Sono giorni di fermento quelli che si vivono a Padova in vista del big match di sabato a Bolzano che vedrà di fronte i veneti ed il SudTirol in una sorta di finalissima che vale un’enorme fetta di serie B.
Nella città del santo è aumentata notevolmente la passione per la squadra e si respira nuovamente la stessa aria di circa 30 anni fa quando i biancoscudati si apprestavano ad affrontare lo spareggio di Cremona contro il Cesena che metteva in palio l’ultimo pass per la serie A.
Maurizio Coppola, ex centrocampista classe 65 e oggi osservatore della nazionale di serie D allenata da Giannichedda, era della partita e con un destro realizzò il 2-1 che aprì le porte del paradiso per i padovani: ”Fu per tutti un pomeriggio indimenticabile soprattutto per me che mi sbloccai nel momento più importante. Scene e sensazioni da pelle d’oca che ti porti dentro per tutta la vita. Una rete decisiva che mi ha trasformato in un beniamino per i tifosi anche se il merito va ad un gruppo straordinario che purtroppo nel giro di poco tempo fu smembrato da Viganò anni dopo…non mi ci far pensare…
In questi giorni l’aria che si respira in città è esattamente quella di allora. Non la vivo in prima persona perché abito a Roma ma i continui contatti con amici ed ex compagni di squadra oltre che sul web mi hanno riportato indietro nel tempo. Padova merita di tornare come minimo in serie B perché la terza serie sta stretta ad una piazza del genere”.
Ad un certo punto della stagione i giochi sembrano conclusi invece il cambio di rotta è avvenuto con l avvicendamento in panchina tra Pavanel ed Oddo:” È stata la mossa determinante. Vedo rispetto a prima una squadra più propositiva che pensa innanzitutto a darle e poi si preoccupa di non prenderle. Nove successi di fila, finale di Coppa Italia inclusa confermano questa inversione di tendenza. A Bolzano sarà fondamentale vincere ma l’importante è non perdere. Non dimentichiamo che c’è anche il match contro la Virtus Verona mentre gli altoatesini andranno a Trieste all’ultima giornata. Il campionato non finisce sabato”.
Maurizio ha fatto sentire la sua presenza sui social: “Sono certo che Ronaldo e compagni faranno il loro dovere. Però il calcio non è una scienza esatta e quindi è anche possibile che le cose non vadano per il verso giusto. In quel caso si disputeranno i play off senza fare drammi, fino a poco tempo fa viversi una situazione del genere era impensabile. Mando un grosso in bocca al lupo ai ragazzi che stanno onorando la maglia che indossano”.
Oltre ad aver risolto lo spareggio di Cremona, Maurizio è ricordato dai tifosi patavini anche per il suo primo gol in serie A contro il Brescia il 6 novembre 1994 direttamente da metà campo: “Oggi non si disputerebbe mai una partita del genere con 10 cm di acqua sul campo. Per nostra fortuna si giocò e sei uno dei pochi che mi sottolinea il fatto che sia stato il mio battesimo realizzativo nella massima serie anche se quasi tutti invece mi dicono che ho emulato il grande Maradona. Fino ad allora ci eravamo riusciti in tre da quella distanza in serie A: Diego, Paolo Monelli della Fiorentina ed Io. Ho anche questa soddisfazione di esser uno dei pochi giocatori in serie A ad essere stato avvicinato al 10. Fu comunque un gol voluto. Di Muri sbagliò il rinvio e vedendo Ballotta il portiere delle rondinelle fuori dai pali, ho calciato volutamente di prima intenzione ma talmente bene che la sfera si è letteralmente spiaccicata in fondo alla rete”.
Tanti anni tra il professionismo: “Ci sono parecchi ricordi nella mia mente. La gioia ai tempi di Cagliari quando Ranieri mi chiese di marcare Matthaus, i duelli con Savicevic e Zola. Fenomeni assoluti. La soddisfazione di aver giocato e condiviso lo spogliatoio con gente di un altro pianeta come Matteoli e Francescoli o quel marziano di Nanu Galderisi. Però una cosa che sanno veramente in pochissimi è questa. La notte prima dello spareggio di Cesena non riuscivamo a dormire. Io ero in camera con Damiano Longhi. Indossai gli scarpini da gioco e mi misi a letto. Il capitano scoppiò a ridere ma invece di darmi del folle ci scherzò su, e mi disse se era una sorta di premonizione. Il giorno dopo tutti sanno come andò. Che fine ha fatto quello scarpino? E’ nel museo del calcio di Lele Pellizzaro, un altro fratello che il mondo del pallone mi ha regalato. A proposito colgo l’occasione per fare i complimenti al duo Ottoni-Longhi per la vittoria della Primavera e un bravo al mio ex presidente Sergio Giordani. Non ci faceva mancare nulla ma non mi sarei mai aspettato che fosse un politico così brillante”.
A cura di Stene Ali
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