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Voglia di rivalsa, gol e sogni. Murano: “Volevo dimostrare di non essere finito”

Chiudere una valigia mettendo dentro esperienze, positive e negative, e ripartire. Un passo alla volta, un gol dopo l’altro. Una carriera in giro per l’Italia per Jacopo Murano. Poi a 33 anni “trovare” casa a 20 chilometri dalla sua Potenza. Il viaggio del Samurai lucano – nomignolo affibiatogli agli inizi della sua carriera per i tratti somatici e i lunghi capelli – ha fatto tappa a Picerno. “È vero che in estate ci siamo scelti a vicenda. Avevo voglia di rivincita e voglia di venire qui. La squadra di Emilio Longo, sempre più seconda nel girone C di Lega Pro insegue un sogno, spinta sempre più da quel figlio della Lucania che si è ritrovato proprio nella sua terra, e che si sta riprendendo la sua rivincita.

Credit: AZ Picerno

Murano: “Volevo dimostrare di non essere finito”

Partiamo dalla fine. Grazie al diciassettesimo gol in campionato, Jacopo Murano è stato decisivo anche contro il Sorrento. Record di reti in Lega Pro per lui, che si è raccontato ai microfoni de LaCasadiC.com: Venivo da un anno e mezzo un po’ particolare. Avevo tanta voglia di rivalsa e si è scatenata in me la voglia di dimostrare che non ero finito. Avevo tanta voglia di rivincita e di fare una buona stagione, ma non mi aspettavo tutti questi gol a febbraio”. Voglia di rivalsa da una parte, l’umile ambizione che contraddistingue il Picerno dall’altra: fino a questo momento un connubio vincente. “Pensiamo a difendere il secondo posto, poi vedremo cosa arriverà. Umiltà e ambizione? È la verità e lo si vede in ogni partita. La nostra fortuna è pensare partita per partita. A Perugia abbiamo vinto il campionato e pensavamo alle tante partite che venivano. Qui pensiamo soltanto alla prossima. Non è una frase fatta: non ti pesa giocare una partita alla volta. Forse è anche questa la nostra forza“.

Credit: AZ Picerno

“Star fermo sapendo di poter giocare è una cosa terribile. Ora punto a essere un esempio”

Diventare Samurai, in Giappone, non era da tutti. Era necessaria una dura preparazione psicologica e spirituale. Anche il cammino di Jacopo non è stato affatto facile. Le gioie odierne sono una rivincita anche nei confronti della vita, che spesso lo ha messo di fronte a pesanti battute d’arresto. Da ognuna, però, Murano ha trovato la forza per andare avanti. Ho avuto diverse battute d’arresto. Due davvero toste. Da giovane non avevo il carattere. Ognuno si merita quello che produce, quindi è giusto così. Altre volte la mia carriera è stata un po’ stroncata ingiustamente“. Non è stato facile star fermo a causa di un‘idoneità sportiva che non arrivava. E, a pensarci, gli occhi diventano lucidi: “Stare dieci mesi fuori dal campo sapendo di poter giocare è la cosa più brutta. Sono stato fermo, ma mi sono allenato per otto mesi come un soldatino e non ho mai mollato. Se ho fatto degli errori da giovane, dopo ho compensato. Quando ti comporti bene, ti alleni e hai la forza di volontà giusta, prima o poi tutto torna“.

Credit: AZ Picerno

Maturità e tenacia di mettersi alle spalle gli incidenti di percorso e ripartire. Jacopo Murano lo ha fatto anche grazie alla famiglia, che gli è sempre stata vicino anche nei momenti più bui: “Mia moglie e la mia famiglia mi sono stati molto vicino, così come i miei migliori amici. I miei suoceri e la mia famiglia hanno provato a risolvere questo disguido. Mi hanno dato una forza che poi ho esternato in campo. Per fortuna tutto è tornato come doveva andare”. Dagli occhi lucidi a quelli della consapevolezza. Ogni battuta d’arresto fortifica il carattere e aiuta a crescere. E ora, a 33 anni, Jacopo può essere un esempio:Mi rendo conto di avere esperienza e di avere una ‘certa età’, per fortuna sto bene fisicamente. Cerco di dare una mano soprattutto ai ragazzi. Ho sentito subito Pablo Vitali dopo il brutto infortunio al ginocchio. Sono esperienze che io ho già vissuto. Cerco di non trasmettere ai più giovani quelli errori che magari io ho fatto in passato. Cerco di essere un esempio“.

Credit: AZ Picerno

“Sogno la Serie B. Senza sogni è meglio non giocare”

Saper soffrire e rialzarsi ogni volta. E poi raccogliere le meritate soddisfazioni. Murano sta dominando la classifica capocannonieri e non vuole fermarsi qui: “Non ho un obiettivo prefissato. Cercherò di fare più gol possibili, perché so che posso dare una mano alla squadra”. La voglia di rivalsa, però, lascia spazio anche ai sogni. E gli occhi sorridono:Il sogno è cercare di vincere un altro campionato, ma non ho l’ossessione di doverlo fare. Avevo voglia di prendermi una rivincita dopo un anno e mezzo in cui ho sofferto tantissimo. Da qui alla fine cercherò di continuare così. Senza sogni è meglio non giocare. Sarebbe un grande sogno raggiungere la promozione in Serie B. È giusto crederci, ma guardiamo alla realtà e facciamo un passo alla volta“. La consapevolezza e la volontà di continuare a vivere questa splendida realtà che è l’AZ Picerno: Mercato di gennaio? Non ho avuto il minimo pensiero di andare via. Ho avuto richieste, ma ho già detto di voler restare fino al termine del contratto. Poi perché avrei dovuto? Siamo secondi in classifica, sarei stato un folle a cambiare aria“. Sognare non costa nulla. E spesso la vita, per quanto beffarda, restituisce sempre tutto. Chiedere conferma al Samurai lucano.

Pietro Agoglia

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