Mazzone, Totti, Baggio e non solo: che storia Menichini! “A Monterosi meno pressioni, ma sono di casa”
Se si pensa alle immagini che hanno fatto la storia del calcio italiano è impossibile non citare la celebre corsa di Carlo Mazzone in Brescia-Atalanta. La maggior parte degli appassionati di calcio fanno fatica a dimenticare Sor Magara, ma i più nostalgici ricorderanno ancora il suo storico vice: Leonardo Menichini, attuale allenatore del Monterosi. Già, perché da buona spalla di Mazzone, in quel 3-3 del Rigamonti era presente anche lui insieme ai collaboratori che provarono a fermare l’indomabile impeto dell’allenatore del Brescia, come ricordato dallo stesso Menichini in esclusiva ai nostri microfoni: “Perdevamo 3-0, in casa con l’Atalanta. C’era una grande rivalità tra le due squadre quindi c’era uno sfottò da parte dei tifosi verso la panchina, ma sotto di tre gol stavamo quieti, anche quando abbiamo segnato il primo gol. Poi sul 3-2 mancava poco, Mazzone si gira e dice ‘se facciamo gol vengo sotto la curva‘. Ma noi sul 3-3 credevamo facesse qualche metro e invece è andato fin sotto la curva e tutti avete visto come è andata!”.
Un’esperienza, quella con Mazzone, che non si limita a un solo episodio. Tredici anni insieme, uno la spalla dell’altro. Impossibile per Menichini non portare con sé ancora tutti gli insegnamenti di quel periodo: “La mia esperienza con Mazzone è stata straordinaria, una palestra di vita. Gli sono riconoscente per avermi dato la possibilità di poter fare esperienze di altissimo livello, anche internazionale, abbiamo allenato grandi giocatori e questo non si può dimenticare. La mia riconoscenza è massimale nei suoi confronti per la persona, per l’uomo e per l’allenatore“.
Monterosi, la nuova sfida di Menichini… a casa propria
Adesso, però, è arrivata una nuova avventura per Menichini. Certamente ridimensionata rispetto alle passate esperienze nei grandi club del calcio italiano, ma con la stessa voglia di dare il massimo: “Sì è vero, ho allenato in piazze importanti dove c’erano pressioni molto forti. Qui chiaramente è un ambiente più ovattato, più tranquillo, però il campo e il lavoro sono sempre quelli. Quindi dobbiamo sempre trasmettere stimoli ed entusiasmo. Anzi, in un ambiente nel quale non ci sono molte pressioni è importante il lavoro settimanale“.
Domenica 28 novembre, Menichini avrà finalmente la possibilità di fare il suo esordio in casa da allenatore del Monterosi. L’ambiente, però, è più familiare di quanto si possa pensare: “Abito nella Tuscia, ho giocato anche nella Viterbese nel mio ultimo anno di carriera dove poi ho iniziato anche a fare l’allenatore del settore giovanile. Sarà la prima volta che tornerò su quel campo perché non ci sono mai più stato neppure da avversario. Quindi è la prima volta che torno al “Rocchi” dopo tanto tempo e sono certo che sarà una bella gara contro un avversario molto impegnativo“.
Monterosi, a scuola da Menichini: tra giovani e la ripresa del Monterosi
Avere a che fare con nuove sfide significa anche abbracciare un ambiente stimolante in cui portare la propria esperienza. E quale miglior scuola per insegnare se non quella del Monterosi? La rosa della squadra di Menichini è infatti una delle più giovani del girone C, ma ciò non ha impedito all’allenatore di trovare impegno e dedizione da parte dei suoi giocatori: “L’atteggiamento è stato ottimo perché c’è stata disponibilità sin da subito. Sono dei ragazzi seri che lavorano bene e con entusiasmo. La media età è una delle più basse, è vero, e credo che la serie C debba “pescare” nel serbatoio dei giovani. Perché devono avere la possibilità di fare esperienza. Soprattutto per quei ragazzi che hanno giocato in Primavera e devono essere formati al professionismo. Credo che la serie C sia una palestra di talenti, un campionato molto importante per la loro formazione e per il loro futuro”.
Dopo un periodo difficile, con l’arrivo di Menichini il Monterosi si è ripreso, collezionando due pareggi consecutivi contro Juve Stabia e Vibonese: “Due buone prestazioni, certamente. Contro la Vibonese, forse, abbiamo raccolto meno di quello che abbiamo costruito. Nel secondo tempo abbiamo avuto un paio di occasioni clamorose che non abbiamo saputo cogliere. Avrebbero potuto portarci alla vittoria, che sarebbe stata molto importante non solo per la classifica, ma anche per il morale”.
Adesso, però, è il momento per Menichini di affrontare il primo grande test. A Monterosi si recherà il Catanzaro, una delle corazzate del girone: “È un avversario di grandissimo spessore, costruito per vincere il campionato. Già lo scorso anno sono arrivati secondi, sono in semifinale di Coppa Italia. Insomma sarà una gara molto tosta e difficile, ma noi cercheremo di farci trovare pronti. Ho visto i ragazzi allenarsi bene con attenzione e con umiltà. Pur conoscendo le difficoltà cui andremo incontro domenica sono sicuro che faremo una buona partita”.
Le avventure con Totti e Baggio e il segreto per affrontare la Serie C
Napoli, Roma, Cagliari, Ancona, Brescia e tanto altro. Limitare la carriera di Menichini a una sola esperienza sarebbe impossibile, così come cercare di individuare il miglior giocatore incontrato nelle sue avventure: “A dire la verità ce n’è più di uno. Con Mazzone ho avuto la possibilità di allenare grandi giocatori tra cui Baggio e Totti su tutti. E avere avuto la possibilità di lavorare con grandi campioni, vivere giornalmente il quotidiano con loro, fianco a fianco, sentire il professionista e l’uomo che ha bisogno di sostegno come tutti. Perché i campioni ti fanno vincere la partita, ma il gruppo, il collettivo ti fa vincere il campionato”.
Tante le esperienze di Menichini sulle panchine di squadre di Serie C. Una su tutti quella risalente alla stagione 2014/15, quando portò la Salernitana alla promozione in Serie B. Qual è quindi il segreto per affrontare un campionato come la Lega Pro? “E’ un campionato molto difficile ambientalmente. Si gioca un calcio fisico, con una certa cattiveria agonistica e quindi devi essere pronto a ribattere colpo su colpo. Devi avere l’atteggiamento giusto, devi lottare molto sulle seconde palle, giocare anche in maniera sporca con palla avanti e pressing e avere gran ritmo. Poi, ovviamente, quando hai la palla devi saper impostare e giocare. E il Monterosi anche quando l’ho visto giocare prima della mia gestione mi era piaciuto. Squadra umile che lotta, con qualche limite da migliorare, ma che non si dà mai per vinta. Mi piace questo modo di aiutarsi, di soffrire insieme che non deve mai mancare”.