Eziolino Capuano, un fuoristrada pronto a rimettersi in carreggiata
Ezio Capuano, dalla provincia di Salerno con furore passando per Messina. Lui appartiene alla categoria “persone schiette”. Uno senza peli sulla lingua che a più illustri colleghi non ha nulla da invidiare, se non il conto in banca. Carismatico, autentico showman in conferenza stampa e sul campo di gioco. Tante battaglie. Altrettante vittorie ma anche sconfitte. Ed uno slogan che lo accompagna da sempre: ”Ho imparato a friggere il pesce con l’acqua calda” , per chi lo conosce un vero e proprio stile di vita.
Ezio Capuano, un simbolo del calcio di periferia
Iconico a dir poco. Da Ezio, il suo nome all’anagrafe, a Eziolino il passo è stato breve. Nomignolo affibbiatogli per via della sua statura non proprio slanciata. Il tutto però ampiamente compensato da un ego senza eguali, capace di non farlo tremare dinanzi a nessuno. Non ci credete? Chiedete a José Mourinho. Il portoghese e Capuano si incrociarono a Coverciano, e quello che l’incontro scaturì è già storia: ‘“Se tu sei lo Special One io sono il Mini One”, il commento ardimentoso di Capuano che provocò nell’attuale allenatore della Roma un senso di ilarità misto a stupore.
Il “caso” Sperotto
Se dal punto di vista mediatico Eziolino Capuano è Eziolino Capuano il “merito” è di una sfuriata senza precedenti. Siamo ad Arezzo. Amichevole contro una squadra di promozione, il Lucignano. L’Arezzo perde. La reazione di Capuano è senza limiti. Una strigliata dai toni accesissimi come ce ne sono a centinaia nella storia del calcio penserete, peccato per lui che in quell’occasione il tutto venne registrato da Nicolò Sperotto, giocatore in forza all’Arezzo che diede tutto il materiale in pasto al web. Minuti di audio virali in tempo zero e, una volta scongiurato uno sterminio di massa all’interno dello spogliatoio dei toscani, Capuano si vide anche consegnare un Tapiro d’oro da Striscia la Notizia.
Capuano, uno showman mancato
Ridurre le gesta dell’allenatore salernitano al “caso Sperotto” però solo a questo è assolutamente riduttivo. Capuano è nel contempo vari allenatori e varie anime tutte insieme. La sua lingua il più delle volte gli ha causato i problemi peggiori. “Io non voglio checche in campo. In campo devono scendere giocatori con le palle!!” giusto per citare una sua uscita infischiandosene totalmente di chi lo avrebbe definito omofobo. Cosa poi puntualmente verificatasi.
L’affermazione su Mertens datata 2013, appena acquistato dal Napoli, poi è già storia da raccontare ai nipotini: “Conosco bene questo Mertens. Vi dico da subito che con il Napoli giocherà sì e no 8 partite in totale!” . Morale della favola? 25 gol in stagione e quasi sempre titolare. Siccome però Capuano è uomo vero, a fine stagione chiese scusa. E ci mancherebbe altro.
Ma è la sala stampa che Capuano trasforma nel suo palcoscenico. Dalla revisione live degli episodi arbitrali con annesso attacco a chi non la pensa come lui, passando per quel Benevento-Sora del gennaio 2004 che, solo per l’intromissione di terzi, non si trasforma in un incontro di pugilato. Inizia la conferenza. Il giornalista critica le scelte di formazione di Capuano riportando dichiarazioni dell’allenatore non particolarmente simpatiche. Si scatena l’inferno. Era la prima domanda. Non ce ne saranno altre.
A Potenza l’ultima esperienza in panchina. Sul taccuino del Messina per la sostituzione di Sullo c’è Eziolino Capuano. E lui è pronto a tornare.