Messina, Modica si dimette in conferenza: “Giusto che io paghi”
Le parole dell’allenatore in conferenza stampa
Scossone in casa Messina. Giacomo Modica annuncia le sue dimissioni dopo la sconfitta casalinga dei giallorossi contro il Crotone, decisa dalla doppietta di Tumminello. Il commento sulla gara di stasera: “Ho visto trenta minuti belli dentro la gara, siamo stati bene in campo, avevamo di fronte una squadra in stato di forma eccezionale e che giocano un calcio divino per la categoria. In funzione dei nuovi arrivati, alcuni anche sabato, non potevo chiedere tanto di più. Nella nostra partita dopo il 2-0 è arrivato tanto buio, mi viene difficile raccontare e commentare una situazione in cui viviamo tanti disagi. Non era questa la partita in cui entrare in apoteosi con il tifo, si cercava da tanto tempo un osso per il cane e penso sia arrivato il momento”.
Modica ha spiegato il motivo della sua scelta: “Volevo farlo prima ma quelli che c’erano prima mi hanno ingabbiato a farmi morire qua dentro. Ho cercato di non mollare per i ragazzi ma avevo già capito da tanto. Mi ha fregato troppo amore, fregato da questa bellissima donna di nome Messina, mi sono ammazzato da solo e dovevo girare la macchina quel 13 giugno e andarmene. Ho sbagliato e pago, sono stanco di combattere” .
L’allenatore giallorosso aveva già preso una decisione analoga lo scorso settembre, dopo il pareggio con la Casertana, ma le sue dimissioni erano state respinte dal presidente Sciotto, che aveva rinnovato la fiducia nel suo operato.
Ecco le sue parole in conferenza stampa.
Modica: “Non hanno rispettato me. A tutto c’è un limite”
Così l’allenatore giallorosso ha commentato la sua scelta davanti ai microfoni: “Ci ho messo tanta voglia di essere protagonista e non ci sono riuscito. Se c’è qualcuno che deve pagare per le disfatte di questo periodo devo essere io. Noi non abbiamo avuto mai una carezza in sette mesi, era un muro contro muro che avevo avvertito e capito e ho rispettato tutti. Non hanno rispettato me e credo che a tutto c’è un limite, siamo arrivati al capolinea almeno io personalmente a vivere una situazione in cui mi sento spiazzato. Ringrazio i nuovi arrivati per l’affetto dimostrato, ma dopo tante debacle e situazioni particolari penso sia arrivato il momento di farmi da parte, magari ci sarà una scintilla e uno scatto e un cambiamento per altri.
A chi voleva la mia testa da tre mesi da oggi li accontento e mi auguro che venga qualcuno che possa accettare e prendere in consegna dei ragazzi meravigliosi. Io sostengo che questa squadra con i nuovi innesti e la voglia di fare bene, questi ragazzi sono sempre stati soli e sbeffeggiati. I risultati sono stati frutto di tanti piccole cose – prosegue Modica – diciamo sempre siamo il Messina, abbiamo una storia, vero, ma non c’è più niente calcisticamente. Ve lo dico con grande dolore, mi sento una persona serena nell’animo, ho perso tanto orgoglio ma non la dignità. Lascio un bel po’ di soldi, lascio ragazzi meravigliosi che ringrazierò personalmente domani e vi chiedo di aiutarli. Ringrazio i tanti che mi sono stati vicini e ringrazio anche i denigratori e i maghi della tastiera”.
“C’è voglia di fare bene, ma io non ce la faccio più”
Sulla situazione vissuta negli ultimi mesi: “Non ho potuto mai avere l’ausilio di questo pubblico meraviglioso, sembrava di giocare otto mesi col Covid. Non ero nuovo e se cercavano qualcosa da azzannare, da mangiare, da dare in pasto ora è il momento. Lascio per dare seguito ad altri e spero che questa squadra si salvi. C’è voglia di fare bene ma io non ce la faccio più, non mi va più di essere il condottiero di questi ragazzi. Dal 12 di dicembre dico che voglio andarmene ma mi hanno tenuto qui a farmi fare queste figure, ringrazio per quanto fatto lo scorso anno, per non avermi esonerato dopo sei sconfitte di fila.
Di questa squadra ce ne assumiamo le responsabilità io Pavone e Costa, ho fatto con quello che avevo come budget e potevo, già quattro/cinque dall’anno scorso, l’abbiamo fatta in tre e non mi esimo dalle mie responsabilità. Io devo fare delle scelte, a volte le indovino altre le sbaglio, non è mai venuto meno il mio amore o la mia professionalità, io partivo in guerra con il fucile a piombini gli altri col carro armato. Ora mi sento abbastanza sereno, ci sono esoneri e dimissioni che fanno molto male, io oggi non mi sento così sconfitto”.