio quella della squadra gialloblù. La società decide di affidargli i giovanissimi nazionali, pronto a scoprire e lanciare nuovi talenti. Un compito che calza a pennello all’allenatore. La sua esperienza più importante fino ad ora, infatti, è stata proprio con la Primavera dell’Atalanta, fabbrica di talenti per eccellenza. Kulusevski, Piccoli, Traorè alcuni dei nomi lanciati nel mondo del calcio dall’allenatore che conquisterà due scudetti consecutivi con la formazione nerazzurra. In estate, poi, la chiamata della Juventus Next Gen, con un unico obiettivo: continuare a sfornare talenti da lanciare nel mondo dei grandi. In estate ha avuto anche l’opportunità di allenare Rabiot, aggregato al ritiro della sua squadra. Esperienze importanti. “Gli allenatori sono prima di tutto educatori“, racconterà in un’intervista a gianlucadimarzio.com. Spirito e personalità, con la voglia di formare uomini pronti a imporsi e lasciare un segno del mondo del calcio.
A cura di Fabio Basile
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