Camarda e Zeroli, Italia U19 con vista sul Futuro: le stelle del Milan trascinano l’Italia in semifinale degli Europei
Italia da sogno agli Europei U19. Conquistata la semifinale grazie ai due pupulli della Serie C: Camarda e Zeroli del Milan Futuro
Bastano soltanto 15 minuti a Kevin Zeroli, centrocampista classe 2005, per sbloccare un match che pesa quanto un macigno. Sponda di testa di Ciammaglichella e sforbiciata al volo: il primo di Zeroli è un vero e proprio gioiello. Ne passano prima 30, poi soltanto altri 8 dalla ripresa: stavolta a suonare il gong definitivo e a chiudere la partita contro l’Irlanda del Nord è Francesco Camarda, centravanti classe 2008 che detiene già il record di più giovane esordiente della storia della Serie A a soli 15 anni e 260 giorni .
Sotto porta la freddezza di chi si sta giocando tutto e lo sa bene, ma dentro il calore di chi non è mai sazio e vuole continuare a bruciare, brillare, proprio come una stella. I due gioielli del Milan Futuro garantiscono una tripla vittoria all’Italia U19: primo posto nel girone A, qualificazione con una giornata d’anticipo alla semifinale dell’Europeo U19 (che verosimilmente sarà contro una tra Francia e Spagna, favorite del girone B) e la qualificazione diretta al Mondiale U20 che si terrà in Cile nel 2025.
Largo ai giovani, ma largo per davvero: se da un lato la Nazionale maggiore fatica a tornare ai fasti di un tempo, dall’altro le stelle dell’U19 fanno illuminare gli occhi di tutta Italia, facendo ben sperare in un futuro migliore. Francesco Camarda e Kevin Zeroli lo sanno, e lo sa anche l’allenatore Bernardo Corradi. Dopo ogni gol corrono, sorridono, si cercano e si abbracciano: il mondo esterno non esiste, esiste il calcio. Esiste l’orgoglio di chi, con tanta fatica e sacrifici, vuole prendere per mano l’Italia e farla tornare ad essere ciò che è stata fino a qualche anno fa.
Ora la semifinale, con vista sul Futuro. Kevin Zeroli ne porta la fascia al braccio sinistro, preparandosi anche in vista del nuovo campionato di Lega Pro assieme ai suoi compagni Francesco Camarda, Davide Bartesaghi e Diego Sia. Proprio Zeroli, tra l’altro, aveva già chiuso e ribaltato il match contro la Norvegia U19, passata in vantaggio dopo soli 35’ con rete di Daniel Braut. Era solo l’inizio, e il classe 2005 lo sapeva benissimo.
Kevin Zeroli, dal karate ai rossoneri e alla maglia azzurra
L’incontro tra Kevin Zeroli e il calcio è una questione d’amore, sport e famiglia. Prima il karate e la ginnastica artistica, poi l’influenza del tanto amato zio che lo porta ad iscriversi nella scuola calcio dell’Ardor Busto Arsizio, come raccontato in un’intervista con la FIGC. Dopo lo zio, poi, c’è il fratello maggiore Bryan: “Giocava nella mia stessa società ed era molto bravo: ha sostenuto diversi provini con club professionisti”. Destino vuole, poi, che il provino decisivo sarà proprio quello di Bryan con il Milan: “Avevo accompagnato i miei genitori vedere mio fratello. Lui era bravo ma anche tanto emotivo e, durante quel provino, alcuni allenatore mi fecero entrare in campo a fare due palleggi per farlo rilassare”. Come nel calcio così in famiglia, si sa, è tutta una questione di cura e di amore. Proprio lì, mentre palleggiava in campo, venne notato da Andrea Biffi e Massimiliano Sorgano, che nell’agosto 2012 lo portarono a far parte del settore giovanile del Milan.
Quasi un metro e novanta d’altezza, tecnica, fisicità e versatilità sul terreno di gioco: basterà poco tempo al centrocampista per imporsi nella Primavera di Ignazio Abate, conquistando la fascia di capitano e la convocazione in maglia azzurra, senza contare l’esordio “con i grandi” durante la tournée americana del 2023. “Quando l’allenatore mi ha chiamato mi tremavano le gambe”, ha rivelato, dimostrando ancora una volta quanto sia l’amore ad essere il motore del calcio e della vita.
Francesco Camarda, dall’Afforese all’esordio con il Milan di Pioli
Minuto 83’ di Milan-Fiorentina: la Curva Sud esplode in un boato di gioia e di cori per l’esordio dell’appena quindicenne Francesco Camarda. Cama, così chiamato dagli amici, era arrivato a Milanello nel settembre del 2020 e aveva pubblicato una foto su Instagram con l’attuale consulente del Milan Zlatan Ibrahimovic. “Finalmente!”, scriveva, senza immaginare i palcoscenici che avrebbe calcato in maglia rossonera. Camarda era nato calcisticamente, però, nella polisportiva dell’Afforese, crescendo sotto la guida del suo allenatore Pietro Colangelo. Anche per lui una questione di famiglia: segue gli allenamenti di suo cugino Cristian, per poi entrare in campo nonostante la tenerissima età. Non passerà molto tempo prima che verrà notato dagli scout del Milan, dividendosi tra Afforese e giovanili rossonere prima di aggregarsi ufficialmente ai pulcini di quella che sarebbe stata, di lì a poco, la sua squadra.
Da qui, poi, una strada in salita. Esordio con la primavera, doppietta in appena venti minuti contro il Newcastle in Youth League, rovesciata contro il Paris Saint Germain, convocazione in prima squadra e, poco dopo, nella nazionale minore. Fiuto del gol, atteggiamento da veterano in campo, dribbling e potenza di tiro: Camarda è un diamante certamente ancora grezzo, ma destinato a diventare – e rimanere per molto – la stella più splendente dei rossoneri e degli azzurri.
A cura di Gianluca Comentale