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Contini si racconta: “Napoli, che emozione! Avevo i brividi davanti a 70.000 spettatori”

Una storia lunga più di 18 anni in un campo verde da gioco e che continua oggi su una “panchina calda come il sole” recita la celebre canzone di Morandi “L’allenatore”. Matteo Contini ha giocato in tutte le categorie professionistiche italiane. Una carriera iniziata in Lega Pro nella sua Lombardia e che è arrivata fino al Napoli, in piena rampa di lancio e pronto a ritornare una big del calcio italiano. Sono tantissimi i personaggi incontrati in questi anni da giocatore, in una avventura piena di aneddoti e partite memorabili. Contini si racconta in esclusiva ai nostri microfoni della redazione de la “lacasadic.com.

Contini e il Napoli con Hamsik e Lavezzi

Che dire…è stato un onore vestire la maglia del Napoli, è grande l’emozione quando entri al San Paolo e la senti già quando sei ancora sopra il pullman.” Esordisce così Matteo Contini quando parla della sua esperienza più importante della sua quasi ventennale carriera da difensore centrale. 2 stagioni e mezzo in azzurro che non dimenticherà mai: “Giocare davanti a 70.000 persone è il ricordo più bello che mi porto da Napoli, dalla tifoseria e dalla città. Hamsik e Lavezzi? Anche se erano ancora giovani, ho avuto la fortuna di aver potuto giocare con loro. Giocatori di qualità dove si era creato un bel gruppo, mi sono divertito e ricordo con affetto quegli anni lì

Contini: “Zeman allenatore e persona straordinaria. Stroppa in A perché lo merita”

Restando sempre in Campania, oltre al Napoli nel 2003-2004 Matteo Contini ha giocato con la maglia dell’Avellino, una delle squadre più rivali del club di De Laurentiis. Fu l’anno della Serie B a 24 squadre e gli irpini potevano contare su Zeman in panchina: “Mi ricordo che è stato una bellissima esperienza. Purtroppo alla fine siamo retrocessi in Serie C, però è stato un anno dove mi sono divertito tantissimo. Mi è piaciuto giocare e allenarmi con un allenatore come Zdenek Zeman, con i suoi metodi. Conoscendolo è una persona straordinaria. Quella Serie B era quasi una Serie A, era anche la mia prima volta che mi affacciavo in quel campionato, ma è stato bello ed emozionante. Qualche volta è venuta meno l’esperienza, ero un ragazzino. Però è stato bellissimo, peccato per la mancata salvezza. Una esperienza che è stata un trampolino da lancio.

E ad Avellino Matteo Contini ha potuto conoscere anche compagni di squadra come Giovanni Stroppa, oggi allenatore come l’ex Napoli: “Stroppa ha dimostrato nelle varie categorie di meritarsi di arrivare in Serie A. Non è neanche la prima volta per lui in massima serie, visto che ha allenato anche il Pescara nel 2012. Questo vuol dire che ha dei grandi meriti perché è lì. A lui non mi permetterei mai di dare dei consigli. Sono un suo collega e sono sicuro che farà bene“. 

L’ultimo playout della storia della A e il racconto di quella salvezza miracolosa con Bresciano e Grella

Il Parma a cavallo tra gli anni ’90 e i primi anni 2000 è stato uno dei più grandi club del panorama calcistico italiano. Basti guardare il suo palmares e le sue rose dell’epoca per capire quanto fosse forte quella squadra. Contini ha vissuto l’ultimo frangente di storia europea della formazione emiliana, addirittura arrivando a giocare nel 2004-05 la semifinale di Coppa UEFA. Il racconto di quella stagione e di quella salvezza raggiunta nell’ultimo playout della storia del calcio italiano: “Ancora mi vengono i brividi non tanto alle due partite contro il Bologna ma quei 20 giorni di allenamenti con la pressione dei tifosi. Prima di questo playout c’era una tensione, un’agonia e una condivisione di quel momento con tutta la squadra fuori dal comune. Dopo l’andata eravamo spacciati, ci davano per retrocessi in Serie B. Nella gara di ritorno abbiamo fatto una partita che rimarrà nella storia del Parma: abbiamo ribaltato il risultato.”

