“Ci vogliono convinzione e autostima!”. Sono queste le parole con cui Massimo Oddo dava il via alla sua esperienza sulla panchina del Padova nel febbraio del 2022. Convinzione e autostima, due strumenti che porterà con sé anche nella nuova avventura di Ferrara. L’ex capitano della Lazio è il nuovo allenatore della Spal. Un profilo, quello di Oddo, che in Serie C lo ha visto vincere il suo primo trofeo da allenatore.
“I colori come i cambiamenti seguono il cambiamento delle emozioni.” Così Pablo Picasso descrive il legame che si crea tra un colore e la sensibilità dell’uomo. Ogni colore è capace di creare sentimenti ed emozioni diverse in ognuno di noi. È con questa immagine che ci piace rappresentare l’inizio della nuova avventura di Massimo Oddo alla guida della Spal. Due colori, il bianco e l’azzurro. Colori che hanno contraddistinto la carriera di Oddo. Riavvolgiamo il nastro al 14 giugno 1976; giorno della sua nascita. Oddo è figlio d’arte. Il padre Francesco ha iniziato la sua carriera con la maglia biancoazzurra del Pescara in Serie C. Quella stessa Pescara che qualche anno dopo, appesi gli scarpini al chiodo, allenerà in Serie B.
Si sa, il DNA non mente mai. La famiglia Oddo rappresenta il primo caso nel calcio professionistico in cui padre e figlio abbiano allenato la stessa squadra. È all’insegna del biancoazzurro che l’ex terzino di Verona e Lecce, tra le altre, inizia a muovere i primi passi da allenatore. A Pescara trascorre tre stagioni positive. Subentrato a poche giornate dal termine della regular season riesce a conquistare i play-off per la promozione in Serie A perdendo in finale, ma conquistandola l’anno seguente. Promozione che gli vale la chiamata dell’ Udinese per sostituire Gigi Delneri. Ad Udine prima, così come a Crotone poi, non vive esperienze entusiasmanti. Nel 2019 ricomincia nuovamente dalla serie B a Perugia. Anche in Umbria affronta una stagione deludente. I biancorossi retrocedono in Serie C, ma Oddo non li segue. È solo questione di tempo.
Oddo è uomo di campo e ama il rischio. Lo dimostra a soli 18 anni cimentandosi nell’impresa di marcare Marco Van Basten (anche se solo in allenamento). A febbraio 2022 accetta una nuova sfida. A chiamare è sempre il bianco, ma questa volta di fianco c’è il rosso del Padova. L’ex terzino arriva in Veneto con l’entusiasmo della “prima volta”. Da allenatore, infatti, non ha ancora mai allenato nella terza serie. I primi ricordi della Serie C risalgono a quando giocava. L’ex capitano della Lazio ha infatti debuttato tra i professionisti proprio in Serie C con la maglia del Fiorenzuola (rosso e nero…alle volte il destino sembra aver scritto già tutto). In seguito, sempre in serie C, ha vestito le casacche di Monza, Prato e Lecco.
Il primo approccio alla causa biancoscudata è subito di impatto. La società gli propone un contratto pluriennale. Oddo non ci sta. “Penso che la gente mi deve conoscere, non voglio un contratto pluriennale e non ho chiesto opzioni. Ci guardiamo, ci conosciamo e se ne riparlerà”. Nessuna falsa promessa. Conosce le insidie del mestiere.
Il concetto? Il lavoro e i risultati prima di tutto. Questo è quello che ha appreso dai maestri che ha conosciuto nella sua carriera. Da Novellino a Mancini fino ad Ancelotti e Lippi. La stagione in Veneto è memorabile e coronata da quello che rimane ad oggi il suo unico trofeo da allenatore. Donnarumma, Curcio e compagni conquistano la Coppa Italia contro i campioni del girone del SudTirol. Il secondo posto a fine stagione vuol dire play-off. L’avversario della finale è l’ostico Palermo che vuole completare la sua scalata per tornare nel calcio che conta e dimenticare per sempre quel maledetto fallimento. Oddo ci crede. Il coach di finali ne ha giocate tante. In quella serata al Renzo Barbera ritornano alla mente le notti di Atene e di Berlino.
La grinta, la determinazione e la cattiveria agonistica sono le stesse, ma questa volta è lui a doverle imprimere nei suoi calciatori. Al triplice fischio è il Palermo a volare in Serie B, ma resta la soddisfazione di aver portato oltre 500 tifosi padovani fino in Sicilia. L’esperienza con il bianco(rosso) del Padova si chiude come da premesse. Oddo ritiene che non ci siano le condizioni per proseguire il sodalizio biancoscudato e, d’accordo con il DS Mirabelli, a scadenza del contratto si fa da parte.
Oggi, ancora una volta sono il bianco e l’azzurro a chiamare Massimo Oddo. Quei colori che ha condiviso anche proprio con Daniele De Rossi che andrà a sostituire sulla panchina della Spal. La maglia era quella della Nazionale; la competizione il Mondiale di Germania 2006. Gli avversari i francesi, in maglia bianca. Prendete una tavolozza, mischiate i colori e il risultato sarà un indimenticabile cielo azzurro sopra Berlino. Oggi a Ferrara come ieri a Berlino è una corsa verso la conquista di un obiettivo: quella salvezza che Oddo ha rincorso anche da calciatore con la maglia della Lazio, sempre all’insegna del bianco e dell’azzurro come papà.
A cura di Alvise Gualtieri
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