Il campionato di Serie C come la Formula Uno. Un gran premio, fin qui, che vede il testa a testa tra Reggiana e Modena. Due macchine perfette. O meglio, quasi perfette. Qualche dettaglio è migliorabile. E il Modena non ha dubbi. Il pezzo mancante si chiama Matteo Piacentini. Migliorare una macchina con uno che con le macchine è cresciuto. Tra Maranello e Fiorano, dove il calcio non è di certo l’interesse principale.
Matteo lo sa. E fin da piccolo passa diverse giornate agli Open Day della Ferrari. Una passione che continua a coltivare nel corso degli anni. Ma la sua strada non è in pista bensì sui campi di calcio. Ed è proprio tra Maranello e Fiorano che tira i primi calci ad un pallone. Per Matteo è un modo per divertirsi e stare con gli amici. Ma ben presto in molti si accorgono che per lui non può essere solo uno svago. Il talento è tanto ed accorgersene per primo è il Sassuolo. Tanti i cambiamenti con i neroverdi. In primis il ruolo: da centrocampista viene arretrato a difensore centrale. La sua crescita nelle giovanili è molto costante. Passo dopo passo fino ad arrivare alla Primavera in cui gioca con Giacomo Raspadori. Diventa subito un pilastro e partecipa anche al Torneo di Viareggio dove viene eliminato dalla Fiorentina di Sottil. A detta sua, il più difficile da marcare.
La crescita del Piacentini giocatore procede di pari passo con quella del Matteo ragazzo. La passione per il calcio aumenta con il passare del tempo, come quella per la Formula Uno. E non potrebbe essere altrimenti per uno cresciuto a Maranello. Una passione che Matteo porta anche sui campi di calcio. In particolare ammira Verstappen e Leclerc, che osserva attentamente cercando di rubare gli aspetti migliori. Nel frattempo il Sassuolo decide di mandarlo in prestito a Teramo per fare esperienza in Serie C. Matteo in breve tempo diventa uno dei pilastri. Guida squadra e difesa proprio come un vero capitano. Con personalità e leadership, doti che ha appreso osservando il suo idolo Sergio Ramos. Ed è proprio così che Matteo macina presenze e prestazioni convincenti. In totale in maglia biancorossa sono più di 100. Ma sarebbero state molte di più se non fosse per una pubalgia che lo ha tenuto lontano dai campi. Un ostacolo superato con professionalità e dedizione, come ha sempre fatto. Le stesse che mette in campo e anche fuori. In particolare, nello studio. Il liceo scientifico e la facoltà di Scienze Motorie all’università. Con un futuro, magari, da fisioterapista.
Il futuro, per ora, può aspettare. Il presente è da calciatore e la nuova avventura si chiama Modena, dove è tornato a respirare l’aria di casa. Tesser lo ha voluto fortemente e di lui dopo pochi giorni ha detto “mi ha fatto un’ottima impressione, si allena a cento all’ora.” Già, cento all’ora. Proprio come in Formula Uno. Proprio come Leclerc e Verstappen, da cui ha preso aggressività e mentalità. Due componenti in cui Matteo è riuscito a trovare un equilibrio. Qualità che torneranno utili da qui fino al termine della stagione. Il Gran Premio di Serie C è ancora lungo e la macchina del Modena non deve fermarsi. E Matteo, con Tesser e compagni, sa perfettamente come farla funzionare.
A cura di Filippo De Gradi
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