Da Brooklyn fino a Campobasso col calcio nel cuore: è anche il successo del presidente Rizzetta
C’è un filo sottilissimo nella vita di Matt Rizzetta, che lega Brooklyn sino a Campobasso. Sulla scia di altri impenditori americani approdati nel calcio italiano, su tutti Pallotta e Friedkin alla Roma e Commisso, di cui è grande amico, alla Fiorentina, Rizzetta ha voluto investire nel nostro calcio. Lo ha fatto con una quota di minoranza in Serie B con l’Ascoli appunto ma, soprattutto, ha riportato il Campobasso tra i professionisti in appena due anni.
Rizzetta tra la North Sixth Group e la passione per il calcio
La storia di Rizzetta rappresenta quello che comunemente viene chiamato “il sogno americano”. Matt con i nonni emigrati dal Sud Italia e con tanta fatica per farsi strada a New York, riesce a realizzare il suo sogno. Esporta il suo brand nel Nord America e lo denomina proprio come la prima strada in cui abitavano i suoi nonni quando sono emigrati. “North Sixth”: questo il nome della holding, che opera in molteplici settori. In particolare quello del marketing e media business di tipo futuribile e avanguardistico. Rizzetta però al contempo ha sempre avuto una grande passione: il calcio.
Un amore irrefrenabile che lo riporta in Italia, la sua terra natia. A Campobasso inizialmente è socio di minoranza, affianca il presidente Mario Gesuè, e con lui decide di internazionalizzare il brand Campobasso. Per questo la sua idea è quella di focalizzare il progetto sui giovani emigrati. Ed è quello che succede. Il Campobasso è un mix di tante culture con tantissimi giovani. Lo dimostra l’età media della squadra: 22 anni.
L’ambizione di Rizzetta
Determinazione e gioventù al potere. Questo potrebbe essere il motto della stagione del Campobasso che segue precisamente la fisonomia voluta dal presidente Rizzetta. Una squadra dominante sotto tutti i punti di vista. Numeri da capogiro ma non ci si ferma certamente qui. Dietro un progetto simile non può mancare mai l’ambizione ed è per questo che Matt vorrà rendere il suo Campobasso competitivo anche tra i pro e riprendere quel discorso interrotto bruscamente due anni fa.