“Ho provato un’emozione indescrivibile, per l’importanza del gol, ci eravamo complicati la vita da soli. Non ci ho pensato e quando ho visto il portiere fuori dai pali ho tirato d’istinto, per fortuna è andata bene. Esultare sotto la curva, con i miei genitori e la mia ragazza presenti rimarrà indimenticabile”. L’entusiasmo di Giulio Frisenna, giovane centrocampista di proprietà del Messina è da subito fresco e genuino. Anche perché la parabola da quaranta metri, che ha regalato il 3-2 nello scontro salvezza vinto in dieci uomini dai giallorossi contro la Virtus Francavilla, ha pure sfatato un piccolo tabù personale. “Era da un po’ che non segnavo da fuori area e i ragazzi mi incoraggiavano a provarci ancora: a fine gara in spogliatoio hanno scherzosamente iniziato a chiamarmi Stankovic”. Secondo gol in ventuno partite nel girone C alla prima annata tra i pro, due assist realizzati e la consapevolezza di aver trovato l’ambiente giusto. “Non pensavo di avere così spazio – ammette il ragazzo ai nostri microfoni – questa è una grande società , ideale per i giovani, il gioco offensivo di Modica mi aiuta a crescere serenamente, l’unione del gruppo sta facendo la differenza nelle difficoltà. Vogliamo continuare così e conquistare la salvezza”.
Tono gioviale ma sempre più sicuro, trasporto coinvolgente, pensiero maturo: Giulio Frisenna é fatto così. Trascinato da un amore, quello per il calcio, che prima lo avvolge e poi si evolve nel tempo. “Sin dall’età di quattro anni esisteva solo il pallone, non vedevo l’ora di andare a giocare. Per me questo sport é passione: il centro della mia vita. Stare in campo rappresenta una liberazione, un modo per essere me stesso”. Sentimento e abnegazione non mancano, anzi, si evolvono alle necessità del sogno. “Adesso mi piace curare meglio i dettagli, approcciarmi diversamente alle partite, imparare dai più forti. Penso alla gara di Calhanoglu contro la Juve, osservare certe prestazioni ti è d’ispirazione. Come fosse un aiuto che provi poi a portare sempre con te”. Il pensiero del talento catanese è chiaro, rivolto con interesse verso quella Serie A nella quale da quest’anno guarda con affetto un ex compagno ai tempi delle giovanili del Catania. “Seguo sempre Valentin Carboni e auguro il meglio a lui, a Franco e a mister Ezequiel. Sono sicuro faranno strada. Ho ascoltato le parole di Marotta e dopo il passaggio al Monza ho preso Valen al fantacalcio a un solo credito – ci racconta un divertito Frisenna – me lo godo per quest’anno perché tutti adesso lo conoscono e riaverlo sarà sempre più difficile”.
Cresciuto prevalentemente nelle giovanili del Catania, fatta eccezione per un breve trascorso a Pescara in U15, Giulio Frisenna realizza il sogno di debuttare con la maglia della sua città. Un momento da ricordare, quello durante la stagione 21-22 (l’ultima del Calcio Catania 1946) agli ordini di Francesco Baldini. “Sarò sempre legato ai colori rossazzurri, pensare al debutto è emozionante perché mi fa riflettere su quanto io sia cambiato e cresciuto su tutti i punti di vista. Pure giocarci contro in D è stato speciale. Vincere il sentitissimo derby di quest’anno a Messina davanti alla gente era fondamentale per noi come squadra: una bella emozione”. Gli orizzonti cambiano, le strade, per ben due volte si dividono. Troppo forte il desiderio del ragazzo di emergere in quella palestra di vita chiamata Serie D che lo ha visto farsi le ossa tra Licata e Sant’Agata. Risultato: crescita evidente e meritato salto tra i professionisti in un presente ormai giallorosso. “L’interesse del club mi è sembrata un’opportunità per dimostrare di poter fare il salto di qualità. La piazza è molto importante e con la squadra ho un rapporto fantastico”. Ragusa, Fumagalli, Ortisi, Emmausso, Firenze e Civilleri, ritrovato dopo l’esperienza tra i dilettanti. I riferimenti, per Giulio, di certo non mancano. “Modica non fa mai troppi complimenti ma sprona tutti e dà fiducia con i fatti, posso solo ringraziarlo. I tifosi vivono di calcio e sono sempre presenti, essere fermato ogni tanto per strada fa davvero tanto piacere”. Orgoglio, umiltà e obiettivi precisi: ma chi è Giulio fuori dal campo? “Lo stesso di sempre (ride ndr). Un ragazzo legato alla famiglia e alla sua Giorgia. Spero di migliorare i miei numeri e puntare pian piano sempre più in alto, voglio essere ambizioso”. Ambizione consapevole, il diamante Frisenna non vuole più smettere di stupire.
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