Riccio, alto e di bell’aspetto: no, non è il ritratto di un attore di Hollywood ma la descrizione di Rocco Costantino, attaccante del Monterosi. Per il centravanti biancorosso, però, il vero palcoscenico è il campo da calcio e in questa stagione sta dimostrando di essere a tutti gli effetti un protagonista assoluto della sua squadra. Ancora di più dopo la tripletta contro la Juve Stabia alla 33esima giornata e le reti decisive contro Catanzaro e Virtus Francavilla.
Quattordici reti all’attivo, condite da due assist: un bottino di tutto rispetto considerando i problemi fisici avuti durante l’anno, che lo hanno tenuto fuori quasi tre mesi. Costantino ha ricominciato a mettere minuti nelle gambe e ormai per il Monterosi la salvezza è raggiunta con quota 48 punti nel girone C e un piede e mezzo nei playoff. Tanti i festeggiamenti nel post partita contro la Juve Stabia, pallone a casa, gioia social e non solo.
Intervistato ai microfoni de LaCasadiC, l’attaccante classe 1990 aveva parlato del suo recupero: “Sto progredendo nel lavoro fisico grazie al lavoro dello staff tecnico e medico. Pronto per il rientro a pieno regime? Forse ancora no, ma il mister mi sta gestendo alla grande”.
Cambiare dimensione non è sempre facile nel mondo calcistico. Passare da realtà importanti nel panorama nazionale a squadre meno blasonate può avere l’effetto di una lama a doppio taglio. Costantino, però, è arrivato a Monterosi come uno degli acquisti principali della campagna estiva. Che sia questo il motivo per cui è riuscito subito a emergere? “Sotto alcuni punti di vista sicuramente. Ho molte più responsabilità rispetto ad altre realtà come Bari o Vercelli (club in cui ha giocato, ndr.), squadre composti da giocatori di comprovata esperienza. Qui invece ho il ‘compito’ anche di sostenere molti giovani forti, ma che devono e vogliono emergere. Cerco quindi di trasmettergli attraverso l’esempio o anche i racconti di vita vissuta la mia esperienza sul campo”.
La media realizzativa di Costantino è tra le migliori del girone C. L’ultima volta che riuscì a fare così bene fu ai tempi del Sudtirol, nella sua migliore stagione in carriera, quando collezionò 18 reti tra campionato e playoff. Tra i traguardi da raggiungere, c’è anche quello di provare a battere il suo stesso record: “Ci tengo molto a raggiungere un obiettivo importante con i gol, ma l’obiettivo in primis è quello di voler valorizzare questo club e il territorio e insieme al Presidente e al Direttore consegnare un modello di club diverso dagli altri”. Il passato però è ormai alle spalle. Anzi, nei progetti di Costantino può esserci anche un futuro al Monterosi: “Assolutamente sì: un progetto pluriennale mi lega a questo club insieme alla società e ai miei compagni. Stiamo mettendo le basi per far parlare di noi ora e in futuro grazie ai progetti non solo calcistici in chi la società è impegnata”.
Un giocatore d’esperienzain Serie C sa essere una guida per i ragazzi meno esperti. E Costantino, da buon marinaio navigato, è ormai tra i comandanti della nave chiamata Monterosi, che vanta l’equipaggio più giovane dell’intero girone C. Inoltre, l’ex Bari è un esempio di perseveranza nel mondo del calcio, dato che è entrato a far parte dei professionisti a 27 anni. Un’età molto avanzata per i tempi di oggi, ma che dimostra ai ragazzi delle categorie dilettantistiche di non arrendersi mai: “Sicuramente ripenso molto a quando frequentavo i campi dilettantistici. E ricordo che mi allenavo con costanza e dedizione. Cercavo di aggiungere valori alla mia crescita. Non mi ponevo limiti perché volevo essere ripagato dei miei sacrifici e arrivare tra i professionisti. Quindi consiglio la fatica, la costanza e la voglia di voler crescere personalmente”.
Purtroppo, Costantino è sempre arrivato a un passo dal sogno Serie B. Prima con il Sudtirol, poi con la Triestina e infine a Bari: tre finali playoff perse, che non hanno avuto un impatto positivo su di lui. “Ho un ricordo molto doloroso – commenta l’attaccante -, soprattutto perché giugno per me significa finali sfumate. Prima con il Sudtirol, poi con la Triestina e poi con il Bari. Quindi ricordo quei momenti con profonda delusione“.
Nell’attacco degli altoatesini, insieme a lui, c’era anche Emmanuel Gyasi, che dopo anni è riuscito a scalare le categorie, arrivando ad avere un posto di rilievo nello Spezia in Serie A: “Condividevo con lui l’attacco e ci trovammo subito bene, in sintonia. Poi è stato bravo Zanetti a creare quell’armonia calcistica. Siamo rimasti amici e ci sentiamo spesso. E già si vedeva che sarebbe arrivato in alto“.
Infine, Costantino ha voluto menzionare le sue passioni al di fuori del calcio, che lo accompagnano nella vita quotidiana: “Amo suonare la chitarra e leggere. Soprattutto libri emozionali e di crescita interiore“
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