Tutto è pronto per la nuova avventura di Massimo Oddo sulla panchina del Padova. Tanta è l’attesa di rivedere il campione del mondo del 2006 di nuovo all’opera. Dopo la firma in mattinata, Oddo svolgerà subito il suo primo allenamento e avrà a disposizione 4 mesi per avvalorare la scelta del ds Mirabelli di puntare su di lui per il dopo-Pavanel.
Massimo Oddo non ha bisogno di troppe presentazioni. Il suo palmarès parla per lui, ricco com’è di trofei ottenuti con club e Nazionale. Il suo approdo al Padova è un ritorno in Serie C, lì dove tutto ebbe inizio ormai 27 anni fa, quando dalla Primavera del Milan passò al Fiorenzuola ed esordì, nemmeno ventenne, tra i professionisti. Un terzino destro di spinta, abile nei cross e come finalizzatore, Oddo era anche un ottimo rigorista, con una percentuale realizzativa che sfiora il 90%. Anni di gavetta con Monza, Prato e Lecco, e poi l’ex difensore trovò spazio in Serie B tornando a Monza, dove ottenne 30 presenze e 4 gol su punizione.
Dopo un anno al Napoli, nel 2000 arrivò la Serie A con il Verona. Anche qui segnò 4 gol, questa volta su rigore. Passate due stagioni, Oddo ha davanti a sè l’occasione di sfondare definitivamente con la Lazio, che diventò casa sua dal 2002 al 2007. Per lui 172 partite e 17 reti, con annesso esordio nelle competizioni europee e un rigore indimenticabile nel derby di Roma. Questi anni ad alto livello gli spalancarono le porte del Milan. Dal 2007 al 2011, con una parentesi di un anno al Bayern Monaco, Oddo vinse con i rossoneri uno scudetto, una Supercoppa italiana e una europea, una Coppa del mondo per club e soprattutto la UEFA Champions League nel 2007 contro il Liverpool nella finale di Atene. Nel 2012, passato un anno in prestito al Lecce, annuncerà il suo ritiro dal calcio giocato dopo 516 partite da professionista.
Non si può, parlando della carriera di Oddo, non ricordare la sua storia con la maglia azzurra. Dalla prima apparizione nel 2002 con Trapattoni all’ultima nel 2008 con Donadoni, il difensore accumulò 34 presenze e un gol. Nel mentre uno storico Mondiale, il quarto per l’Italia dei record, vinto con Lippi in Germania nel 2006.
Oddo, appena appesi gli scarpini al chiodo, non perse tempo. Iniziò l’iter a Coverciano per allenatori professionisti UEFA Pro e nell’estate del 2013 ottenne il suo primo incarico con gli Allievi Regionali B del Genoa. Nel 2014 tornò nella sua città natale, Pescara, per guidare la formazione Under 19 dei delfini con una successiva promozione in prima squadra per la stagione 2015/2016 come il padre Francesco vent’anni prima. Diventò il primo caso in cui padre e figlio allenatori si sedessero sulla stessa panchina. Confermato anche per la stagione seguente, Oddo guidò la squadra alla promozione in A vincendo i playoff dopo 21 vittorie, 9 pareggi e 12 sconfitte.
Il campionato successivo verrà esonerato, ma nel novembre dello stesso anno subentrerà a Delneri alla guida dell’Udinese. L’inizio promettente si spegne con un nuovo esonero ad aprile 2018. Dopo le avventure di Crotone e Perugia, tornerà nella sua Pescara per una breve esperienza. A un anno e qualche mese di distanza, Oddo si rimette ora in gioco con un Padova secondo in classifica a -10 dall’inarrestabile Sudtirol. Le idee di gioco del campione del mondo, che alterna i moduli tra 4-3-2-1 e 4-3-1-2, verranno messe alla prova già dal prossimo weekend, quando i biancoscudati ospiteranno la Pro Sesto e dovranno tornare a vincere dopo due pareggi consecutivi. L’assalto alla capolista è nella mani di Massimo Oddo.
A cura di Lucia Arduini
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