Grandolfo, l’astro (ri)nascente del Monopoli: “Che emozione tornare a casa”
Non sempre le comete sono destinate a disperdersi. Certe stelle, dopo essersi dileguate per un po’ di tempo, possono riapparire ancora più splendenti. Lo stesso è accaduto a Francesco Grandolfo, emerso nel panorama del calcio italiano come un astro nascente e riapparso a distanza di anni come un uomo più maturo, adesso trascinatore del Monopoli. Tutto, però, è iniziato in quell’incredibile Bologna-Bari del 22 maggio 2011, quando l’attaccante barese oggi 29enne realizzò una tripletta a soli 18 anni, all’esordio assoluto da titolare in Serie A: “Quel giorno non ero in me. Immagina un ragazzo di Bari che gioca nel Bari in Serie A e fa una tripletta a 18 anni. Già per me era un sogno essere lì. È stato un vortice di emozioni che difficilmente si possono spiegare. Non ci sono parole per descriverlo”.
Un sogno nel sogno. O meglio, nell’incubo. Già, perché per Grandolfo giocare in quella squadra poteva essere tanto dolce quanto amaro, vista la retrocessione anticipata di cinque giornate a cui ha dovuto far fronte il Bari. Come si è sentito un ragazzo così giovane a vivere un ambiente ad alta tensione? “Ho vissuto lo spogliatoio solo negli ultimi mesi, ma non molto. In quel periodo quando un ragazzo arrivava dalla Primavera nella prima squadra si spogliava nello spogliatoio degli ospiti. In campo però mi son trovato benissimo con tutti. Era gente che vedevo in TV o andavo a vedere allo stadio come tifoso. Cercavo da apprendere da tutti: da Almiron, Bonucci o gli attaccanti come Barreto e Meggiorini. Era un’emozione, la vivevo come ragazzo che arriva e vive un sogno”.
Monopoli, Grandolfo di nuovo a casa
Adesso, però, la storia è un’altra. A distanza di dieci anni da quella tripletta, Grandolfo è di nuovo in Puglia. 45 km separano Bari e Monopoli sulla costa Adriatica, mentre nella classifica del Girone C di Serie C il gap è di soli 4 punti. Un margine che diminuisce sempre di più, considerando gli ottimi risultati della squadra di Colombo. L’ultimo, il 2-0 sul Taranto proprio a firma doppia di Grandolfo (QUI IL VIDEO DELLA DOPPIETTA), che dopo un avvio stagionale difficile ha finalmente conquistato il posto da titolare: “All’inizio ho avuto un piccolo problema muscolare che mi ha tenuto fuori una ventina di giorni, non mi ha permesso di fare il ritiro. Ci ho messo un po’ a riprendermi dal punto di vista fisico. Complice anche il discorso under e over, il mister ha dovuto fare delle scelte e i ragazzi che hanno giocato al mio posto hanno giocato bene. Mi sono ripreso cercando di entrare sempre e fare il massimo, intanto la mia crescita fisica migliorava. Adesso sto ottenendo risultati migliori in campo”.
Tante le esperienze formative vissute dal numero nove del Monopoli, ma essere tornato a casa ha contribuito a dargli un ulteriore sprint: “Ovviamente quando il Monopoli mi ha chiamato è stata un’emozione poter tornare. Sono legatissimo alla mia terra. Ho vissuto gli ultimi 10 anni giocando al nord, ma come tutti noi pugliesi amo la mia terra, fa un certo effetto giocare qui”.
Grandolfo, a Monopoli una fame da gol e di… libri!
13 gol e 3 assist. Questi i numeri realizzati dall’attuale tandem d’attacco del Monopoli, che può contare su Grandolfo ed Ernesto Starita, due giocatori dalle qualità complementari: “Siamo diversi, quindi possiamo completarci. Io sto sfruttando le sue caratteristiche: Ernesto è un giocatore molto rapido, riesce a creare occasioni dal nulla come nel mio primo gol col Taranto. Io ho altre caratteristiche che lui riesce a sfruttare a suo modo come nella spizzata di testa col Monterosi in cui si è procurato il rigore. Mi trovo molto bene con lui, ma anche con D’Agostino e Nocciolini, che hanno fatto molto bene quando chiamati in causa. Siamo tutti un gruppo molto unito”.
Una fame da gol insaziabile in campo. Fuori, però, Grandolfo preferisce contenersi, studiando con cura e mettendo in pratica ogni nozione sul piano alimentare: “Ultimamente ho comprato un libro sull’alimentazione sportiva, perché cerco di mantenermi da professionista nel miglior modo possibile, solo quando capita nel giorno libero mi concedo qualche sfizio. Ma soprattutto, questo mi aiuta con i miei studi. Sono uno studente, sono al secondo anno di Scienze Motorie. Quando ho tempo libero studio, oppure mi piace anche leggere e uscire con amici e compagni di squadra. Che libri preferisco? Mi piace un po’ di tutto, leggo anche i romanzi”.
L’esperienza al Chievo sotto l’ala di Pellissier
Tra i ricordi di Grandolfo, spicca anche l’annata in Serie A al Chievo Verona, dove si trasferì dopo la retrocessione del Bari: “Sicuramente ho avuto pochissimo spazio. Mi hanno messo in campo due volte gli ultimi 5-10 minuti, non ho avuto modo di dimostrare il mio valore. Conservo un ricordo bellissimo: è stata la mia prima esperienza fuori casa in una città stupenda come Verona a cui sono legato”.
Diversi i campioni presenti in quella squadra, ma un centravanti come Grandolfo non poteva evitare di stringere un forte legame e imparare dall’iconico capitano di quel Chievo Verona: “Giocavo con tanti giocatori forti, specialmente Pellissier che era come un fratello grande per me, mi ha sempre protetto sotto la sua ala e tutt’ora lo sento ancora. L’ho sentito quando stavano per iniziare con la nuova società e lui stava mettendo mani. Ora pian piano si stanno rialzando, sono curioso di vedere come si evolverà nel tempo”.
Copyright foto: Gabry Latorre – S.S. Monopoli 1966