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L’Eccellenza, il lavoro da fattorino e il Milan: dentro la storia di Junior Messias

Quella di Junior Messias è una favola a lieto fine. È una storia in cui c’è tutto: le difficoltà, la passione, gli ostacoli e poi la svolta, il sogno che diventa realtà. E ora a suggellare tutto ciò, dopo lo scudetto, c’è il riscatto. Messias sarà infatti, probabilmente ancora un giocatore del Milan e potrà sfoggiare sul petto quel triangolino tricolore che, quando giocava tra l’Eccellenza e la Serie C, poteva solo sognare. La sua parabola è ormai nota ed è un esempio per tutti quelli che, anche quando le probabilità sono vicine allo zero, non smettono di crederci. Nel giro di pochi anni, per Messias è cambiato tutto.

Gli inizi in Brasile

Junior nasce nel 1991 ed è un ottimo prospetto al Cruzeiro, ma con il tempo non riesce a emergere. Gli anni passano e, ormai ventenne, gli spiragli per una carriera da top player sembrano sempre più difficili. Ma il destino dirà altro. Messias, dopo un periodo fatto di vizi e problematiche, decide di cambiare vita, di fare le valigie e venire in Italia dove un suo fratello si era già trasferito. Arriva a Torino senza soldi e senza conoscere l’italiano. Inizia a lavorare come muratore, a pulire mattoni su mattoni, prima di passare a fare il fattorino per una ditta di elettrodomestici. Tra lo spostare un frigorifero e una televisione però la sua passione per il calcio resta viva e il brasiliano gioca nei tornei UISP del torinese, dimostrando le sue qualità.

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La scoperta di Messias

È il 2015, a una sua partita assiste anche Ezio Rossi che ne rimane stregato. Convince il Fossano a offrirgli subito un contratto, ma la cifra è troppo bassa: 700 euro al mese, anche meno di quanto guadagnava da fattorino. Messias rifiuta: “Dovevo guardare in faccia la realtà e pensare alla famiglia”, rivelerà poi in seguito. Ma Rossi non molla e, una volta assunto dal Casale, li convince a prendere il suo pupillo. Questa volta l’offerta è più convincente (1500 euro al mese) e il matrimonio si fa: in Eccellenza, il brasiliano domina il campionato segnando 21 gol in 32 gare, traghettando i suoi in D.

Il viaggio

Il suo nome inizia a circolare e passa al Chieri, prima, e alla Pro Vercelli poi, ma alcune problematiche burocratiche sul suo passaporto ne frenano l’ascesa e lo costringono a un nuovo campionato in D, col Gozzano. Un altro anno di magie, una nuova promozione che lo porta in Serie C e il salto definitivo tra i big del calcio italiano. È un’altra partita a segnare la storia: Gozzano-Piacenza, sugli spalti Raffaele Vrenna, dg del Crotone, in campo Junior Messias. Le giocate sono da fenomeno. Dopo 25’ segna su pallonetto da 25 metri e lascia di stucco il suo osservatore che lo tessera per l’anno successivo. A 28 anni arriva la sua grande occasione e Junior non la spreca.

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Messias e un sogno chiamato Milan

Con il Crotone è subito protagonista in B e poi in A, meritandosi la chiamata del Milan. Come raccontato nel libro “Almanacco 2021/2022 del Grand Hotel Calciomercato” di Gianluca Di Marzio, la trattativa che lo porta ai rossoneri è lunga e complicata. “Ti prego, portami al Milan”, la richiesta del giocatore al suo agente. Allo scadere del mercato il sogno si realizza. A volerlo è Maldini, grande estimatore del suo talento. Un talento che definì “sprecato per la D”, quando lo osservò giocare contro la Pro Sesto del figlio Christian. Da lì solo gioie: i primi gol in Europa, l’esordio in Champions League, lo scudetto e ora l’intesa trovata per il suo acquisto.

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L’esperienza nelle serie minori mi ha insegnato ad avere più tranquillità, perché avevo più pressione a giocare in Eccellenza o Serie D che in Serie A. Adesso mi sento più sicuro e più maturoDurante la trattativa ero molto teso, arrivare qui all’ultimo è stata una cosa bellissima, la notizia è arrivata alle due di notte e non sono riuscito a dormire, ero troppo emozionato”. Queste le sue parole in un’intervista rilasciata su GianlucaDiMarzio.com. La sua storia insegna tanto, Messias è talento, sacrificio, voglia di arrivare e umiltà. Una storia che sembra nata dalla mente di uno sceneggiatore: “Quando esulto guardo in alto perché la mia storia è scritta dalle mani di Dio“, ha confessato. E c’è da credergli. La favola di Junior Messias.