“E andare a marcia avanti e andare a marcia indietro..”. Era Alberto Selly nel suo “‘O Ballo d’ ‘o Cavallo”. Storie vecchie. Di musica, di folklore. Quella che invece vogliamo cantarvi è una favola calcistica tutta da riempire. Di aneddoti, ‘note’, curiosità. Quella di Mattia Mustacchio. il “Flipper”, come lo chiamava Mazzarri alla Sampdoria. Proprio da dove tutto (o quasi) è iniziato. Sud, Centro e Nord Italia. Il 34enne nato a Chiari conosce tutti i sapori del nostro Paese. Da un polo all’altro, da una porta all’altra. Avanti e… Indietro, appunto. Un funambolo che ha basato sempre tutto su un concetto originario: sacrificio. Così il ‘treno’ di Chiari faceva innamorare i suoi allenatori, che lo hanno sempre apprezzato per l’infinita disponibilità. Adesso è il turno di Dossena, che lo sta apprezzando a Vercelli. Con la Pro, Mattia Mustacchio è risultato subito decisivo alla terza presenza in campionato. Tripletta personale e vittoria in rimonta sul campo della Giana Erminio. Poi altri due gol contro Pro Patria e Legnago, fino alla doppietta nel derby piemontese con il Novara.
Treno, dicevamo. Come quello che da Brescia lo ha portato, ancora giovanissimo, a Genova, sponda Sampdoria. Ha fatto tutta la trafila, fino alla Primavera. Al fianco di Poli e Bonazzoli (suoi compagni di squadra ai tempi), ha vinto la Coppa Italia e il campionato di categoria nel 2008. Poche presenze per mettersi in mostra, pochi minuti sulle gambe per farsi apprezzare dall’alto. Da Mazzarri, ad esempio, che lo ha convocato per il match di Coppa Uefa nell’estate dello stesso anno. Anche se non è sceso in campo. A settembre, è partito con la formazione Primavera e ha collezionato 22 presenze, fino alla chiamata dei grandi. E’ andato in panchina contro l’Inter di Adriano, ma la settimana successiva fu quella giusta. Ha giocato 1′ della sfida casalinga contro la Lazio, in un Marassi colmo di passione (3-1 il finale).
La carriera di Mustacchio sembrava dover sbocciare. Poi un muro, a rallentare la corsa. Scenari che cambiano, a differenza della passione sempre uguale di quell’esterno a tutta fascia che fa avanti e poi indietro. E viceversa. Così per sempre, in campo e nella vita. Su di lui si sono accesi i riflettori della Serie B. A tesserarlo ci ha pensato l’Ancona, con cui ha giocato 24 volte. Poi l’era Vicenza. Secondo vero amore della sua carriera.
In Veneto lo chiamavano MM7. “E pensare che non avevo neanche quel numero…”, rivelò in un’intervista a GianlucaDiMarzio.com (leggi qui). Un riferimento d’alta scuola, quello con CR7, Cristiano Ronaldo. Non esattamente lo stesso numero di gol, ma stessa passione e fuoco negli occhi. Un “epiteto” con cui celebrare le tantissime cavalcate sulla fascia. I tanti chilometri percorsi, per 4 anni. 92 presenze e 11 reti in bacheca. Tanti ricordi, fino allo sbarco in “bianconero”. L’era a due tinte, anche se prima alla corte dell’Ascoli, poi a quella di Vercelli. Una promozione in Serie B da protagonista e un’amicizia nell’esperienza piemontese con Foscarini e Longo, suoi allenatori.
Altro giro altra corsa: è la volta di Perugia. Di Longo dirà che è “un grande allenatore”. Ma i due, hanno cambiato sede. Uno a Frosinone, l’altro in Umbria. Finché si ritrovano uno di fronte all’altro. E ad avere la meglio è proprio Mustacchio, che segna e decide il match contro i laziali, ancora imbattuti allo Stirpe. Una corsa sotto la Curva degli ospiti, l’abbraccio di oltre 400 tifosi. E pensare che “Il Frosinone mi voleva questa estate, so che c’è stata un’offerta ma che la società ha rifiutato”, disse il centrocampista nato a Chiari. Nel gennaio del 2018 passa poi al Carpi, sempre in Serie B. Poi Crotone, con cui ottiene una promozione in A da protagonista.
Dopo le 52 presenze con l’Alessandria, Mustacchio decide di tornare a Vercelli, con la Pro. Ma non sarà la seconda ed ultima volta. Dopo 19 presenze, l’esterno va a Cesena, sempre in Lega Pro. In Romagna non trova molto spazio, motivo per cui le strade del classe ’89 e dei piemontesi si ricongiungono ancora una volta. Nell’estate del 2023 il nuovo capitolo con la Pro. Tre presenze gli son bastate per lasciare subito il segno. Contro la Giana Erminio Mustacchio mette a segno una personale tripletta e la sua Pro vince 3-2 in rimonta volando al quinto posto. Poi altri 4 gol, 2 nel derby contro il Novara. Un viaggio nel mondo del centrocampista numero 7. Lo stesso di Ronaldo. Un’escursione, nel fantastico mondo di un 33enne che gioca ancora con l’entusiasmo di un ragazzino. Per vivere un altro sogno, ed inseguire un’altra promozione. Avanti e indietro, sempre a macinare chilometri.
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