Il legame con Cristiano Lucarelli e la magica promozione di Cosenza, la storia di Mungo
Lavoro, orgoglio e forza di volontà. La Viterbese è ripartita. Una salvezza da conquistare. Un percorso in cui Domenico Mungo, che ha realizzato la rete del pareggio nella vittoria contro il Gubbio, sta giocando un ruolo decisivo. Il numero 10 sulle spalle. Responsabilità e qualità. Una storia, la sua, fatta di passione. La passione per un pallone. Un viaggio per l’Italia, guidato dall’amore per il calcio. Ora il suo presente si chiama Viterbo.
Mungo e il profondo legame con il calcio
Una innata predisposizione quella di Domenico Mungo. Fare di quel pallone il suo futuro l’obiettivo. Una passione trasmessa dal papà milanista. Dalle giocate di George Weah al derby vinto 6-0 contro l’Inter, molti i ricordi delle partite viste insieme. Ed è il padre ad accompagnarlo da Castelnovo ne’ Monti (sua città natale) agli allenamenti a Parma. A Parma ci arriva grazie al ds Gabriele Zemagna, che lo aveva portato in gialloblù dopo un torneo disputato a Reggio Emilia. A 16 anni il ragazzo classe ’93 passa in prestito al Pro Piacenza in Eccellenza. Una prima stagione tra i grandi vissuta da protagonista: 35 presenze, 4 reti e vittoria del campionato.
Mungo, la prima volta a Chieti e il rapporto con Lucarelli
Nel 2012 arriva la chiamata dal Chieti di Tiziano De Patre in C2, dove Domenico Mungo inizia a mettersi in mostra. 5 reti in 29 presenze. 18 gli anni. La prima rete la segna contro il Martina Franca in un match terminato 4-2 per il Chieti. A notarlo uno che del calcio ha fatto la sua vita: Cristiano Lucarelli. L’ex capitano e bandiera del Livorno si innamora del talento di Mungo e lo vuole nel suo Perugia nel 2013. Lucarelli, però, viene esonerato prima dell’avvio del campionato e in Umbria il centrocampista classe ’93 gioca solo 6 partite. Ma gli amori, si sa, non finiscono. A gennaio 2014 il giocatore viene ceduto al Viareggio, guidato proprio dall’ex Livorno. Un legame che procede anche l’anno successivo a Pistoia. In Toscana arriva il definitivo exploit, 70 presenze e 12 reti in due anni con la Pistoiese.
Mungo, dal miracolo Cosenza al ritorno in Abruzzo
Nel 2016 Domenico Mungo, dopo una trattativa con il Pordenone, passa al Cosenza. Una prima ottima annata con 34 presenze e 6 reti. Una seconda stagione che rimarrà impressa per sempre nella sua memoria. Un avvio con molte difficoltà: solo 2 punti in 5 gare e l’esonero di Gaetano Fontana. Alla sesta giornata arriva a Cosenza Piero Braglia. Mungo arretra a mezzala e da lì inizia una cavalcata che ha dell’incredibile. Dalla zona playout la squadra calabrese macina punti e posizioni fino ad arrivare al 5° posto finale.
Il Cosenza raggiunge la finale dei playoff. Il Siena di Michele Mignani l’avversario. L’Abruzzo, ancora una volta, il palcoscenico. A Pescara i rossoblù vincono 3-1 e dopo quasi 20 anni tornano in cadetteria. In Serie B Mungo gioca 28 partite, tuttavia, senza mai andare in gol. Nel 2019 il centrocampista torna ancora in Abruzzo e veste la maglia del Teramo in C. Due anni e mezzo fatti di di grande maturità e spirito di sacrificio che lo vedono scendere in campo 78 volte e realizzare 4 reti.
Un viaggio con destinazione Viterbo
A gennaio 2022 Domenico Mungo approda alla Viterbese. L’obiettivo, la salvezza. E il numero 10 vuole essere protagonista. La prima rete arriva ad Ancona. La seconda viene siglata ancora in trasferta, stavolta a Gubbio. Un gol decisivo per dare avvio alla rimonta, dopo lo svantaggio iniziale di Spalluto. E nella partita contro il Gubbio Mungo ha ritrovato Davide Mignemi, il ds del Gubbio, che già aveva in un’occasione molto importante. Bisogna tornare con la mente alla magica cavalcata del Cosenza nei playoff del 2018. La prima partita delle fasi finali è contro il Sicula Leonzio. L’allenatore era Aimo Diana. Il ds proprio Davide Mignemi. Okereke e Baclet firmano la vittoria e l’inizio del percorso che porterà il Cosenza alla promozione in Serie B. Ora il presente si chiama Viterbese e Domenico Mungo è pronto per scrivere un’altra favola con questa maglia.
A cura di Federico Rosa