Due compagni di quella avventura parmense erano Mark Bresciano e Vincenzo Grella, oggi entrambi facenti parte della dirigenza del nuovo Catania di Ross Pelligra ripartito dalla Serie D: “Quando sei giocatore ti puoi aspettare che qualche tuo compagno un giorno possa diventare un dirigente o no. La vita fa scoprire nuove passioni e se tu la coltivi è giusto fare questa strada. Bresciano e Grella io li vedevo dirigenti e li vedo bene nel nuovo progetto del Catania.”

Contini e l’inizio in Serie C1 e la differenze con la Lega Pro del 2022

Nel 1999 in Serie C è partita la carriera di Matteo Contini, proprio dalla sua Lombardia col Lumezzane. Fino al 2003 disputa il campionato di Serie C1 fino al grande salto prima in B e poi in Serie A. Il calcio è cambiato e l’ex difensore nota come e cosa c’è di diverso tra la vecchia Lega Pro e quella del 2022: “La differenza c’è e si nota. Rispetto ad oggi in Serie C una volta giocava gente più grande che faceva la propria carriera in quelle serie e le partite erano battaglie. Magari ai giorni nostri c’è più qualità a livello tecnico, ma i giovani di una volta avevano un altro tipo di preparazione. Sono cresciuti diversamente da noi. Era una Serie C dove si dava l’anima per portare a casa il risultato, c’era il premio a punti e le situazioni sono diverse che oggi non esistono più“.

Contini e il primo anno di Pioli in Serie A a Parma: “Oggi è cambiato ed è un piacere vedere la sua squadra”

Il secondo tempo della carriera calcistica di Matteo Contini si è spostato in panchina. Dal 2018 ha intrapreso questa nuova strada ripercorrendo anche gli insegnamenti dei suoi allenatori: “Come allenatore ho preso spunto un po’ da tutti i miei allenatori che ho avuto in carriera. Tutti mi hanno lasciato dentro qualcosa che insegno ai miei ragazzi. Ho studiato e ho avuto sempre la curiosità di scoprire cose nuove.” Contini non ha esitato a parlare di Stefano Pioli, che lo ha avuto a Parma nel 2006-07, alla prima in Serie A dell’attuale allenatore del Milan Campione d’Italia in carica.

Ho un pensiero molto positivo su di lui. Anche se era la sua prima esperienza in Serie A al Parma non ha fatto male. Oggi è cambiato molto, è un piacere vedere giocare la sua squadra, per come si muove e per come affronta la partita. Ha fatto dei cambiamenti sicuramente importanti e si merita di stare dove è arrivato.” Pioli e Contini si sono incontrati però anche nel 2003-04 in B, in un Avellino-Salernitana dove i ragazzi di Zeman hanno ribaltato la partita in un minuto con una doppietta di Kutuzov: “Quella partita fu sofferta, con lo stadio pieno e sì la speranza era per noi arrivata al lotto. Nel giro di pochissimo abbiamo ribaltato completamente il risultato ed è stato un boato di entusiasmo tutto da vivere“.

Le prime vittorie con la Pergolettese e su Mussa: “Evidentemente le idee con la società erano differenti”

Come anticipato gli ultimi anni di Matteo Contini li ha vissuti da allenatore guidando prima la Pergolettese, vincendo anche un campionato di Serie D, e lo scorso anno la Giana Erminio in Lega Pro: “Sicuramente sono state avventure affrontate tutte in modo diverso, annata per annata. Anno dopo anno ho fatto le mie piccole esperienze perché è stata una cosa bella da scoprire. Sono un allenatore che cerca di ascoltare i propri ragazzi e la propria squadra.” E poi Contini si è soffermato sull’addio improvviso di Giovanni Mussa dalla panchina dei gialloblù a poche giornate dall’avvio del campionato di Serie C: “Non mi aspettavo questo addio improvviso. Evidentemente le sue idee con la dirigenza erano differenti. Cose che capitano nel calcio, ma è strano che sia capitato ad una settimana dall’avvio del campionato“.

A cura di Federico Rosa

Redazione

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