Non esistono rimedi per fermare il tempo. Può aiutare solo la scaltrezza di non perdere le occasioni che il destino offre. E’ quello che ha fatto anche Matteo Casarotto, attaccante classe ’98 in ascesa della Virtus Verona.
Cinquanta anni fa in Inghilterra i Pink Floyd incidevano “The Dark Side of the Moon”. Un album che ha disegnato un vero e proprio viaggio nella natura umana. Come quello che ha portato Matteo Casarotto ad arrivare sui campi di Serie C. Un viaggio quasi “floydiano”.
Nella raccolta la band inserì un brano che doveva esortare l’ascoltatore a non focalizzarsi sugli aspetti futili della vita: “Time”. Così ha fatto anche Casarotto. Al Montecchio Maggiore, la sua prima squadra, non è stato un attaccante come tanti. Lui era il capitano goleador. Atletismo, velocità di esecuzione, buone capacità balistiche e precisione nei calci piazzati: queste le caratteristiche del ragazzo. Tutte frutto della sua infinita ammirazione per Paulo Dybala. In 15 anni con la stessa maglia si è fatto conoscere e amare da tutti. In campo era il leader che tutte le squadre vorrebbero avere. Oggi diremmo: una bandiera. Il merito? Tanto amore e passione per questo sport e per quella maglia. Pregi di un ragazzo umile, semplice e senza fronzoli.
Famiglia, pallone e lavoro lo completano. Per un ragazzo che viene dalla provincia le occasioni non arrivano mai da sole. Non si può perdere tempo e bisogna rimanere vigili, i treni giusti passano una sola volta e mai per caso. Tutto ciò è successo anche a Casarotto. Bisogna “sentire lo sparo giusto”, per continuare sulle note dei Pink Floyd. Matteo quello ‘sparo’ di cui parlava il gruppo inglese non solo l’ha sentito, ma forse l’ha proprio lasciato partire. Come l’inizio di qualcosa di grande. Giugno 2022, il Montecchio Maggiore ha vinto la Coppa Italia di categoria e Casarotto ha messo a referto 42 reti stagionali.
Numeri che gli sono valsi la vittoria della classifica marcatori del girone e la promozione della squadra in Serie D. Dopo anni trascorsi tra fabbrica e campi da calcio perché il pallone non bastava per vivere Matteo ha trovato il suo “Time”. Il tempo. La stanchezza non era cosa da lui. Di giorno operaio in una conceria, di sera calciatore sognando la “Joya”. Le lacrime di mamma e papà, sempre accanto a lui, del nonno che abita lontano ma che Matteo ha sempre considerato il suo primo tifoso e la gioia incontenibile della sua ragazza sono note dolci che hanno completato la sua melodia.
Poi un altro elemento “floydiano”. L’arte di arrangiarsi, l’idea che non sempre ci sarà qualcuno ad aiutarti. Matteo, infatti, ha inciso la sua musica così, da solo. L’unico strumento ad accompagnare le sue ambizioni erano i suoi piedi. Dinamismo, guizzi improvvisi e grande personalità hanno fatto di lui il calciatore che è oggi. Tuttavia, qualcuno che ti sprona a migliorare, a crescere e a non mollare c’è sempre. Anche qui i genitori hanno sempre occupato il primo posto poi però c’è sempre stato un altro nome che è diventato un esempio per Matteo: Alessandro Del Piero. Veneto come Matteo, attaccante come lui e anche capitano. Umiltà in campo e fuori.
L’ex capitano della Juventus non ha mai avuto eguali per Casarotto. Di Del Piero prenderebbe tutto. Tecnica, giocate, modo di stare in campo, ma soprattutto la sua leadership. Come il numero 10 bianconero a Torino anche Matteo ha indossato la fascia della stessa squadra per molti anni. Lo ha fatto da leader mettendo la squadra e i compagni sempre al primo posto e, come ha raccontato lui stesso, lo ha imparato da “Pinturicchio”. E’, tuttavia, nelle difficoltà che deve uscire il vero “Del Piero” e Matteo lo ha dimostrato anche nello spogliatoio, incitando tutti i suoi compagni a non mollare. Risultato? Una Coppa Italia vinta e una promozione in Serie D guadagnata.
Le occasioni, quando arrivano, vanno colte al volo. Dopo la grande soddisfazione con il Montecchio, nell’estate 2022 è arrivata la chiamata che gli ha cambiato la vita. La Virtus Verona ha deciso di tesserarlo aprendogli le porte del calcio professionistico. Il merito? Solo di Matteo. Ogni evento della vita ha sempre un legame con l’individuo. La consapevolezza delle sue doti e la dedizione al lavoro hanno portato Matteo alla realizzazione di un sogno.
Matteo non ha mai nascosto la paura per il doppio salto dall’Eccellenza alla Serie C, ma si sa, “On the run”. Paure e pensieri vanno gestiti e devono diventare il nostro trampolino di lancio. I Pink Floyd l’hanno fatto a tempo di sintetizzatore, Matteo lo ha fatto a ritmo di gol.
Gol come quello segnato contro il Mantova. Il primo in Serie C, il primo tra i “grandi”. Un assolo da brividi che ha fatto esplodere di gioia il classe 1998. Un assolo con la maglia della Virtus che nascondeva però un segreto: Juanito Gomez. Con il compagno di reparto ha condiviso la gioia di un altro gol nel match con la Pro Patria. L’ex Hellas è diventato il punto di riferimento per Matteo. L’esperienza e il carisma di Juanito fungono da spartito per comporre una nuova canzone. Magari intitolata “il lato rossoblu di Matteo Casarotto”. Un diamante grezzo pronto a brillare su Verona.
A cura di Alvise Gualtieri
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