Mastalli, il rossonero nel destino: “Abbiati mi chiamava capitano, grato a Inzaghi e Caserta”
O capitano, mio capitano, recitava Robin Williams nel film ‘L’attimo fuggente’. Un ruolo che conosce bene Alessandro Mastalli, centrocampista in forza alla Lucchese che nella scorsa giornata ha realizzato la sua prima rete con la sua nuova maglia: “Il rossonero mi porta bene, ho subito pensato quando è arrivata la chiamata della Lucchese“ ha esordito in un’intervista a LacasadiC.com raccontando delle sue esperienza al Milan e del ruolo di leader che il classe 1996 ha recitato nel corso della sua carriera. Dall’esordio con Filippo Inzaghi alla promozione con la Juve Stabia: a tutto Alessandro Mastalli.
Mastalli e la Lucchese: questo matrimonio s’ha da fare
“Lucca era proprio quello di cui avevo bisogno. Una piazza è molto bella. Spero di fare tanti gol“. Mastalli è ripartito dal girone B di Serie C. Qualità e quantità, pronto a dare tutto per la sua nuova maglia. “Mi sono trovato subito bene, l’allenatore è una persona squisita“.
Il passato al Milan: “Abbiati mi chiamava capitano. In rossonero dovevo dare l’esempio”
La fascia di capitano del Milan dai Giovanissimi Nazionali alla Primavera, la fiducia di Brocchi e l’esordio in Serie A con Filippo Inzaghi poi. Emozioni forti, raccontate con la voce di un bambino: “Ho indossato la fascia per tutta la trafila delle giovanili, sono stato il capitano di Donnarumma, Calabria, Vido, Locatelli. Giocatori che ora sono ai massimi livelli. Al Milan il capitano deve dare sempre l’esempio, dovevi portare in alto quello stemma“. Un ragazzo semplice, dentro e fuori dal campo, che ha saputo distinguersi anche negli allenamenti con la prima squadra: “Quando ero aggregato ai grandi, Abbiati, che conosceva Brocchi, mi chiamava capitano. Sono emozioni che non scorderò mai”. Parole di un ragazzo diventato uomo con il Milan nel cuore e il calcio nel sangue.
L’esordio in Serie A: “Difficile raccontarlo a parole. Mexes venne da me…”
Toccare il cielo con un dito, chiedere a Alessandro Mastalli per informazioni. Farlo nello stadio dei propri sogni, poi, la ciliegina sulla torta: “Non riuscivo a rendermene conto“, racconta emozionato. Era il 24 maggio 2015, stadio “Meazza”, Milan-Torino. Al 76′ Poli esce dal campo de entra Mastalli: “Ho coronato il mio sogno. Al primo pallone toccato ho calciato verso la porta e Mexes, con cui avevo un grande rapporto, venne da me dicendomi: “Piccolo, stai andando forte”. Mi ha incoraggiato sin da subito, è davvero un grande campione“.
A farlo esordire fu Filippo Inzaghi, lo stesso allenatore che aveva dato fiducia a Mastalli in Primavera confermandolo come capitano della squadra. Una persona importante per la carriera del classe 1996: “Un grande uomo e un grande allenatore. Ciò che ha dato al calcio rimarrà nella storia. Mi ha preso ragazzo e mi ha fatto diventare uomo, mi ha dato degli spunti che mi sono serviti tanto, non smetterò mai di ringraziarlo“.
Mastalli e le prime esperienze tra i grandi: “Zeman ti massacra. La Juve Stabia è una parte del mio cuore”
Da Inzaghi a Zeman. Un cambio importante per Alessandro, che la prima vera esperienza tra i grandi la fa in Svizzera, con il Lugano allenato da Zdenek Zeman: “Una personalità importante. Ha una mentalità tutta sua, non cambia mai modo di giocare. In campo non fumava mai, ma nel suo spogliatoio era difficile entrare. A livello fisico, però, ti massacra“. Dopo il Lugano, l’esperienza che cambierà la vita di Mastalli.
La Juve Stabia decide di puntare su di. Ha totalizzato 118 presenze con la maglia dei campani, una promozione in Serie B con la fascia di capitano al braccio e tanti ricordi nella mente: “Castellammare rimarrà sempre nella mia vita, avevo un rapporto bellissimo con la piazza. Non me ne sono andato per mia volontà, una persona non mi voleva più e sono state dette tante cose sul mio conto“. Un epilogo difficile da digerire, ma l’esperienza resta tra le più significative della carriera di Alessandro: “Ho conquistato la promozione con la squadra con la fascia da capitano al braccio, non lo dimenticherò mai“.
MastaIli, il rapporto con Caserta e l’esperienza a Avellino
Nonostante la giovane età, Mastalli era il capitano della Juve Stabia. A volerlo fu Fabio Caserta, allenatore che ha dato tanto ad Alessandro come uomo e giocatore: “Sono cose che vanno al di là del campo. Il mister mi diede la fascia alla sua prima esperienza in panchina, sono stato il suo primo capitano. Mi diceva di comportarmi come sapevo fare, mi ha dato tanto come uomo. Ho saputo dell’esonero, mi dispiace perché lui è un grande allenatore che può arrivare anche in Serie A“.
L’addio ala Juve Stabia lo ha portato all’Avellino. “Mi rimarrà nel cuore, nonostante abbia giocato poco. Tutte le persone che ho conosciuto, la squadra, i tifosi erano dalla mia parte“. D’altronde, fuori dal campo, Mastalli il cuore lo ha lasciato davvero: “Ad Avellino è nato mio figlio, un ‘bambinone’. Mi basta vederlo e la mia giornata diventa migliore. Prima quando perdevo avevo il muso per giorni, adesso mi basta vedere il suo sorriso” racconta papà Mastalli.
Mastalli: “Mi reputo fortunato, conosco i rischi del mestiere”
La vita da papà calciatore, poi, Alessandro la conosce bene. Il papà Ennio, infatti, ha giocato a Livorno, Bologna e Catania, tra le altre. Alle spalle anche un grave infortunio a un ginocchio: “Conosco i rischi del mestiere, sono fortunato (ride, ndr). Mio papà mi ha sempre lasciato decidere in tranquillità nella mia vita. Io farò fare a mio figlio quello che piace a lui. Adesso la mia vita è cambiata, corro a casa dopo gli allenamenti per vederlo”. Un curriculum importante alle spalle e tante sfide ancora da affrontare. Tra le 12:30 e le 14:30 come pensa la Lega Pro? “Per me è una buona cosa, sono gli orari della Primavera. Vorrà dire che farò una colazione più abbondante e pranzerò tardi” ha concluso Mastalli.
Alessandro Mastalli è pronto a vivere la sua nuova esperienza. Il gol contro il Rimini fa già sognare i tifosi della Lucchese. La stagione è ancora lunga, ma Mastalli è pronto a lasciare una parte di sé anche a Lucca.
A cura di Fabio Basile