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Esordio in Coppa Italia per Nonge: trentesimo debuttante passato dalla Next Gen

Esordio in Coppa Italia per Joseph Nonge Boende: il centrocampista classe 2005 è entrato al 76′ al posto di Miretti in Juventus Salernitana. Si tratta del 30esimo debuttante in prima squadra passato dalla Next Gen. Un numero davvero esorbitante per la squadra juventina, che conferma la bontà del progetto “seconda squadra” avviato nel 2018.

Nonge Boende
Credits: Martina Cutrona

La storia di Nonge

Va un po’ raddrizzato ma sa giocare molto bene a calcio“. Al termine di Juventus-Roma aveva parlato così Massimiliano Allegri. Un importante dichiarazione da parte dell’allenatore livornese, che alla prima chance utile lo ha schierato. 14′ per lui nella sfida di Coppa Italia dominata dalla squadra bianconera, in cui ancora una volta si è messo in luce un altro ragazzino terribile: Yldiz, autore di uno splendido gol. Ma torniamo a Nonge. Il belga è solo l’ultimo dei talenti cristallini passati dalla Next Gen e come gli altri 29 è vuole già mostrare tutto il proprio potenziale.

Nonge Boende
Credits: Martina Cutrona

L’arrivo alla Juve e la sua costante crescita

Muove i primi passi a “casa”, all’Anderlecht, in cui gioca sin da quando ha 7 anni. Poi l’arrivo in Italia, alla Juventus: la vera “terra promessa” per il classe 2005. Nell’Under 17 stupisce subito il suo allenatore Montero. Quest’ultimo di lui dirà: “Può essere il nuovo Davids”. La sua crescita, come spesso succede a questo tipo di talenti cristallini è fulminea, limitata solo da qualche lato disciplinare ancora da correggere. Il “va raddrizzato” di Allegri non è casuale. Spesso nell’Under 19 è stato escluso per comportamenti non eccezionali. Detto ciò la sua crescita è stata inarrestabile e si è palesata proprio nella Next Gen, in particolare in questa stagione. Per lui 11 presenze nel girone B di Serie C ed anche un gol in Coppa Italia, il suo primo tra i pro. Ora è arrivata anche la prima volta tra i “grandissimi”, che ha voluto celebrare facendosi firmare la maglia da tutti i propri compagni di squadra. Un gesto simbolo della sua umiltà. Certo, c’è da crescere ancora, come detto. In primis in alcuni comportamenti extra-campo. Questi sono appena i primi passi. Ma le basi ci sono tutte. La Juve potrebbe aver trovato l’ennesimo gioiello nella propria “cantera”.