È arrivato in punta di piedi lo scorso gennaio, inserendosi però da subito nei meccanismi del Piacenza di Cristiano Scazzola, che lo ha quasi sempre schierato tra i primi undici. L’investimento, si può affermare senza timore di essere smentiti, domenica è stato ripagato. Davide Munari ha dato un contributo importante, sicuramente decisivo, nella corsa ai playoff della sua squadra. Grazie alla prestigiosa vittoria – la seconda consecutiva – tra le mura del Lecco, i biancorossi hanno raggiunto matematicamente la quota punti utile per poter disputare la fase finale del campionato. E lì, si sa, nonostante il Piacenza non sia la favorita numero uno, può succedere veramente qualsiasi cosa.
Non una rete particolarmente complicata da realizzare. Tuttavia, vista la posta in palio altissima, in quel momento avrebbero potuto tremare le gambe. Non quella mancina del centrocampista classe 2000, che al 4’ ha portato in vantaggio i suoi a conclusione di una splendida manovra corale, indirizzando così l’incontro sul binario favorevole ai piacentini (QUI per rivederlo). L’esultanza rabbiosa sotto il settore ospite la dice lunga sull’esplosione di sentimenti provata in quel momento da Munari.
Potrà essere solo un caso, ma la prima gioia personale con la nuova maglia è arrivata proprio il giorno dopo in cui la squadra titolare del suo cartellino, il Cesena, è caduta sul campo del Montevarchi. Nonostante la sconfitta sia sostanzialmente indolore, vista la presenza ormai consolidata ai playoff, forse Munari avrebbe potuto essere la freccia in più dell’arco di Viali. Un gol e tre assist nelle 16 presenze collezionate dal suo arrivo a Piacenza. Un buon bottino, per un viaggio che attraversa tutta l’Emilia-Romagna e che, chissà, il prossimo anno potrebbe percorrere il tragitto inverso. Il ritorno al Cesena, nel quale ha contribuito alla promozione in Serie C del 2019, valsa il ritorno tra i professionisti.
Cesena è anche la società che per prima ha creduto in Munari, prelevandolo dal settore giovanile del Torino nel mercato invernale del 2019. La scuola granata lo ha formato in maniera significativa. Nel corso della sua giovane carriera ha potuto allenarsi con campioni del calibro di Simone Zaza, che per un certo periodo ha giocato con la squadra Primavera per recuperare da un problema fisico. Uno che ne sa qualcosa di gol importanti, avendo deciso lo storico scontro diretto Juve–Napoli del 2016. Da lui, probabilmente, ha rubato la capacità di saper decidere i momenti in cui affondare il colpo. Proprio come messo in mostra domenica sul campo del Lecco. Inoltre, nella sua esperienza tra le fila dei torinesi, era compagno di squadra e amico di Luca Gemello. Il terzo portiere della prima squadra quest’anno ha avuto il merito di esordire nella partita più bella della stagione per la compagine di Ivan Juric: il poker rifilato alla Fiorentina lo scorso 10 gennaio. Tutti compagni di viaggio da cui Munari ha potuto prendere esempio, per imparare a rendersi decisivo come sta facendo con il Piacenza.
A cura di Luca De Lellis
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