Dalla Nazionale a Carrara, la nuova sfida di Mazzarani: “Con Di Natale faremo grandi cose”
“Possiamo fare anche adesso“. Ad illuminare il display, con ben mezz’ora di anticipo sulla tabella di marcia, è Andrea Mazzarani, centrocampista romano classe 1989 della Carrarese. Il tono della voce è squillante, carico. Anche perché domenica, nel 4-0 al Teramo, ha trovato il primo gol in stagione: “La ciliegina sulla torta – ci ha raccontato – purtroppo l’esperienza non è iniziata bene. Ho preso il covid, ho saltato la preparazione e poi ecco altri due infortuni. Ma qui mi trovo benissimo, è stato bello veder girare di nuovo la gamba”.
Mazzarani, c’è di nuovo Di Natale
La Carrarese e Mazzarani si sono scelti, non si sono trovati per caso. Merito di una vecchia conoscenza: “Sono qui grazie a Di Natale. Siamo stati insieme a Udine, io giocavo in Primavera. Appena ho saputo che mi voleva, ho detto al mio procuratore di accelerare subito le operazioni. Faremo grandi cose e devo dire ancora una volta grazie a quel periodo insieme in Friuli perché mi permise di imparare da grandi campioni come lui e di vestire l’azzurro”. Già, la Nazionale: “Mi vengono i brividi solo a parlarne. Una finale all’Europeo U19, i quarti al Mondiale U20. Con me giocatori come Bonaventura, Poli e Sciacca. Ricordo il mio gol alla Spagna di Dani Parejo“.
A Crotone la svolta
Un cuore, quello di Mazzarani, travolto subito dal calcio. Questione di famiglia: “Nel nostro sangue scorre il pallone – sorride – papà Marco è arrivato fino alla C, mio fratello maggiore Francesco ha vinto il campionato nella stessa categoria col Benevento, mentre il più piccolo, Federico, gioca attualmente alla Pro Sesto. All’inizio dovevo fare nuoto ma il calcio era la mia passione, così dopo un periodo alla Lodigiani è iniziato il mio percorso“. Da lì Cisco Roma e le giovanili con l’Udinese, poi nel 2009 le 30 presenze in B con il Crotone. E’ la svolta: “E’ stata la mia prima grande esperienza, in città torno spesso. E’ speciale anche perché la mia compagna Francesca è di lì“. Ci tornerà anche nel 2016 salvo poi andarsene dopo appena un mese a malincuore. “Era impossibile dire di no ai rossoblù, soprattutto in Serie A. Avrei voluto dire la mia, ma poi sono subentrate altre dinamiche che ho dovuto accettare con rammarico“.
Mazzarani e l’amore per Modena
Una città speciale per Andrea è anche Modena, una maglia che indosserà tre volte fra il 2010 e il 2016: “Mi hanno accolto come un figlio. In quella piazza avrò sempre un pezzo di cuore, per questo sono tornato più volte. Che belle le stagioni con Bergodi e Novellino. Con me grandi giocatori come Ardemagni, Colucci e Babacar, con cui formavo davvero una gran coppia“. La punizione segnata nel 2014 alla Ternana l’immagine perfetta: “Alcuni la paragonarono addirittura ad un gol di Maradona! Auguro il meglio a Modena. Con Tesser sono in ottime mani“. Già, con quest’ultimo Mazzarani ha condiviso il sogno Serie A. La maglia è quella del Novara: “Prima l’esordio al Bentegodi, poi un assist a Meggiorini nel 3-1 all’Inter fresca di triplete. Nello spogliatoio incrociai Sneijder, Zanetti, Milito. Lì mi sono detto: ‘Ora sì che sono un calciatore'”. Poi una lesione e la decisione sbagliata di non operarsi: “Ma sono comunque felice. Da bambino, quando a Roma passavo accanto allo stadio, dicevo a papà che avrei giocato in giallorosso. Esserne stato avversario all’Olimpico mi fa comunque pensare di aver mantenuto la promessa”.
Catania, gioia e dolori
Pupetto, (lo chiamano così per il suo amore per Totti), si affida ad una parola d’ordine: Libertà, sul modello del maestro Califano che si diletta ad imitare con la chitarra. La stessa libertà ritrovata nell’ottobre 2016 a Catania: “Amo quella città – racconta Andrea – mi ha ridato la gioia di giocare in un momento in cui, dopo l’addio burrascoso al Crotone, volevo smettere. Invece il direttore Lo Monaco mi chiamava tutti i giorni. Ricordo stagioni positive nonostante le penalizzazioni e i mancati stipendi. In quei giorni bui capii cosa significa essere catanese. Si tratta di una piazza che non c’entra nulla con la C”. Poi nel 2018 il rigore sbagliato nella semifinale playoff contro il Siena: “Ad oggi è la delusione più grande della mia carriera. Mi sono sentito colpevole di aver distrutto il sogno di una città che oggi sarebbe sicuramente più in alto. Il dolore fu così forte che decisi di andare via, salvo tornare poi due anni dopo per l’amore della gente”. Un’esperienza societaria difficile fu quella anche di Livorno, dove Mazzarani arrivò nel 2020: “E’ stata la tappa più difficile della mia carriera. All’inizio la squadra fu costruita per vincere poi successe l’imponderabile. La situazione era drammatica, non si prendevano soldi e l’unica cosa da fare era essere uniti . Quell’esperienza mi ha molto responsabilizzato nei confronti dei più giovani, spero che nonostante tutto si cammini a testa alta perché ognuno di noi ha dato il massimo”. Andrea lo fa da una vita. E lo farà anche a Carrara con l’amico Di Natale.
A cura di Damiano Tucci.