“Il giorno più bello della mia vita”. Poche parole, tanto cuore. Hans Nicolussi aveva così commentato sui social l’esordio con la maglia della Juventus l’8 marzo del 2019. Il minuto 79′, l’abbraccio con Kean e la vittoria per 4-1 contro l’Udinese. Emozioni per sempre, sensazioni uniche. Nel mezzo, però, tanti problemi. Perchè la vita non è mai una strada senza ostacoli. Ora l’opportunità di riprendersi la scena, in Serie B, con il neopromosso Sudtirol del suo ex/nuovo allenatore Lamberto Zauli. I tanti problemi al ginocchio sembravano poterlo mettere al tappeto, ma lui è stato più forte di tutto e di tutti. Era tornato per i playoff della Juventus U23, giusto il tempo di collezionare 4 presenze agli ordini dell’ormai ex allenatore bianconero Zauli. Troppo poco per uno come lui. Uno con i piedi del giovane talento e la fame del predestinato.
Hans Nicolussi Caviglia è il calciatore che forse tutti gli allenatori vorrebbero avere. Corsa e disponibilità in mezzo al campo. La qualità abbinata al sacrificio. I colori bianconeri cuciti sulla pelle, fin da quando era bambino. Tutta la trafila, fino alla Primavera, con cui ha collezionato, nella stagione 2017-2018, 24 presenze condite da 2 gol e 1 assist. 6 presenze e 2 reti anche in Youth League, la Champions League dei giovani. Per quella “vera”, bisognerà aspettare l’aprile della stessa annata sportiva. Non gioca, ma viene convocato per la notte più importante contro l’Atletico Madrid, per il ritorno degli ottavi di finale della coppa più bella di tutte. Ronaldo fa tripletta, lui guarda e giosce dalla panchina. In Serie A, l’esordio contro l’Udinese e il match da titolare disputato a Ferrara contro al Spal, quando vince il ballottaggio con Luca Coccolo (leggi qui la sua storia). L’anno successivo gioca con la Juventus Under 23, prima di passare in prestito al Perugia, in Serie B.
Questa sarà la sua stagione migliore: 27 presenze, 1 gol e 6 assist. 2 gettoni anche ai playout. Poi è la volta di Parma, esperienza durante la quale non vede però il campo: solo 2 presenze in un’intera stagione. Il suo ginocchio fa crack. Il sogno sembrava essere svanito, ma la tenacia ha superato lo sgomento, la sofferenza. La sfortuna bussa però ancora alla porta del giovane ragazzo nato ad Aosta. Altra operazione per rimuovere alcune defezioni nel menisco. Altro anno praticamente fermo con la Juventus Under 23. Zauli lo ha recuperato soltanto per la gara dei playoff contro la Pro Vercelli. Gli ultimi due anni il destino gli è andato contro, ma adesso è pronto a riprendersi tutto. Se la vita è una ruota che gira, allora questa volta il fato dovrebbe essere un alleato. Visto che la qualità, quella, non è mai mancata. Insieme ad un talento cristallino.
Mai la fretta di bruciare le tappe. Studiare, lavorare, osservare. Non si fa tutto coi piedi nel calcio. La testa conta tanto e Nicolussi, la sua, la porta ben salda sulle spalle. Ha cercato di imparare, nei mesi in cui Allegri lo faceva allenare in prima squadra con gente del calibro di Ronaldo, Bonucci, Chiellini, Pjanic. Rubare segreti, non lasciare mai nulla al caso. E poi la grande ammirazione per Johan Cruijff: “Adoro il modo in cui giocava, come faceva giocare le squadre e l’impronta che ha lasciato nel calcio”. La 14 sulle spalle, proprio come il suo idolo. All’occorrenza, anche la 41, la stessa maglia che indossava per il match di Champions contro gli spagnoli di Diego Simeone.
A cura di Manuele Nasca
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