Stagione 2018-2019. In Serie C il Gozzano, inserito nel girone A, raggiunge la salvezza chiudendo il proprio campionato al 16° posto in classifica. In quella squadra allenata da Antonio Soda, il duo d’attacco è composto da Rolfini e da Junior Messias. Tre anni dopo, per il brasiliano, il mondo sembra essere totalmente cambiato. Dai campi di periferia spelacchiati del torinese nei tornei della UISP al rientro a Casa Milan con lo scudetto tatuato sul petto.
Se avessero chiesto tre anni fa a Junior Messias dove si sarebbe immaginato oggi, probabilmente anche lui avrebbe fatto fatica a dare una risposta che solo in minima parte si potesse avvicinare a quanto vissuto nelle ultime ore. Definiamolo pure l’esempio di chi in un modo o nell’altro ci ha sempre creduto. E se da un lato i paragoni si sprecano, dall’altro la certezza è che per Messias ora è solo il momento della festa. Perché su questo scudetto ci sono anche le sue mani. Anzi i suoi piedi. La doppietta al Genoa alla 15^ ha permesso ai rossoneri di strappare i tre punti, mentre il gol alla Roma del momentaneo 2-0 ha di fatto chiuso i giochi già nel primo tempo. Salernitana e Genoa per un bottino di 4 punti. In ben 32 occasioni è sceso in campo per difendere la causa Milan. Cinque reti in campionato, una in Champions. Già, la Champions. Un esordio non banale. La prima in Europa è sul campo dell’Atletico Madrid. Segnare sarebbe bellissimo. Chissà per quante notti ci ha pensato. Kessié va via sulla destra. Uno sguardo in mezzo e il colpo di testa. Vincente. Prima in Champions, esordio con gol: cosa c’è di meglio?
“L’esperienza nelle serie minori mi ha insegnato ad avere più tranquillità, perché avevo più pressione a giocare in Eccellenza o Serie D che in Serie A. Adesso mi sento più sicuro e più maturo. Durante la trattativa ero molto teso, arrivare qui all’ultimo è stata una cosa bellissima, la notizia è arrivata alle due di notte e non sono riuscito a dormire, ero troppo emozionato”. Queste le sue parole in un’intervista rilasciata su GianlucaDiMarzio.com. Parole sincere di chi, dopo aver sgobbato nelle serie minori, è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante al Milan. Non proprio una squadra qualunque. Ora sia chiaro. Messias si gode il momento così come tutto il popolo rossonero. Smaltita la sbornia però bisognerà parlare di futuro. Da campione d’Italia alla Serie C il passo inverso potrebbe essere realtà. Sì, perché il classe 1991 è arrivato al Milan con la formula del prestito con diritto di riscatto dal Crotone, qualche settimana fa retrocesso dalla B. Poco meno di sei milioni per strapparlo in modo definitivo ai calabresi. Ma non è detto che i rossoneri facciano l’affare. Definitelo pure un paradosso. Ma tra qualche settimana Messias potrebbe ritrovarsi di nuovo in C. Con uno scudetto vinto solo qualche giorno prima.
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