Nato a Venezia e con i colori della squadra nel cuore: Marco Modolo, difensore classe ’89, è il simbolo dell’appartenenza e di un calcio che giorno dopo giorno sembra scomparire. L’esordio in Serie A da titolare non poteva non avvenire contro la Juventus, per un ragazzo che è cresciuto nel settore giovanile dei rivali: l’Inter. Il suo percorso è stato lungo, ma finalmente ha chiuso il cerchio e ora può calpestare campi come San Siro o l’Olimpico. Quando però gli chiedono qual è il suo sogno, mette da parte il singolo e pensa al gruppo: “Sarebbe bello salvarsi e migliorarci il prossimo anno”. Una voce che rimbomba, quella di un leader.
Da San Donà a San Donà, la sua carriera ha incominciato a decollare al suo ritorno nella laguna, dopo i prestiti in Serie B e l’esperienza in Slovenia con il Gorica. Con la Pro Vercelli si è svezzato, ma l’anno (anzi mesi, arrivò a febbraio) migliore lo ha passato con il Carpi, terminato con la promozione in Serie A. La stagione però l’ha vissuta da spettatore, non da vero e proprio protagonista, piuttosto da controfigura.
Fece allora una scelta di cuore: tornare a Venezia, in quegli anni in Serie D. Passare dai festeggiamenti per la promozione nella massima categoria e dopo qualche mese salutare il calcio professionistico non è per tutti. Ma le scelte forti ripagano sempre. Compie una vera e proprio scalata: dai dilettanti alla Serie C e poi la doppia promozione, prima in B sotto la guida di Inzaghi e poi in A, grazie ad uno strepitoso lavoro di Zanetti.
Il 2016/2017 probabilmente fu l’anno della definitiva consacrazione di Modolo. Il difensore giocò quasi tutte le partite e portò il Venezia sia sul tetto della Lega Pro che alla vittoria della Coppa Italia di categoria. Una stagione vissuta anche con la fascia al braccio e poi presa definitivamente dopo l’addio di Domizzi. Mise a segno anche cinque gol e due assist, che incorniciarono un anno da assoluto trascinatore. 80 punti, soltanto quattro sconfitte, e 28 gol subiti in tutto il campionato. La squadra di Inzaghi collezionò addirittura sedici clean sheet, grazie ad una squadra solida ed una difesa impenetrabile. “La difesa è il migliore attacco” e “l’attacco è la miglior difesa”: il Venezia rappresentò molto bene entrambe queste frasi storiche, specialmente con il contributo di Modolo.
Contro la Juventus ha raggiunto la presenza numero 213 con il Venezia e una marcatura speciale su Kaio Jorge, anche lui passato in Serie C in questa stagione con l’Under 23. La strada sbarrata al giovane bianconero (con un fallo molto deciso) è stata la perfetta dimostrazione di quello che è Modolo per la sua squadra. “Devono passare sul suo corpo” per fare gol. Il sogno ora è diventato realtà, la bella storia con un lieto intermezzo, perché la fine ancora deve arrivare.
A cura di Antonio Salomone
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