La musica, l’exploit di Fiorenzuola, Ronaldo: il viaggio di Bruschi
L’esterno, che nel tempo fa anche il cantante, è pronto a incantare Monopoli con le sue magie… e la sua voce
Il calcio è pieno di personaggi e di storie in cui il pallone si intreccia con la musica. Basti pensare a Rafael Leao, il fuoriclasse del Milan che oltre a sfrecciare sulla fascia e incantare San Siro con i suoi dribbling, canta e ha anche pubblicato un album, chiamato Beginning nel 2021. Il portoghese è molto amico di Moise Kean, attaccante della Fiorentina che, nutre una grande passione per il rap e per la trap ed ha già fatto uscire il suo primo singolo, dal titolo “Outfit”.
Non solo i grandi campioni si dedicano alla musica. Basta cercare su YouTube “Nicolò Bruschi“, calciatore del Monopoli, ed usciranno video di gol, di giocate ma anche di canzoni. Anche Bruschi di professione fa il calciatore e nel tempo libero fa il cantante. Nel 2021 Nicobru, questo il suo nome d’arte, ha debuttato con un singolo chiamato “Promessa”.
L’esterno non è più una “promessa” del calcio, ha 26 anni ma la sua classe continua a illuminare il campo da gioco, lo stesso che ha deciso di tatuarsi sulla pelle: “Il primo tatuaggio l’ho fatto con mio fratello. Io che sogno il campo da calcio con lo sfondo del campetto dove andavamo a giocare e sono per mano con lui che mi accompagna”
Nel derby con il Foggia, Bruschi ha realizzato una punizione straordinaria da distanza siderale. L’esterno ha disegnato un arcobaleno, che si è infilato nel sette ed è valso il provvisorio 1-3 in favore del Monopoli. Bruschi si è così presentato nel migliore dei modi ai suoi nuovi tifosi ma il gol è solamente la ciliegina sulla torta di una prestazione di altissimo livello, fatta anche di corsa, sacrificio e ripiegamenti. Nicolò ha questi colpi sensazionali, come una rockstar: genio e sregolatezza.
La carriera di Bruschi: lo United, l’esplosione al Fiorenzuola e il lungo infortunio
Cresciuto nel settore giovanile del Parma, attira le attenzioni delle grandi, di Inter, Juventus e addirittura del Manchester United: “Hanno iniziato a seguirmi a 14 anni, mi vennero a vedere in una partita dove feci tre gol. C’era qualche voce ma non ho voluto approfondire perché stavo bene a Parma”. Alla fine il club ducale fallisce e l’esterno sceglie il Sassuolo, dove si allena tra gli altri con Scamacca ed Erlic. Con i neroverdi vince il Torneo di Viareggio, la più importante competizione per le formazioni Primavera. Nel 2018 passa al Santarcangelo per la prima esperienza nel professionismo, poi inizia un lungo girovagare in Serie D. La carriera stenta a decollare ma “the show must go on“.
Dopo tante difficoltà e tanti ostacoli, finalmente “il sole all’orizzonte, all’alba nasce un fiore“: è un verso di “Promessa”, che uscirà quell’anno. Bruschi (ri)nasce nel Fiorenzuola di Tabbiani che con ben 30 gol trascina alla vittoria della Serie D e al ritorno in Serie C. “Sono maturato nel corso degli anni e quello in D con il Fiorenzuola mi ha fatto fare quello scatto per convincermi a poter giocare anche a livelli superiori”. Nella carriera di Bruschi c’è un prima e un dopo Fiorenzuola, sia in campo che fuori. Passa alla Pro Sesto dove è protagonista di un’altra favola calcistica: la squadra di Andreoletti è la rivelazione del campionato ma il ginocchio di Bruschi fa “crack”: lesione del legamento crociato anteriore sinistro. La musica come conforto dopo l’ennesimo momento difficile e la fame, la determinazione di tornare in campo sono le medicine migliori per Nicolò, che rientra, conclude l’ultima stagione a Sesto San Giovanni e ora vuole incantare con le sue magie (e con la sua voce) Monopoli.
La figura del padre e CR7
Mentre nel calcio sono stati soprattutto Tabbiani e a Andreoletti a credere in lui e a tirar fuori il suo potenziale, è stato il padre che lo ha spinto a cantare: “La passione della musica me l’ha trasmessa mio padre quando mi portava con lui ai karaoke nei ristoranti. Nelle pause mi faceva cantare e da lì è nata questa cosa”.
Non si sa quale sia il punto di riferimento nella musica, ma Bruschi non ha mai avuto dubbi sul suo modello in campo: “Il mio idolo è sempre stato Ronaldo. Un punto di riferimento come lavoro, ambizione e come calciatore. L’esultanza è nata dalla Serie D. Da quel momento ho continuato a fare gol. La tengo come rito scaramantico, visto che l’anno scorso non l’ho più fatta e quest’anno mi sta tornando a portar fortuna“. Ora i tifosi del Monopoli sperano di vederla spesso.