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Montervino: “A Taranto c’è più equilibrio, fieri di questi risultati”

“Passa”, “pressa”, “aggredisci”, “più veloce”. Questa la colonna sonora che ci accoglie quando iniziamo la nostra chiacchierata con Francesco Montervino, direttore sportivo del Taranto. Che alla cravatta preferisce la tuta, alle scarpe da cerimonia predilige il cuoio del pallone e le chiodate. Che in 16 mesi nella città dei due mari ha firmato la promozione in C, categoria che mancava da quattro anni, e un avvio di campionato da 13 punti in otto giornate nel girone C. “Siamo contenti di quello che stiamo facendo – ci racconta mentre la squadra si allena alle sue spalle – i punti che il Taranto ha in questo momento sono tanti, in pochi se lo aspettavano. Tranne noi”.

Montervino: “A Taranto rapporto fantastico con Laterza”

Già, perché in estate, mentre il Taranto costruiva la squadra con raziocinio e un occhio al portafogli, nelle griglie di inizio stagione Marsili e compagni non erano nella griglia playoff. “Viviamo la squadra e viviamo l’ambiente ma mai come quest’anno vedo equilibrio in una piazza passionale come Taranto – sottolinea il ds – si è capito che la Taranto calcistica deve fare un percorso diverso, tendente a far crescere giovani e lanciare anche ragazzi di nostra proprietà. Stiamo lavorando bene e siamo contenti dei risultati che stanno arrivando”. Tra i punti fermi c’è la coppia Montervino-Laterza. Un sodalizio nato all’inizio dell’estate 2020: “Con il mister il rapporto è fantastico, ci sono stima e rispetto umani ancor prima che professionali. Ci mettiamo sempre a disposizione l’un dell’altro. Io mi fido ciecamente di lui e viceversa“. Con una premessa che sa di riconoscimento: “Non l’ho scelto io l’anno scorso, era stata una scelta del presidente ma a pelle il rapporto è stato eccezionale. E abbiamo avuto tutti ragione, ripartendo quest’anno da una solidità difensiva che è la stessa dell’anno scorso”.

Difesa solida: “A Catanzaro non saremo vittime sacrificali”

I numeri lo dicono: tre gol al passivo in otto partite, miglior difesa del girone e ben sei clean sheet per il giovane Chiorra. Domenica sarà Catanzaro-Taranto, sfida tra le squadre che prendono meno gol nel gruppo C. “Giocheremo contro la squadra più forte del campionato insieme a Bari, Avellino e Palermo – ammonisce Montervino – ma non andiamo a Catanzaro come vittima sacrificale: giocheremo con la consapevolezza di chi è il Taranto. Abbiamo un punto in meno rispetto a loro e non vogliamo che questo distacco sia cresciuto al fischio d’inizio”. D’altronde, l’obiettivo in classifica è chiaro: “Cercare di non stare dalla parte destra e guardare la sinistra”.

“Il carattere fa gruppo, la qualità fa vincere le partite”

Scorri la sua carriera, quella fascia da capitano del Napoli sul braccio e pensi, sbagliando che per Montervino l’agonismo prevalga su tutto nel calcio: “Chiaramente l’aspetto caratteriale per me diventa determinante ma mi piace anche avere qualità in campo. Da giocatore soffrivo tremendamente quando dovevo avere a che fare con giocatori forti. Chi ha carattere crea gruppo, ma chi ha qualità ti fa vincere le partite”. Così sono nate le idee di mercato Giovinco e Saraniti: “Portare a casa due giocatori forti per la categoria non era facile. Dovevamo convincerli del progetto tecnico e loro hanno aderito con entusiasmo: abbiamo sudato di più per queste due trattative ma sono andate a buon fine”. E a centrocampo sta convincendo l’argentino Bellocq: “Franco ha sempre giocato in Serie A, in Argentina e in Grecia. L’avevamo cercato dallo scorso febbraio ma in Serie D non c’era modo di prenderlo. Siamo tornati tra i pro e lui ha sposato la nostra causa: si è ambientato benissimo e sta facendo bene”.

Senza dimenticare la linea verde. Chiorra, Italeng, Diaby, Tommasini, Ferrara, Labriola, Ghisleni: la carta d’identità gioca a favore del Taranto. “Per me questo è un lavoro super importante, oggi come oggi si può essere decisivi anche giocando pochi minuti – sottolinea Montervino – abbiamo un mister bravo, perfetto, che lavora benissimo con i giovani. Crediamo che anche in piazze come Taranto si possa fare minutaggio, lo stiamo facendo e siamo molto contenti di questo. Il mister sa cosa la società e io vogliamo e lavoriamo in simbiosi”.

“Leonardo un modello”

Finito qui? No, perché c’è tempo per passare in rassegna dei riferimenti tra i ds: “Mi piacciono i dirigenti di campo, da Tare a Petrachi. Poi un idolo è Leonardo: fa della classe, dello spessore umano e della qualità le doti principali. Il massimo che si possa avere”. Oltre a un campo e un pallone: “In questo momento ho la tuta e gli scarpini: aspetto che finiscano i ragazzi e mi alleno anche io“.

Luca Guerra

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