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Dalla Champions League all’esordio contro la Juve: Jelenic ora è l’eroe del Padova

Padova Jelenic

Credits Martina Cutrona

La Coppa Italia era un trofeo che nella bacheca del Padova mancava da 42 anni, quando nella stagione 1979/1980 contro la Salernitana ottenne la Coppa Italia Semiprofessionisti (C2). Il secondo successo nella storia, in questa competizione, è frutto del lavoro di una squadra che sta facendo un ottimo campionato, sapientemente guidata da Pavanel prima e da Oddo ora, alla sua 9° vittoria in 10 partite. Il protagonista della serata è però Enej Jelenic, che mette la firma sulla vittoria grazie a un gol su punizione al 64′. Il classe 1992 ha solo coronato una grandissima stagione. “Ho detto a Dezi di farmi battere la punizione perché avrei fatto gol, e così è stato“, ha confessato ai microfoni di Rai Sport.

Festa Padova
La festa del Padova

Il Koper e l’occasione a Genoa per il debutto in Serie A

Il centrocampista è uno dei pilastri di questo grande Padova. Adattabile anche come ala, giocatore incisivo su entrambe le fasce, abile in dribbling e velocità: non poteva che essere Jelenic a portare in Veneto il primo obiettivo stagionale. La sua storia però parte dalla terra slovena, nella squadra della sua città, il Koper. Nemmeno diciottenne esordisce in prima squadra nella partita di qualificazione alla UEFA Champions League contro la Dinamo Zagabria. I 12 minuti in campo sono solo un assaggio, perché nel frattempo debutta anche in campionato, per poi andare a giocarsi da protagonista il match di ritorno con i croati. La vittoria della Supercoppa slovena e un posto fisso in prima squadra, accendono le sirene estere su di lui. Il primo club ad approfittare del talento di Jelenic è il Genoa.

Nel gennaio del 2011, i liguri si aggiudicano a titolo definitivo il centrocampista sloveno. In soli 5 mesi di permanenza riesce a togliersi più di una soddisfazione. Leader della formazione in Primavera, viene spesso aggregato alla prima squadra di Davide Ballardini. Nel Genoa di Floro Flores, Paloschi e Palacio, la giovane promessa trova 3 presenze… e che presenze! Il debutto da titolare contro l’Inter in Coppa Italia, 9′ contro la Juventus e 12′ a Napoli in campionato: cosa chiedere di più?

Padova Jelenic
Credits Martina Cutrona

Jelenic, da Padova… a Padova

Con la formula della comproprietà, a fine stagione Jelenic passa al Padova in Serie B. Vive con i biancoscudati 3 stagioni di alti e bassi, condizionato anche da una contusione al piede che ne limita la crescita. La società arriva al fallimento e nell’estate del 2014 rimane svincolato. È il Livorno ad aggiudicarsi le sue prestazioni. Nei due campionati di cadetteria e uno di Lega Pro, Jelenic trova quella continuità necessaria per fare grandi prestazioni. Nella sua esperienza toscana vive un momento di difficoltà con la rottura del crociato a cavallo tra la seconda e la terza stagione, ma il centrocampista torna a meritarsi una maglia da titolare aiutando la squadra a risalire dalla settima alla terza posizione del girone A di Lega Pro. A gennaio 2017 passa al Carpi: tre stagioni, 88 presenze, 10 gol e 12 assist attirano presto l’attenzione del suo vecchio amore Padova.

Padova Jelenic
Credits Martina Cutrona

Seconda Coppa Italia per il Padova: firma Jelenic

Il 10 settembre del 2020 segna il suo definitivo ritorno tra i biancoscudati e torna subito al centro del progetto. Diventa uno dei grandi insostituibili, guidando anche la cavalcata che ha portato il Padova a giocarsi i playoff, persi in finale contro l’Alessandria. Nella stagione 2021/2022 non ha fatto altro che ribadire come qualità e quantità in lui producano un mix perfetto in termini di resa in campo. Centrocampista, ala o trequartista poco importa: ovunque giochi è un fabbricatore di idee. Per lui 5 reti e 5 assist in campionato, 3 dei quali nelle ultime 3, e ha già superato quota 100 presenze con la maglia biancoscudata. Il gol decisivo in Coppa Italia è il giusto merito per una stagione vissuta a mille all’ora. Uno splendido gol su punizione e la corsa con i pantaloncini in testa per andare ad abbracciare i suoi compagni. “Prego, faccia una firma qui per ricevere il trofeo”: Enej Jelenic non se l’è fatto ripetere due volte.

A cura di Lucia Arduini